Oggi abbiamo il piacere di intervistare Sandro Solido, autore del libro “Il fantastico mondo di Simon”, un romanzo distopico che esplora i confini della tecnologia, del controllo sociale e della libertà individuale. La storia si ambienta in una società governata da una perfetta neodemocrazia artificiale, dove l’intelligenza artificiale gestisce ogni aspetto della vita dei cittadini, dai loro comportamenti ai loro pensieri. Simon, il protagonista, lavora in questo sistema apparentemente infallibile, ma la sua esperienza con una comunità religiosa isolata lo porta a dubitare di tutto ciò che ha sempre creduto. Attraverso le pagine del libro, Sandro Solido ci invita a riflettere sui limiti della tecnologia e su quanto siamo disposti a sacrificare per il bene comune. Andiamo a scoprire di più su questo affascinante mondo e sui temi che l’autore ha voluto approfondire.
Sandro, da dove nasce l’ispirazione per “Il fantastico mondo di Simon” e come sei arrivato a immaginare un mondo così controllato dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale?
L’ispirazione è nata osservando il mondo che mi circonda e dai suoi paradossi, una volta si girava in motorino senza casco, si andava in auto senza cinture, le sigarette avevano i propri spot pubblicitari, c’era il muro di Berlino e la guerra fredda e in Italia c’era il terrorismo. Eppure, si viveva in maniera più spensierata, si pensava che il presente magari non fosse bello, ma il futuro sicuramente lo sarebbe stato. C’era la fiducia verso il futuro e verso la robotica e le nuove tecnologie, che ci avrebbero alleviato dal duro lavoro. Invece ci ritroviamo più insicuri che mai, le nuove tecnologie tolgono lavoro a molte persone per caricarne ancor di più a quelle che il posto di lavoro lo hanno ancora grazie ai loro algoritmi. Si è super controllati, con le telecamere di videosorveglianza, con i Velox, con gli smartphone, con i droni. è vietato fumare al chiuso, mettiamo il casco e le cinture, però al tempo stesso ci sentiamo più insicuri, siamo diventati ipocondriaci. E poi l’intelligenza artificiale, sarà l’ennesimo pacco per l’umanità, verrà usata per controllarci e renderci più produttivi, non la vedremo mai raccogliere i pomodori sotto il sole o asfaltare le strade ad agosto. Spero che questo romanzo rimanga tale e non diventi una profezia.
Il tuo protagonista, Simon, vive una profonda trasformazione interiore nel corso della storia. Puoi parlarci di come hai costruito la sua evoluzione e quali sono stati i fattori principali che hanno messo in crisi le sue certezze?
Simon come tutti noi “subisce” la vita ed il suo trascorrere, il protagonista non fa il classico viaggio dell’eroe, dove prende consapevolezza del mondo che lo circonda per poi combatterlo. Come Neo in Matrix per intenderci. La sua crescita è spirituale, fatta di sensazioni. Comprende che il sistema in cui vive non è perfetto, ma non riesce ad immaginarne un altro. Come noi che ci lamentiamo del capitalismo o della miseria che ci circonda, ma non riusciamo ad immaginare un modo di produrre ricchezza differente. Così i pensieri di Simon non cambiano molto durante il racconto. Qualche dubbio gli viene, si fa qualche domanda, ma è un agente del “sistema” e il suo lavoro è difenderlo. Altro discorso per i sentimenti e le sensazioni che è costretto a vivere per la sua vera crescita. Quella interiore.
La comunità dei “tripli zero” nel tuo libro sembra rappresentare una forma di resistenza al progresso tecnologico. Cosa rappresentano per te questi personaggi e quale messaggio hai voluto trasmettere attraverso di loro?
I “tripli zero” in realtà non sono i ribelli o quelli che vivono nelle comunità, è solo un altro modo di dire vecchio, come il nostro “Boomer” per intenderci, vengono indicati come tripli zero tutti quelli nati prima del 2000, per l’appunto tre zeri. Questa confusione si crea perché essere tripli zero e non accettare la moderna tecnologia molte volte coincide. Questi personaggi, che sono tutti molto anziani rappresentano il vecchio mondo, il nostro mondo. Attraverso loro uso una lente per guardare il nostro presente dal punto di vista di uno che è nel 2069, e come ogni anziano si tende a ricordare il passato in maniera più positiva e bella di quanto non lo fosse. Nel romanzo si vive uno scontro generazionale su tutti i fronti, i personaggi si parlano, ma il più delle volte non si capiscono.
Il tema del controllo sociale e della limitazione delle libertà individuali è centrale nel tuo romanzo. Quanto pensi che queste tematiche siano attuali e vicine alla nostra realtà contemporanea?
Credo che lo scopriremo a breve, in cinque o dieci anni, non di più. Ogni governo al mondo ha come sogno nel cassetto quello di sapere tutto dei propri cittadini, la Cina ne è un esempio. La mia paura è che rischiamo di cinesizzarci pure noi europei, a quanto ricordo dovevano essere loro a diventare più democratici grazie all’apertura dei mercati; invece, siamo noi che li stiamo rincorrendo, almeno è quello che vedo io.
Infine, ci sono autori o opere che ti hanno influenzato nella stesura di “Il fantastico mondo di Simon”? Quali letture o esperienze personali ti hanno guidato nel creare questo mondo distopico?
Sono solo due i “padri” ispiratori di questo romanzo, Asimov e Philip K. Dick. Il primo per come tratta le intelligenze artificiali, nei suoi romanzi ad un certo punto ti chiedi se i suoi robot siano “vivi” e abbiano un’anima. Dick talvolta nei suoi mondi fantascientifici ha governi distopici e menzogneri, quello che mi affascina di più nei suoi racconti è che non sai mai cosa è reale e cosa no. Ma entrambi usano molto la psicologia, ed entrambi giocano molto sulla mente, che può essere robotica o umana. Ho condito con un po’ di Matrix ed ho aggiunto un pizzico di Equilibrium, quest’ultimo film ispirato a sua volta dal romanzo di Huxley: il Mondo nuovo. Ed infine ho farcito il tutto con una buona dose di cultura pop anni ’80, a cominciare da molti dei titoli dei capitoli del libro. All’interno della storia ci sono continui rimandi a film cult come Rocky e Dirty Dancing, giusto per citarne un paio.
Grazie, Sandro, per averci portato dentro “Il fantastico mondo di Simon” e per aver condiviso con noi i tuoi pensieri su tematiche così attuali e rilevanti. Il tuo libro offre una riflessione profonda su ciò che significa essere umani in un mondo dominato dalla tecnologia e dalla perfezione artificiale. Siamo certi che questa storia, oltre a intrattenere, spingerà molti lettori a interrogarsi sui pericoli e le promesse della società del futuro. Ti auguriamo un grande successo per il tuo libro e siamo curiosi di vedere dove ti porteranno i tuoi prossimi progetti!
