Oggi abbiamo il piacere di intervistare Franca Valente, autrice del romanzo “La guerra di Adele”, una storia intensa e attuale che racconta la vita di tre donne che si ritrovano dopo anni e si lanciano in un progetto imprenditoriale a Torino. Tuttavia, dietro questa avventura professionale si nascondono sfide personali e relazionali che metteranno a dura prova la loro determinazione e forza interiore. Attraverso personaggi realistici e una narrazione coinvolgente, Valente affronta il delicato tema della violenza sulle donne, portando il lettore a riflettere su questioni di indipendenza, relazioni e resilienza femminile. Scopriamo di più sul suo percorso creativo e su ciò che l’ha ispirata a scrivere questa storia così toccante.
Franca, ci racconti come è nata l’idea di “La guerra di Adele”? Cosa ti ha spinto a scrivere una storia così profonda e attuale?
La Guerra di Adele è nato quando un giorno in una intervista alla tivù ho sentito fare da un personaggio pubblico (donna) più o meno mia coetanea, la seguente affermazione: “Non credo esista donna della mia generazione che non abbia subito nel corso della sua vita molestie, o abusi, o soprusi”. Questo mi ha fatto riflettere e ricordare che anche io le avevo ricevute queste molestie. Vuoi da un padre autoritario, un amante geloso, un fidanzato possessivo, un marito insicuro, un dentista o un datore di lavoro o altro, se ripercorro a ritroso la mia vita ne vedo tanti e quando ero una ragazza conveniva stare zitte, difendersi come si poteva, ma non denunciare, per non passare da vittime a colpevoli. sono sempre più convinta che la signora di cui sopra avesse pienamente ragione.
Le protagoniste del tuo libro affrontano sfide importanti sia a livello professionale che personale. C’è un personaggio a cui ti senti particolarmente legata? E perché?
Le protagoniste della Guerra di Adele sono ugualmente importanti per me. Adele con la sua forza, la sua grinta, la sua passione, la voglia di fare, ma anche la sua ironia. Operativa, dinamica, pronta a reinventarsi, coinvolgente, attenta al business, ma altrettanto alle fragilità delle persone che ama. Adele risulterà la vera primadonna del romanzo, con le sue tante sfaccettature e il suo animo generoso e puro. Sara, bellissima, con la sua poca autostima, una sorella che le rema contro e la invidia, ma lei non se ne accorge, anzi la giustifica. Intelligente, preparata, sensibile, accecata da un amore malato che rischierà di portarla in fondo ad un baratro dove non v’è possibilità di risalita. Ella risulterà per gran parte del libro essere al centro di una storia di abusi e violenze domestiche, in cui le sue amiche si troveranno coinvolte per vederla libera. Eva, la più leggera delle tre, fin dall’aspetto leggiadro di una gazzella. Il capello corto e il suo viso naturale ma radioso, la rendono forse la più simpatica. Tuttavia, anche Eva ha un passato pesante e un presente difficile, ma lei non perde il sorriso. Questa sua caratteristica la farà risultare vincente. Ecco queste tre personalità mi appartengono.
Nel romanzo affronti il tema della violenza domestica in modo molto reale e diretto. Come hai lavorato su questo tema così delicato per renderlo autentico e rispettoso?
La dignità deve essere al centro della vita di ognuno di noi. Il racconto è duro e diretto, ma non per questo trascura i sentimenti e gli stati d’animo di ognuno. Persino Gaetano trova una motivazione (ma non per questo va scusato), per i suoi comportamenti brutali e ossessivi. Egli li ha subiti a sua volta, è stato schernito vessato, umiliato, fino a saturare, sviluppando un suo lato oscuro che andrà a interessare prepotentemente il suo rapporto con Sara. Sara che è una donna immatura, insicura e emotiva, non trova il coraggio di farsi una famiglia, ma alla fine trova rifugio in Gaetano. Sembra il suo porto sicuro, protettivo e innamorato, tuttavia quando iniziano i comportamenti sbagliati di Gaetano fino dal primo giorno di matrimonio, lei invece di fuggire, resta aggrappata a lui, giustificando di nuovo le azioni di chi le sta facendo del male. Sarà paura o amore? Forse all’inizio entrambi, ma poi è sempre più forte la paura. Non bisogna essere coraggiose a tutti i costi. Si può e si deve avere paura, bisogna riconoscere la paura e fuggire. Adele non vorrebbe il bambino che porta in grembo, frutto di un amore finito, ma anche qui vince l’amore per la vita. Eva nonostante il suo Papi l’abbia abbandonata con tre figlie è un inno alla gioia e alla vita.
Torino è la città in cui le protagoniste si ritrovano e iniziano la loro avventura imprenditoriale. Quanto è importante l’ambientazione nella costruzione della storia e del legame tra i personaggi?
Amo Torino perché ci sono cresciuta, è una città accogliente. Chiunque può inventarsi un lavoro e crescere. È una città che ha aperto le porte prima ai tanti operai della fiat arrivati dal meridione di Italia e poi ai tanti extracomunitari, dando la possibilità a chiunque di integrarsi. Le prime amiche del cuore le ho avute a Torino e le porto con me, nonostante siano passati tanti anni.
Qual è il messaggio principale che speri di trasmettere ai lettori attraverso il tuo libro, soprattutto alle donne che potrebbero riconoscersi nelle difficoltà vissute dalle protagoniste?
Non ho la pretesa di dare messaggi, non mi sento all’altezza, ho voluto solo raccontare uno spaccato di vita in cui si avvicendano storie di persone, drammi, amori e anche violenza. La chiave di lettura vorrei che fosse anche positiva e ironica, a partire dagli sbalzi ormonali di Adele, al fatto che per una volta, in una situazione dove non lo si direbbe, ha la meglio una donna. Se proprio devo dire la mia, mi piacerebbe che iniziassimo a conoscerci meglio, parlo in generale, dal vicino di casa, alla commessa del supermercato, alla sorella piuttosto che l’amica. Abbiamo bisogno di profondità e solidarietà. Aiutarsi a vicenda, non restare indifferenti quando ci accorgiamo che qualcosa non va nel prossimo.
Grazie, Franca, per aver condiviso con noi i dettagli del tuo lavoro e del tuo percorso creativo. “La guerra di Adele” è un romanzo che non solo racconta una storia avvincente, ma offre anche uno spunto di riflessione su temi attuali e importanti come l’indipendenza femminile e la lotta contro la violenza domestica. Siamo certi che il tuo libro saprà toccare il cuore di molti lettori e ispirare coraggio e consapevolezza.
