GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Satyrion – M.M. Pendezzini

Benvenuti nel blog del Gruppo Albatros! Oggi abbiamo il piacere di ospitare M.M. Pendezzini, autore del coinvolgente romanzo “Satyrion”. Questa opera affascinante ci porta nel mondo di Alex, un giovane che, dopo la morte del nonno, riceve una misteriosa busta contenente due parole enigmatiche: “Amor Fati”. Inizia così un’avventura ricca di simboli, enigmi e scoperte sorprendenti, che cattura l’immaginazione del lettore dalla prima all’ultima pagina. Grazie per essere qui con noi, M.M. Pendezzini. Iniziamo subito con le domande.

Cosa ti ha ispirato a scrivere “Satyrion” e a creare un universo così intriso di simboli e riferimenti mitologici?

Esistono momenti in cui abbiamo la necessità di mettere su carta parte di un percorso che ci è appartenuto fino a quel momento, qualcosa che custodiamo così gelosamente che difficilmente lasciamo andare e a cui ancora più difficilmente diamo forma. Serve coraggio per affrontare e astrarre quel mondo, capirlo, vederne gli inciampi e ciò che ne è rimasto saldo nel tempo. Satyrion nasce così, in un microclima di ri-significazione la cui miccia è stata innescata da una chiacchierata con un amico, una di quelle che inizia con “immagina se…”. Tutto è partito così e ha portato con sé tutto: gli studi e le chiavi di volta di insegnamenti storici, mitici, mitologici e psicologici accumulati nel tempo. Quasi a voler dar loro un nuovo significato, quasi a ricordarci che in fondo tutti quei tasselli che possediamo, se messi insieme davvero, possono concretamente farci fare magie, compreso scrivere una saga. Satyrion ha la forma di un fantasy, ma è reale.

Il rapporto tra Alex e suo nonno è centrale nella trama del libro. Come hai sviluppato questa dinamica e quanto è importante per te il tema della famiglia nelle tue opere?

Il rapporto tra Alex e il nonno è sicuramente importante per diversi aspetti: i nonni sono portatori di storia, sono le radici che ci ancorano al terreno e, insieme ai genitori, possono essere parte integrante della crescita. Danno un’impronta mettendo la loro quota di conoscenza e sapere. Ciò che possiamo ritenere centrale è l’esperienza della perdita, intesa come separazione radicale che con il suo dolore rischia di compromettere le vite di chi resta. Spesso le separazioni ci fagocitano in dimensioni prive di parole e ricche di sofferenza, affrontarle richiede sempre un lavoro non certo privo di fatiche. Il nonno di Alex è però un illuminato, un uomo che sa che la vita va sempre in avanti. Una questione importantissima che viene toccata proprio a questo riguardo è l’eredità: un mondo, una missione, un agire, che impongono ad Alex di muovere quei passi che troppo spesso noi non riusciamo a fare, paralizzati da ciò che ci fa soffrire. Alex accede ad una nuova dimensione proprio perché riconosce nel nonno una luce che possa permanere nonostante l’assenza fisica guidandolo nella sua vita. È una luce che non potrà più essere diretta, ma che trova comunque il suo modo di farsi vedere tramite i riflessi che suggeriscono sempre al ragazzo di essere sulla strada giusta. Il rapporto tra Alex e il nonno, dunque, è velatamente sempre centrale nella trama del libro, ogni volta che il ragazzo decide di non mollare e rimanere in piedi, di combattere per la luce: ogni volta che accetta la sua eredità.

“Amor Fati” è una frase chiave nel romanzo. Qual è il suo significato nel contesto della storia e perché hai scelto proprio queste parole?

Noi non possiamo che essere ciò che gli altri hanno fatto di noi, siamo il risultato dei nostri rapporti e delle contingenze che il mondo ci ha messo di fronte. Possiamo incupirci, rifiutare, arrabbiarci e anche diventare degli stronzi, ma l’idea che forse siamo all’altezza di ciò che il mondo ha fatto di noi ci mette nella prospettiva di poter pensare a ciò che noi possiamo fare nel mondo: Amor fati. Una locuzione latina Nietzschiana, che ha un rimando immediato allo stoicismo, all’esistenzialismo ma che in realtà, in questo senso, in Satyrion, ci ricorda solo che abbiamo la possibilità di rettificare la nostra posizione verso il mondo, verso ciò che ci succede, e ci permette di muovere i nostri passi da persone libere di scegliere e amando le nostre scelte. Libertà e destino si intrecciano e la libertà diventa così la stessa trama del proprio destino e noi evolviamo in ciò che possiamo essere. Alex, Cami e tutti gli altri impareranno ad amarlo?

“Satyrion” è un romanzo fantasy ricco di colpi di scena e avventure. Qual è stata la sfida più grande nel bilanciare la narrazione tra elementi fantastici e la crescita personale dei personaggi?

Che l’elemento fantastico, mitologico e storico possa avere funzione di insegnamento fa parte della nostra storia fin dall’infanzia. Apprendiamo con il gioco e sviluppiamo il nostro pensiero astraendo concetti, evolviamo con il racconto dell’altro, lo facciamo nostro e lo trasformiamo in qualcosa di reale e tangibile pronto affinché possa essere utilizzato. In Satyrion succede la stessa cosa: l’elemento fantastico è motore della crescita personale dei personaggi e spero che in qualche modo possa fungere da chiave di volta anche per chi vi si immerga nella lettura. La sfida più grande è tenere tutto a mente e lasciare sempre aperto lo spazio all’interno del quale ognuno possa recepire ciò che possa servirgli, che sia un pezzo, che sia tutto non è importante. L’insegnamento deve aprire al pensiero, mai chiuderlo.

Puoi darci qualche anticipazione sui tuoi progetti futuri? Stai lavorando a un seguito di “Satyrion” o hai in mente altre storie da raccontare?

Satyrion è una saga di sette libri. Il primo è molto denso di informazioni proprio perché era necessario delineare un contesto che sarebbe andato oltre al primo libro. Il secondo capitolo è già concluso, in via di revisione e non vedo l’ora di proporvelo; verso fine anno invece comincerà la stesura del terzo. Mi piacerebbe molto potervi raccontare come andrà a finire Satyrion perché ci saranno dei colpi di scena e un crescendo d’azione che sono sicuro vi sorprenderanno. Ma questo solo le stelle, e forse la casa editrice, potranno dirlo. Ci vediamo presto, nell’altro Quantum.

Grazie mille per il tempo che ci hai dedicato, M.M. Pendezzini. È stato un piacere esplorare con te i segreti di “Satyrion” e scoprire di più sulla tua visione e sui tuoi progetti futuri. Invitiamo tutti i nostri lettori a immergersi in questo straordinario romanzo, disponibile ora in tutte le librerie. Alla prossima intervista qui sul blog del Gruppo Albatros!

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