GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Il mistero del quadrato magico – Giuseppe Salvatore Spinello Benintende

Benvenuti nel blog del Gruppo Albatros. Oggi abbiamo il piacere di intervistare Giuseppe Salvatore Spinello Benintende, autore del libro “Il mistero del quadrato magico”. Un’opera che ci trasporta nella suggestiva e antica cittadina di Niscemi, dove antiche vicende, grandi amori e immani tragedie si intrecciano in un avvincente racconto. Con noi oggi, l’autore ci svelerà alcuni dettagli sul suo libro, sui personaggi che lo popolano, e sul misterioso segreto che avvolge le loro vite. Scopriamo insieme il mondo di “Il mistero del quadrato magico”.

Cosa ti ha ispirato a scrivere “Il mistero del quadrato magico” e perché hai scelto proprio Niscemi come sfondo per la tua storia?

Il libro nasce dalla scoperta casuale, attraverso la lettura di un antico registro conservato negli archivi del comune, di un fatto accaduto a Niscemi nella seconda metà del 1800: l’arresto di un canonico, accusato di furto aggravato e la cui morte sarebbe avvenuta nel carcere di Oneglia dove venne imprigionato per dieci anni. Di questa misteriosa vicenda ho raccolto solo poche notizie, come se sulla stessa la “Storia” avesse voluto mettere un velo di oblio che nei secoli si è trasformato in mistero. Ho così voluto legarla ai tanti misteri che circondano il paese di Niscemi, racconti di fantasmi, di tesori nascosti e ad una triste storia d’amore vissuta da una donna che, nell’immaginario degli anziani che ho ascoltato nel fare le mie ricerche, è stata dipinta e raccontata come la ragazza più bella del paese. Tanto bella quanto elegante, dolce e ricca ed è a causa di questa ricchezza che il suo amore è diventato motivo di una lunga e triste vicenda giudiziaria che ha visti schierati, come Montecchi e Capuleti, chi tifava per il sentimento e chi invece per la sterile “roba” di verghiana memoria. Storie di Sicilia che si ripropongono nei secoli ma anche emozioni uniche che solo questa terra riesce a dare. Anche Niscemi, come Verona, ha il suo balcone, protagonista di un sogno d’amore: il belvedere da cui è possibile al tramonto sognare l’infinità del dolce sentimento che hanno vissuto il marchese, Angelica e Concetta e chiunque da lì si affaccia per contemplare l’infinito. 

Nel libro, i personaggi di Angelica e la marchesa Concetta sono centrali. Puoi raccontarci di più su di loro e sulle dinamiche delle loro relazioni?

Angelica è la prima moglie del marchese, scomparsa a pochi giorni dal matrimonio con l’uomo che ha sognato per tutta la vita. Concetta è la donna che il marchese ha scelto di tenere accanto a sé e per tutta la vita, avendo da lei avuto un figlio che, seppur non suo, ama con tutto sé stesso. Due persone assai diverse: Angelica di origini nobili, dedita al bel canto, alla lettura, al ricamo come tutte le signorine del suo tempo; Concetta, nata da una famiglia molto povera, è la cameriera, come lo fu la madre, nel palazzo del marchese. Due anime identiche: dolce Angelica, dolce Concetta, bella Angelica, bella Concetta. Un unico destino: legarsi allo stesso uomo per dare continuità ad un sentimento destinato a non interrompersi mai grazie al cuore di Concetta, sempre pulsante per il suo marchese. E un amore così eterno non è mai macchiato da nulla, né dall’avidità, né dalla gelosia, né dall’invidia. Concetta sa bene di essere lì grazie ad Angelica che col suo amore ha reso l’uomo, che è ora lei ad amare, la realizzazione del sogno della sua vita. Nel libro parlo di una strana alchimia dettata dall’aritmetica dello spirito per cui uno più uno fa uno. E’ così che le vite di Angelica, il marchese e Concetta si fondono in un’unica vita. 

Il mistero che circonda il delitto del giovane sventurato del 1922 è un elemento cruciale della trama. Come hai sviluppato questa parte della storia e quali ricerche hai effettuato per renderla così avvincente?

Il 1922 è un anno cruciale nella storia dell’Italia intera e di cui ancora oggi si continua a dibattere. Non è questione di coniugare o non coniugare una semplicissima frase, sono fascista, sono antifascista o altre dello stesso genere. Si tratta di stabilire se principi, quali la libertà e la democrazia, possano o meno essere messi in discussione quando, invece, dovrebbero essere scontati e fuori da ogni sorta di dibattito perché connaturati alla vita. Che dibattito sarebbe quello in cui si mettesse in discussione che un uomo è fatto da un corpo, che ha una testa, un cuore, un’anima. Quel giorno del 1922 è stato ucciso un uomo che ha semplicemente voluto manifestare le sue idee, pretendendo che le stesse non fossero causa di derisione perché diverse da quelle che da lì a poco sarebbero divenute predominanti. Idee di libertà, di eguaglianza e di democrazia, che hanno come unico denominatore la partecipazione, tanto da indurre Gramsci, il cui destino è lo stesso di quello del protagonista del mio libro, ad urlare il suo odio per gli indifferenti. La storia nasce, quindi, da un fatto realmente accaduto a Niscemi in quel lontano giorno di Ognissanti del 1922 e l’ispirazione mi è venuta nello stesso giorno del primo novembre di qualche anno fa passeggiando tra i viottoli del cimitero monumentale di Niscemi. È lì che scopro la tomba del povero Salvatore Noto barbaramente ucciso e del piccolo Rocco Buetta, anch’egli barbaramente ucciso mentre giocava per strada e colpito a morte dalle mitragliatrici di apparecchi americani venuti a salvarci dal nemico. Due storie legale dall’oblio e senza alcun vincitore o vinto: chi ha ucciso Salvatore Noto è il nemico da cui è venuto a salvarci l’apparecchio americano che ha ucciso il piccolo Rocco. 

Nel tuo libro si parla di “verità che non muore mai e trionfa”. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere ai lettori attraverso questa frase?

Ogni storia, ci è stato insegnato, ha la sua verità. Ma se “ogni storia ha la sua verità” non è più “verità”. C’è sempre un prima e un dopo. Un prima del 1922 e un dopo; un prima del 1943 e un dopo. Come ci sarà un prima di quest’oggi e un dopo di quest’oggi. Nello scrivere di questa triste vicenda mi è venuto subito da pensare, allora, che la “verità” non esiste perché è sempre una verità di parte. Ma poi ho concluso che, seppur si tratti di due parole etimologicamente assai diverse, verità e memoria sono la stessa cosa e se non si alimenta la memoria prima o poi si annienterà la verità … qualunque essa sia ma questo “qualunque”, grazie alla memoria, diventa relativo. La memoria è dei vecchi e di chi non c’è più e solo mantenendo viva questa memoria si potrà arrivare alla verità, all’unica verità che non muore mai, che trionfa e proprio perché rimane in vita. Il messaggio è allora questo: non dimenticare, ascoltare, fare rivivere, gioire nell’avere un vecchio a casa che ti racconta e ti ripete anche centinaia di volte la stessa cosa. Perché è un libro vivente fatto di memoria e verità. La verità quale sinonimo di memoria allora diventa il filo conduttore delle due storie del libro: il quadrato magico è la rappresentazione grafica di ciò che è memoria e che come le stelle, il sole e la luna, così anch’essa è in movimento per mantenere in vita la verità. Così come il vecchio don Ciano e il sacerdote don Benedetto che nelle loro memorie arrivano a mettere in discussione una verità dogmatica: il tradimento di Giuda non più visto come atto criminale ma come il sacrificio chiesto all’amico per la realizzazione di un progetto di salvezza, di vita e di verità. 

Puoi anticiparci qualche dettaglio sui tuoi prossimi progetti letterari? Hai in mente di scrivere un altro romanzo ambientato a Niscemi?

Al momento non ho alcun progetto ben preciso. Vorrei scrivere qualcosa sull’uomo di oggi e sulla vita di oggi, troppo legata alle nuove tecnologie che spesso eleviamo a civiltà. Attraverso i giochi del passato, quelli che si facevano correndo dietro a una ruota di legno tra le strade polverose e non asfaltate del mio paese, vorrei arrivare a capire cos’è quella che comunemente chiamiamo civiltà.

Grazie, Giuseppe Salvatore Spinello Benintende, per aver condiviso con noi il mondo affascinante e misterioso del tuo libro “Il mistero del quadrato magico”. È stato un vero piacere esplorare insieme i segreti e le emozioni che si celano tra le pagine del tuo romanzo. Invitiamo tutti i nostri lettori a immergersi in questa coinvolgente lettura e a seguire i prossimi progetti di questo talentuoso autore. Alla prossima intervista, qui sul blog del Gruppo Albatros.

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