Benvenuti sul blog del Gruppo Albatros! Oggi abbiamo il piacere di intervistare Fabio Brambilla, autore del libro “Indagini al 55° Distretto”. Ambientato a New York, il libro ci porta nel cuore del 55° Distretto di Polizia, dove l’attività è incessante. Seguiamo i detective Archer e Alloway, due autentici segugi della Squadra Omicidi, mentre risolvono casi complessi con arguzia e spirito. Brambilla, con abilità e maestria, descrive non solo le indagini ma anche la routine quotidiana all’interno del distretto, offrendo ai lettori una lettura scorrevole e affascinante. Siamo entusiasti di scoprire di più su questo autore e il suo coinvolgente lavoro. Benvenuto, Fabio!
Fabio, cosa ti ha ispirato a scrivere “Indagini al 55° Distretto” e a scegliere New York come ambientazione per il tuo libro?
Da sempre sono appassionato di film e telefilm polizieschi. Il mio precedente libro “La città dell’altra dimensione” era una avventura ma, in seguito ad un altro racconto non pubblicato, ho capito che il genere investigativo era il genere in cui riuscivo ad esprimermi meglio. Ho scelto New York perché è una città che ho sempre desiderato visitare e, ameno per ora, mi ci sono recato con la fantasia.
I tuoi personaggi, i detective Archer e Alloway, sono molto distinti e vividi. Ci puoi parlare del processo creativo dietro la loro caratterizzazione?
Posso dire che non li ho creati “a tavolino” ma sono nati con lo sviluppo del primo romanzo che, una curiosità che scrivo adesso, nel libro è il terzo racconto. Li ho inventati con il Grado di Sergente perché dovevano avere molta esperienza. Ho pensato che, oltre che colleghi potessero essere anche amici per renderli ancora più affini anche nel loro impegnativo lavoro di Detective della Squadra Omicidi.
Nel tuo libro giochi molto sul fraintendimento e la casualità. Quanto è importante per te l’elemento della sorpresa nelle tue storie e come riesci a mantenerlo fresco per i lettori?
Non troppa casualità. Lascio in sospeso una parte del racconto per poi collegarla dopo varie pagine a seguito di una nuova scoperta, facendo capire al lettore/lettrice il nesso logico del collegamento.
La metodologia d’indagine, l’interrogatorio e la pressione psicologica sono temi centrali nel tuo libro. Come ti sei documentato per rendere queste tecniche così realistiche e coinvolgenti?
Ho letto qualche libro di indagine, ma non mi sono documentato. Credo di aver appreso le varie tecniche dai moltissimi film e serie-TV americane che ho visto in questi anni e che vedo tutt’ora.
Indagini al 55° Distretto” è una lettura adatta a tutte le età. Qual è il segreto per creare un’opera poliziesca che sia accessibile e affascinante per un pubblico così ampio?
Ho cercato di scrivere un genere adatto a tutti, senza inserire volutamente descrizioni truci, di sesso o troppo violente. E ho cercato di scrivere dei racconti con descrizioni che potessero coinvolgere e appassionare all’indagine subito il lettore/lettrice, andando subito al sodo senza troppi dilungamenti.
Grazie mille, Fabio, per aver condiviso con noi il tuo processo creativo e le affascinanti storie dietro “Indagini al 55° Distretto”. È stato un piacere scoprire di più sui tuoi personaggi e sulla tua scrittura. Invitiamo tutti i nostri lettori a non perdere l’opportunità di immergersi nelle avventure dei detective Archer e Alloway. Continuate a seguirci per altre interviste e recensioni esclusive. Alla prossima!
