È un piacere, amici del blog, darvi il benvenuto a questa intervista con Jack Apricot, autore del libro “L’Omicidio Perfetto”. Sebbene la sua vita possa sembrare ordinaria a prima vista, dietro la facciata di questo uomo apparentemente comune si cela una mente straordinaria. Vivendo una vita solitaria e rifuggendo le amicizie, Jack Apricot ha sviluppato una prospettiva unica sulla società e sulla quotidianità, permettendogli di analizzare le persone e le situazioni con una lucidità quasi sociologica. Tuttavia, ciò che rende veramente eccezionale Jack Apricot è il suo audace esperimento: un giorno, spinto da un pensiero goliardico, decide di compiere un omicidio perfetto senza lasciare alcuna traccia. Questo atto apparentemente folle lo ha portato ad esplorare territori oscuri della mente umana e a sfidare i confini della moralità e dell’etica. Oggi avremo l’opportunità unica di scoprire di più su Jack Apricot, il suo libro e le sue visioni straordinarie.
Jack, cosa ti ha spinto a intraprendere questo esperimento così audace e controverso?
La motivazione che mi ha spinto a scrivere “L’omicidio perfetto di Jack Apricot” è proprio quella di cercare di essere più controverso possibile; ovvero spingere il più in alto possibile, l’asticella del lato oscuro della mente umana. Razionalizzare e normalizzare la costruzione di un omicidio, è lo sforzo che ho cercato, che mi spronato a scrivere. L’ispirazione è partita dalle storie di cronaca del cinema e dalla letteratura, dove spesso, le storie di cronaca nera battono di gran lunga la fantasia degli autori. Sono le persone “normali”, come Jack, che, quando commettono efferatezze, stupiscono maggiormente la società, impreparata all’ennesimo colpo di scena.
Nel tuo libro, parli della tua capacità di analizzare la vita quotidiana in modo quasi sociologico. Come questa prospettiva influisce sul tuo approccio all’omicidio perfetto?
Cosa può portare a commettere un atto così atroce, come portare via la vita a qualcuno? Quali sono le motivazioni, le circostanze, i moventi? Sono tutte domande che mi sono posto. Ho incolpato il modo di vivere contemporaneo, che disumanizza la bestia sociale uomo, inteso, ovviamente, come essere umano. Jack è un eremita, un cinico che fugge ogni forma di sentimento e passione, questa privazione, innaturale, lo porterà ad avvicinarsi alla vita attraverso la morte.
Molti considerano il tuo esperimento una violazione degli standard morali e etici. Cosa risponderesti a coloro che condannano le tue azioni?
Si, è una completa e voluta violazione degli standard etici e morali. Era proprio quello che cercavo. Nulla di più sconvolgente di un telegiornale o di cronache locali. Stupirsi o scandalizzarsi de “L’omicidio perfetto di Jack Apricot” è come negare la presenza di alcuni flussi malvagi all’interno di ognuno di noi, celati sotto una civilizzazione sempre più politicamente corretta e alienante.
Hai scoperto qualcosa di sorprendente o inaspettato durante il processo di pianificazione e esecuzione dell’omicidio perfetto?
Sì, ho scoperto qualcosa durante la scrittura. E’ stato talvolta doloroso accettare alcuni pensieri, come la stessa esistenza di Jack. Non avrei mai creduto di arrivare a tanto, ma essendo lo scopo principale quello di stupire e scuotere l’opinione comune, ho dovuto fare i conti con incubi e rimorsi.
Quali sono le tue prospettive sul concetto di giustizia e moralità, considerando l’esperienza unica narrata nel tuo libro?
Condanno Jack, come tutti quelli che uccidono o usano violenza. Il solo fatto che ho prestato “voce” a questo demone non mi rende complice. Molte persone si obbligano moralmente e non ascoltare a non analizzare questi aspetti, si sentono difese all’interno dell’evoluzione sociale, sapiens sapiens, ma stiamo solo negando noi stessi. Spero un giorno qualche criminologo, o chi per lui/lei, possa darci la risposta al perché una persona uccida o commetta atti sanguinari, o al perché scoppino guerre, accettare che esistano (purtroppo) è il primo passo verso la una pacifica soluzione.
Grazie a Jack Apricot per aver condiviso con noi il suo pensiero e la sua visione provocatoria attraverso il romanzo “L’Omicidio Perfetto”. Le sue parole ci invitano a riflettere sulle profondità oscure della mente umana e sulle sfide etiche che ci troviamo ad affrontare in un mondo sempre più complesso. Continuate a seguirci per ulteriori approfondimenti e discussioni su temi importanti come questo.
