Nell’articolo odierno parliamo del libro UOMO CHIAMA TERRA. Dalla scoperta del fuoco, al primo uomo sulla Luna. Cosa è cambiato? di Alessio Rotini, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo. Presentiamo qui un’intervista con l’autore del libro per evidenziare gli aspetti letterari più originali e le esperienze più importanti che sono condensate in questo testo. Affronteremo anche i temi che maggiormente sono rilevanti per l’autore e ai quali viene data espressione in modo peculiare.
UOMO CHIAMA TERRA. Dalla scoperta del fuoco, al primo uomo sulla Luna. Cosa è cambiato? di Alessio Rotini, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, è un saggio di un autore con una volontà interessata all’evoluzione del comportamento umano e agli effetti che esso produce sull’ambiente naturale. Egli ha voluto condividere un’analisi sulla società degli umani, affinché si possa concretamente raggiungere un salto profondamente evolutivo verso un mondo ed un modo di vivere basato sul rispetto reciproco e della natura che finora ci ha cullati. L’inizio di una nuova Umanità.
Per saperne di più, ecco l’intervista con l’autore: buona lettura!
Quali sono i temi decisivi di questo racconto?
Più che un racconto si tratta di una riflessione sulla razza umana e come è arrivata ad essere ciò che siamo oggi. I temi principali sono lo sviluppo fisiologico ed il successivo sviluppo intellettivo dell’uomo. La riflessione parte dalle ragioni che hanno distinto l’uomo Sapiens dall’uomo di Neanderthal. Sono poi messi a confronto lo sviluppo della conoscenza ed i sacrifici che molti hanno affrontato alla ricerca della verità e del bene comune, con lo sviluppo di un egoismo che a volte prende il sopravvento, proiettandoci in situazioni pericolose dalle quali possiamo uscire solo attraverso la scelta giusta, grazie al nostro libero arbitrio. Un libero arbitrio che spesso viene calpestato in nome di ideologie ed archetipi costruiti per limitare la libertà individuale di scelta. Una scelta che deve portarci a vivere e non sopravvivere, in equilibrio con Madre Terra, che non dobbiamo arrivare a distruggere se vogliamo avere un futuro. E’ l’unico pianeta a nostra disposizione, e dobbiamo convivere con tutte le forme di vita che esso ci offre se vogliamo continuare la nostra storia, una storia ricca di avventure , bellezza e genio, non solo di malvagità e crudeltà inaudite che solo l’uomo contro se stesso è stato capace di generare.
Secondo lei, cosa resta costante e invariante nonostante i cambiamenti delle diverse epoche storiche e cosa muta per quanto riguarda l’uomo?
Nel tempo è rimasto invariato il libero arbitrio, che ha permesso all’umanità in ogni epoca ed in ogni parte del mondo di creare culture diverse in grado di creare capacità e competenze incredibili, oltre allo sviluppo di un adattamento alle situazioni più disparate che rendono l’uomo la specie dominante del pianeta. Ciò che muta nel tempo è la consapevolezza dell’io interiore, dell’individualità dell’essere umano, che lo rende unico. Ognuno di noi rappresenta un tassello della storia dell’umanità e contribuisce all’evoluzione della specie. Non è un elemento tangibile nel breve periodo della vita di un individuo, l’evoluzione ha tempi biblici. Ma dobbiamo essere tutti consapevoli che il comportamento del genere umano ha cambiato l’aspetto del pianeta, lo ha plasmato a suo beneficio. La consapevolezza dei limiti che ci dobbiamo porre per una duratura evoluzione della razza umana è ciò che sviluppiamo ogni giorno. Dobbiamo essere quindi capaci di operare a vantaggio di tutto il pianeta. Questa sarà la sfida del terzo millennio.
Cosa vuole comunicare ai lettori?
Il mio vuole essere un documento che porti il lettore a farsi delle domande sulle ragioni per cui noi siamo qui. Troppo spesso in questi ultimi tempi si assiste ad un uso dei mezzi di comunicazione volto a spettacolarizzare azioni e fatti che sono solo importanti per l’attimo in cui accadono. Non si cerca più di stimolare la curiosità verso la conoscenza, ma ci si basa spesso su discussioni fatte di pancia, improvvisate da personaggi che non hanno interesse a coinvolgere chi li ascolta o li vede attraverso i mass-media, sono loro che danno le risposte. Invece, grazie ai nuovi sistemi di comunicazione, sarebbe possibile aprirsi al mondo, parlare con tutti i popoli della Terra e trovare insieme le soluzioni ai problemi veri dell’umanità che sono gli stessi da millenni: la fame e la sete che sempre più dilagano nei paesi più poveri, la necessità di nuove fonti energetiche, una vita umana basata sul rispetto della vita e dell’ambiente, l’abbattimento delle differenze sociali e il giusto riconoscimento della vocazione e delle capacità che ogni persona possiede, quando sia volto a fare del bene. Vorrei che tutti provassero a riflettere su questo per una risposta al mondo.
Come descriverebbe il suo stile di scrittura? Quali autori del presente e/o del passato prende come modello?
Ho immaginato di scrivere il mio saggio come fosse il copione di un monologo. Ho iniziato a ricordare le mie letture giovanili di Darwin ed altri autori e mi sono immaginato di raccontarli come se fossi su un palco ed alle mie spalle scorressero delle immagini che rappresentano le scene salienti che racconto nel saggio.
E’ uno stile tra l’onirico ed il realistico, laddove immagino un incontro con i primitivi del passato che vivevano nelle foreste seguono scene nelle quali narro di fatti realmente accaduti.
La mia intenzione era quella di non fare un trattato sull’evoluzione umana, ma di stimolare chi leggesse questo saggio a cercare informazioni su ciò che ho esposto.
La narrativa relativa ad eventi realmente accaduti è sicuramente quella che mi ha sempre attratto di più.
Ho frequentato il liceo classico e l’impronta narrativa dei classici mi ha sicuramente aiutato nella costruzione logica dei capitoli, ma ci sono autori che apprezzo per la loro capacità di rendere visibile nel pensiero l’immagine che stanno raccontando in un modo così vivido da sentirsi presenti al fatto. Per citarne alcuni: Italo Calvino, Primo Levi e recentemente ho apprezzato molto Silvia Avallone.
Come è stata la sua esperienza editoriale con il Gruppo Albatros Il Filo? Progetta di scrivere altri libri?
Il progetto che abbiamo sviluppato insieme è il punto di forza della mia collaborazione con la casa editrice Albatros il Filo. E’ per me la prima volta che penso e realizzo un’opera letteraria. L’esperienza è positiva grazie alla professionalità dimostrata dal team che mi sta seguendo. Sicuramente è un’esperienza che consiglierei a chi vuole cimentarsi per la prima volta nella produzione di un’opera letteraria. Il team mi ha permesso di concentrarmi soprattutto sulla preparazione del testo, curandone tutti i dettagli, dalla correzione ortografica alla presentazione grafica del libretto. Questo fatto, unito all’aspetto della capacità di divulgazione tramite la rete internet ed il supporto per eventuali presentazioni e partecipazioni a concorsi letterari e fiere, rende la collaborazione con questa casa editrice un servizio di qualità elevata per chi come me vuole provare a lavorare nell’ambito delle pubblicazioni letterarie. Vista la prima esperienza, ho cominciato a scrivere un altro libro. Questa volta si tratta di un romanzo, ispirato alla vita di una persona che ha fatto parte della mia vita, quindi molto importante per me. Per ora non dico niente di più, per scaramanzia.

Ringraziamo l’autore per aver risposto alle nostre domande e per averci aiutato ad arrivare al cuore del testo e delle questioni in esso implicate. UOMO CHIAMA TERRA. Dalla scoperta del fuoco, al primo uomo sulla Luna. Cosa è cambiato? di Alessio Rotini, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo, merita di essere letto con attenzione, perchè è un saggio avvincente, che fa riflettere su questioni fondamentali per la nostra esistenza che troppo spesso trascuriamo.