Incontro con Carlotta Rondana

“Molo 23” l’esordio letterario dell’attrice romana tra palco, cinema e scrittura

 “Ha le sue norme il molo 23, ha i suoi protocolli, ha le sue ore, le sue ragioni, le sue ombre, le sue luci, le sue liturgie, le sue abitudini, le sue reiterazioni. E, soprattutto, ha la sua fauna.”

Con queste parole Giuseppe Manfridi, scrittore e sceneggiatore, ci accompagna alla scoperta “Molo 23”, opera prima di Carlotta Rondana, novità del nostro catalogo in uscita per la collana Strade.

L’autrice Carlotta Rondana

Seguendo le suggestioni di Manfridi si può dire che “Molo 23” è uno sguardo profondo e mai banale sulle tante e diverse anime della natura umana che l’autrice ci sa magistralmente disegnare e racchiudere nei confini di un quartiere ai piedi del porto, una periferia brulicante di vita.

Carlotta Rondana, dopo gli studi all’Actors Studio e la carriera cinematografica al fianco di Paolo Sorrentino, Pasquale Squitieri e Ferzan Özpetek, sceglie per presentarsi ai lettori uno stupendo romanzo corale in cui protagonista assoluto è il grande palazzo di mattoni rossi che troneggia in copertina e attorno a cui si affollano gli abitanti del molo con le loro semplicità, i loro affetti e la loro solitudine.

Curiosi di scoprire i retroscena di “Molo 23” abbiamo raggiunto l’autrice impegnata oggi sul set del suo prossimo film, su cui ancora mantiene il riserbo più assoluto, per una breve intervista:

Buongiorno Carlotta e grazie per il tempo che ci stai dedicando. Entro subito nel vivo del tuo “Molo 23”. La tua penna costruisce davvero un piccolo mondo, un ecosistema quasi staccato da tutto. Vorrei chiederti: ma il Molo 23 è un pezzo di mondo o è il mondo tutto intero?

Cosa è Molo 23? È un pezzo di mondo. Una pluralità di vite che possono o meno trovarsi in qualunque parte. Il lettore le può immaginare come il mondo per intero, ed è proprio perché i miei protagonisti appartengono al mondo che li puoi trovare ovunque.

Hai scelto come ambientazione un molo, quindi un porto, che da sempre è luogo fatto di incontri, di scambi, di relazioni. Come mai allora la solitudine è il tratto che accomuna molti dei tuoi personaggi?

La solitudine li accomuna e li rende unici. Tutti gli esseri umani la scoprono nelle loro dinamiche quotidiane, e così anche ogni personaggio vive la propria solitudine in un momento ben preciso della sua giornata. Ho cercato di raccontare tutto questo in maniera quanto più umana e senza idealizzare nulla. La solitudine poi è una dimensione che conosco e che ho provato tanto su di me, non potevo escluderla.

Colgo l’occasione per chiederti quanto di te e della tua personalità hai messo in “Molo 23”.

Certamente c’è tanto, se non tutto, quello che ho osservato della realtà che mi circonda. Realtà umane che ho scrutato e che non potevo certo ignorare nel mio racconto. Non c’è nulla di didascalico o autobiografico nel quale mi posso riconoscere, ma come posso dire… sono pezzi di vita che hanno preso vita in queste pagine.

Ci racconti della copertina e del palazzo con i mattoni rossi? È stata questa immagine a suggerirti il romanzo o è stata una scoperta trovare un paesaggio che assomigliasse tanto a quello che avevi immaginato?

È una storia divertente. Ho scritto questo romanzo a Madrid l’anno scorso. Sicuramente sono convinta di aver visto questo stesso palazzo di mattoni rossi passeggiando per la città, ma me ne sono accorta solo dopo aver completato la prima stesura, quando avevo addirittura scelto un’altra immagine per la copertina. Credo però che questa sia davvero l’unica che possa descrivere il romanzo.

Abbandonando per un attimo il tuo libro, ci dici qualcosa sui tuoi prossimi progetti?

Come ti ho anticipato, del film posso dirti molto poco. Adesso è in uscita un progetto molto carino con Özpetek, un cortometraggio e abbiamo pronti altri lavori per il prossimo futuro. Ho un secondo libro in cantiere, ma essendo un’attrice sono orientata per adesso molto sulla recitazione, non solo al cinema ma anche in teatro. Lavorando con Pablo e Pedro ho poi scoperto un’attitudine alla comicità e mi sto provando in ruoli in cui mi riconosco molto.

Ti ringrazio tanto Carlotta per il tuo tempo e per questa intervista.

Grazie a te.

Vi consigliamo ancora una volta “Molo 23” di Carlotta Rondana per la collana Strade del Gruppo Albatros il Filo, in libreria.

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