GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Omicidio a Costa Gaia. Le indagini del Commissario Francesco Vitale – Maria Soccorsa Parisi

Benvenuta, Maria Soccorsa Parisi! È un piacere averla con noi sul blog del Gruppo Albatros per parlare del suo intrigante romanzo Omicidio a Costa Gaia. Le indagini del Commissario Francesco Vitale. Questo giallo avvincente ci porta nel cuore della Sicilia, intrecciando un caso complesso con paesaggi mozzafiato e atmosfere uniche. Siamo curiosi di scoprire di più sul Commissario Vitale, sul mistero di Costa Gaia e sulla sua esperienza come autrice.

Come è nata l’idea per il personaggio del Commissario Francesco Vitale, detto Ciccio, e cosa lo rende unico rispetto agli altri protagonisti del genere poliziesco?

In verità quando ho avuto l’idea del mio primo Giallo “IL SEGRETO DI INICI” pensavo al Commissario Montalbano di Andrea Camilleri. Io lavoravo, ero Dirigente Scolastico al Liceo “Giovanni Vailati” di Genzano di Roma, pertanto impegnatissima con circolari leggi, riunioni e quant’altro. Scrissi al Maestro chiedendogli di scrivere lui un giallo sulla trama che avevo buttata giù così, in una notte insonne. Ma lui mi rispose incoraggiandomi: la bozza della trama gli era piaciuta e dovevo scrivere io personalmente il romanzo, lui era convinto che ci sarei riuscita e avrei avuto un pubblico mio che mi avrebbe apprezzata, ma dovevo crederci, dovevo insistere, senza scoraggiarmi! Solo andando in pensione, nel 2017 ho cominciato a riprendere l’idea e a scrivere il mio primo romanzo giallo. Dove Vitale era un mio vecchio compagno di scuola ma Francesco era il nome del mio papà, chiamato appunto Ciccio. Il Commissario Vitale si distingue dagli altri, intanto, perché è di Castellammare del Golfo, il mio Paese di nascita, e poi perché somiglia a mio padre: legato alla famiglia, profondamente religioso, attaccato al dovere, rispettoso delle leggi, collaborativo, ma intuitivo, scrupoloso, alla ricerca della verità anche quando le apparenze portano da tutt’altra parte. Da giovane mio padre voleva fare il Carabiniere ma, essendo figlio unico, mia nonna lo convinse ad occuparsi della loro terra e a non rischiare la vita! All’epoca, fine anni 30, c’era in giro il famoso bandito Giuliano.

Costa Gaia è uno scenario suggestivo e pieno di contrasti. Quanto ha influito la Sicilia nella costruzione della trama e dei personaggi del romanzo?

Costa Gaia è la mia Sicilia, la mia terra, la mia casa. Io sono nata a Castellammare del Golfo, il Golfo più imponente della Sicilia e la Costa che va da Castellammare a San Vito lo Capo si chiama proprio COSTA GAIA ed è meta di turisti, che vengono da tutte le parti del mondo per ammirarne la bellezza. Io ne sono innamorata, è lì che sono nata, che ho vissuto la mia infanzia e la mia giovinezza, sono venuta a Roma da giovane, per iscrivermi all’università La Sapienza, ma il mio Paese è la mia memoria, i suoni e gli odori della mia terra, il mio mare. Come non lasciarmi influenzare di quanto amo per i miei Gialli!

Il libro tratta temi complessi come i legami familiari e il peso della criminalità organizzata. Quali sfide ha incontrato nel bilanciare l’intrigo giallo con questi aspetti più profondi?

Io sono profondamente cattolica ed amo la famiglia, l’unione, la condivisione, la comprensione, il rispetto reciproco e questi si rispecchiano nei protagonisti principali dei miei romanzi. Ma ho vissuto da ragazza uno dei periodi più neri della vita sociale della mia città a causa della delinquenza organizzata, della Mafia. Negli anni 60-70 ci sono stati degli avvenimenti terribili e mi ricordo che spesso mio padre tornava dalla campagna e ci faceva rimare a casa, perché fuori non si poteva andare. In “Omicidio a Costa Gaia” affronto le relazioni in una famiglia mafiosa dove il padre, capo mafia, vuole coinvolgere nei suoi affari il figlio piccolo che, pur di ottenere la sua libertà si allontana dalla casa paterna. Ma non ci riesce perché ogni volta che combina qualche guaio si rivolge al padre, l’unico che può aiutarlo, e questi piano piano lo sottomette alle Sue regole!

La figura del commissario Vitale emerge come un uomo diviso tra il lavoro e la famiglia. Come ha sviluppato questo equilibrio nel suo racconto e quanto è importante per la narrazione?

Sì, Ciccio è un uomo diviso tra la famiglia e il lavoro, che non ha orari precisi, e spesso succede che deve, come in questo caso, trascurare la famiglia per il lavoro che lo coinvolge troppo, anche di domenica, tanto da far rientrare in servizio il suo vice che è in ferie! Da subito Ciccio comprende che non sarà un caso semplice da risolvere e il suo intuito lo porta a collegare diversi fatti che apparentemente sembrano molto lontani, come l’incendio a Scopello. Ma l’amore per la moglie e per il piccolo Andrea, l’affetto dei familiari, genitori suoceri e cognati e la comprensione e l’amore di Mariuccia, sua moglie, nonostante il broncio iniziale, gli porta quella serenità che gli permette nel lavoro, di avere quella prontezza ed efficienza che lo aiutano a lavorare al meglio sui casi anche difficili, come questo.

Senza rivelare troppo, cosa spera che i lettori portino con sé dopo aver letto Omicidio a Costa Gaia?

Omicidio a Costa Gaia si legge in due-tre pomeriggi, è scorrevole e comprensibile, anche nei dialoghi in siciliano, la trama è complessa e stimola a proseguire la lettura e solo alla fine si troverà il bandolo della matassa. Il lettore si troverà a riflettere che spesso persone oneste hanno difficoltà a trovare un lavoro dignitoso e ben retribuito tanto che si trovano costretti a lavorare per criminali e a fare cose che altrimenti non avrebbero fatto mai! Il lettore, comunque, si trova davanti un rappresentante della Legge che dà l’immagine positiva delle Istituzioni, dove si lavora con serietà, collaborazione, attenzione e rispetto reciproco per arrivare alla verità. Vorrei infine che ai lettori, oltre alla piacevolezza della lettura, rimanesse il desiderio di andare a vedere i posti descritti e, perché no, andare ad assaporare le pietanze, i fritti, i dolci, di cui io sento il sapore in bocca nella descrizione e soprattutto riuscire a sentire l’odore di salsedine e alghe in riva al mare meraviglioso di Castellammare del Golfo.

Grazie, Maria Soccorsa Parisi, per aver condiviso con noi il mondo di Omicidio a Costa Gaia. La complessità della trama, unita alla ricchezza dei dettagli e delle ambientazioni, rende il suo romanzo un’opera imperdibile per tutti gli amanti del giallo. Non vediamo l’ora di scoprire quali altri misteri ha in serbo per il Commissario Francesco Vitale. A presto e buon lavoro per i suoi progetti futuri!

4 commenti

  1. massimo

    romanzo giallo avvincente, scorrevole, simpatiche e tenere scenette di vita familiare si alternano alle azioni investigative; gradevoli pennellate di luoghi e prelibatezze culinarie , sapiente utilizzo del dialetto, odori e sapori del mare fanno da condimento. Lettura piacevole. Da consigliare

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  2. Mitilino Teresa

    lo stile della scrittura di Maria Soccorsa Parisi è chiaro e coinvolgente. Attraverso i suoi gialli ci immergiamo nel favoloso mare della Sicilia e gustiamo l’eccellente gastronomia della sua terra di quella Castellammare dove è nata e dove ritorna sempre.La descrizione di questi luoghi è così avvincente che vien voglia di partire subito per conoscere e vivere le stesse emozioni.Sono gialli scritti comunque con il cuore e l’amore.

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  3. Tiziana Ignagni

    Un testo esilarante, sembra di essere letteralmente seduti a teatro: l’ intervallarsi di espressioni tipicamente siciliane e italiane ,sono un grande input ad arrivare “alla fine” del testo in breve tempo.

    Una finestra aperta sulla bella Sicilia!

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