GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Stramonium – Mattia Bongiorno

Benvenuti sul blog del Gruppo Albatros! Oggi abbiamo il piacere di intervistare Mattia Bongiorno, autore del libro “Stramonium”, un’avventura fantastica che ci trasporta in un mondo parallelo dominato dal regno di Valproato e minacciato dal misterioso Angelo Bianco. In questa storia, seguiamo Giordano, un medico che, grazie alle sue conoscenze in omeopatia, diventa un improbabile eroe chiamato a difendere Valproato e i suoi abitanti. Lungo il cammino, l’incontro con la principessa Evelin e l’amicizia che li lega aggiungono un tocco di magia e saggezza a questa narrazione unica. “Stramonium” è un fantasy che, pur mantenendo l’elemento magico, porta il lettore a riflettere sul coraggio, l’armonia e la possibilità di trasformare il cuore persino di chi appare ostile. Scopriamo di più sull’universo di Valproato e sull’ispirazione dietro questa straordinaria avventura nelle parole dell’autore!

Come è nata l’idea di “Stramonium” e qual è stato l’elemento che ti ha ispirato a creare il regno di Valproato?

Ho sempre avuto la passione di scrivere racconti sotto l’influenza delle mie esperienze di vita e quella di “Stramonium” è stata ispirata dallo studio dell’Omeopatia ed infatti ogni capitolo ha il nome di un rimedio omeopatico. Il regno di Valproato è il nome stesso di un farmaco della medicina ufficiale e molti altri sia di persone che di luoghi prendono spunto dalla medicina ufficiale anche se un po’ camuffati quasi a voler creare una contrapposizione leggera e divertente tra la medicina ufficiale e l’omeopatia. Il Regno di Valproato, inoltre, simboleggia il luogo dove accade sia il bene sia il male, un palcoscenico da cui si ammirano i fantastici eventi dei nostri protagonisti.

Giordano, il protagonista, è un medico che utilizza le sue conoscenze omeopatiche per affrontare le sfide in un mondo fantastico. Cosa ti ha spinto a rendere la medicina omeopatica una componente chiave della storia?

“Stramonium” è stato un modo per far avvicinare il lettore, in un modo facile, leggero e non didascalico, alla conoscenza della medicina omeopatica, grande tabù in Italia, e magari far nascere in chi legge la curiosità di voler approfondire. Ho voluto creare un canale di informazione sull’omeopatia perché se saputa usare è molto valida.

L’Angelo Bianco rappresenta un antagonista molto particolare: cosa simboleggia e come pensi che il lettore possa interpretare il suo ruolo nella trama?

Nella vita esiste il bene e il male, che è in ognuno di noi. Quando il bene viene contaminato dalle forze del male si trasforma. Nel romanzo l’Angelo Bianco è proprio questo: da fautore del bene diventa un assassino senza scrupoli. Lui simboleggia la trasformazione mostrandoci come elementi negativi quali la rabbia, soprattutto, fanno sì che dal bene si passi facilmente al male. Ed è quello che accade in ognuno di noi, quando siamo investiti dai sentimenti per esempio di odio, di rancore e di rabbia volgiamo purtroppo alle forze del male e non ce ne accorgiamo neanche. Oggi giorno c’è molta violenza, scaturita forse da un malessere interno. La gioventù, soprattutto, è la prima a subirne le conseguenze. Secondo me, non c’è più una forte coscienza individuale che riesce ad adattarsi alla società di oggi che è in continuo e veloce cambiamento e trasformazione. I giovani di oggi, non avendo più una forte identità ed i mezzi per leggere con saggezza la realtà che gli circondano, non riescono a discernere i messaggi positivi da quelli negativi che la stessa società propina in modo veloce e confusionale trainando, così, i nostri giovani in un quadro disarticolato che essenzialmente li porta a smarrire la luce del bene per seguire quella del male.

La sintonia tra Giordano e la principessa Evelin è un punto centrale del racconto. Come hai immaginato questa relazione, e in che modo contribuisce alla crescita del protagonista?

Ho immaginato la relazione tra Giordano ed Evelin come simbolo di energia maschile e femminile che si migliorano a vicenda fondata sulla base dell’etica e del rispetto reciproco. Questo nuovo amore con Evelin farà evolvere il nostro protagonista. Giordano imparerà dalla luce di Evelin cosa sia la compassione, il significato della sofferenza e dell’amore verso l’altro, volto solo ed unicamente al bene dell’altra persona.

“Stramonium” ha un messaggio che sembra andare oltre il semplice racconto di avventura. Quali temi profondi speri che i lettori colgano nella tua storia?

In “Stramonium” sono celati temi molto profondi che spero vengano colti dal lettore. Vorrei che il significato della sofferenza arrivi a tutti. Noi occidentali siamo ostili a dover soffrire ed a provare il dolore, lo rifiutiamo come se fosse una piaga e cerchiamo l’evasione dal dolore. Dagli studi della filosofia buddista ho imparato a capire come un’esperienza negativa nella nostra vita caratterizzata da sofferenza possa essere un motivo di evoluzione personale. “Dalla melma cresce il fiore di loto” citano i buddisti ed è così che le sofferenze che incontriamo nel percorso di vita non sono altro che delle opportunità per rinascere più forti e più saggi. Ed è nei giovani, che spero più di tutti leggano questo libro, imparino a non evitare del tutto le sofferenze che incontreranno nel loro percorso di vita, ma di attraversale e di viverle in pieno per la loro crescita personale. La sofferenza, inoltre, nasce anche dalla credenza della permanenza delle cose. Per noi occidentali ci è difficile concepire che tutto si trasforma nel corso della vita e che l’attaccamento alle cose ed alle persone crea sofferenza; quante volte non si accetta la morte di un nostro caro? O la perdita di un qualcosa di materiale? Il più delle volte non acquisire coscienza dell’impermanenza porta le persone ad una profonda sofferenza. In “Stramonium” questo sottile e profondo messaggio viene più volte presentato in varie occasioni. Inoltre, la luce della principessa Evelin ci trasmette il tema della compassione, quel sentimento di pietà e di partecipazione al dolore altrui che a noi occidentali è molto lontano. L’amore, altro tema importante che ritroviamo, visto come il far stare bene l’altro senza l’aspettativa del ritorno. In ultimo, ma non meno importante, troviamo anche velato il tema della diversità, tema purtroppo oggigiorno ancora molto diffuso. In “Stramonium” vediamo come una ribellione di Zolofte, l’Angelo Nero, che viene considerato diverso per il colore.

Grazie, Mattia, per aver condiviso con noi il mondo di “Stramonium” e per averci accompagnato in un viaggio unico nel regno di Valproato. La combinazione di saggezza, coraggio e umanità del protagonista Giordano fa di questo libro un’opera coinvolgente e stimolante per lettori di tutte le età. Auguriamo a “Stramonium” un grande successo e ai nostri lettori una lettura che, ne siamo certi, saprà conquistarli e sorprenderli!

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