Oggi abbiamo il piacere di intervistare Sara Gàlea, autrice del libro “Sharia. Il viaggio verso la vita”, un’opera che ci conduce nei meandri dell’anima e dell’energia, esplorando le profondità dell’amore e delle relazioni. Il racconto di Sharia si snoda attraverso un viaggio interiore, dove specchi, frammenti e dimensioni parallele riflettono il suo Sé, la sua anima divisa tra Wolfgang e Jack, due uomini che incarnano le diverse facce dell’amore e che la accompagnano lungo il suo percorso di ricerca esistenziale. Tra dramma e poesia, Sara Gàlea ci invita a riflettere sulla potenza delle emozioni, sul rapporto tra l’individuo e l’universo, e sul significato ultimo dell’amore.
Sara, come è nato il personaggio di Sharia e quanto di lei è presente in questo viaggio intimo e complesso?
Ho deciso che in questa intervista dirò la verità su come è nata Sharia (che si legge come aria) e non dirò la solita mezza verità, perché altrimenti chi mi leggerà, perché veramente interessato, non potrà comprendere pienamente il viaggio ed il messaggio. Sharia nasce circa ventuno anni fa da una necessità interiore, che ha completamente magnetizzato la mia attenzione e la vita al punto di spingermi ad impregnare la ’’carta’’ di ciò che avevo dentro, per molte notti, per circa sedici anni. Ovviamente, come si può capire, non scrivevo sempre altrimenti avrei realizzato la nuova Treccani, ma soltanto quando sentivo questa forte pulsione esplodermi dentro, che mi imponeva di alzarmi di notte per scrivere. Solo di notte. Era come una pressione che mi svegliava, sempre verso le due le tre, evidentemente si creava da quella parte di me che riuscivo a percepire quando la mente era addormentata, e quindi incapace di opporsi alle forze interiori. Era la mia anima che bussava al cuore per dettare ciò che dovevo scrivere. Ma c’è un ma, cosa che non ho mai detto a nessun estraneo, perché lo ho sempre ritenuto inutile da sapere, o forse privato, ho sognato di dover scrivere questo libro, ed in verità lo ho sognato ad occhi aperti, ma sono sicura di poter dire che non stavo sognando, ero sveglia e presente, e la prova la ho avuta il giorno dopo. Una notte in cui piangevo nel letto, come da tante notti facevo da tempo, mi sono sentita un peso sulle gambe, ero a pancia sotto, girandomi e guardando ho visto una sagoma che, se qualcuno mi chiedesse di descrivere non saprei farlo, ma questa ‘’persona’’, non palpabile c’era, pesava, mi sono subito messa seduta ma non avevo paura, ero tranquilla, e ha iniziato a parlarmi non con la bocca, ma lo sentivo, dicendomi che mi ascoltavano tutte le notti, mentre piangevo e chiedevo aiuto agli angeli perché non volevo più soffrire, e che era venuto quella notte per dirmi che ero stata ascoltata, anche da Dio, soprattutto da lui, che io ho sempre chiamato Universo, ed ora mi avrebbe aiutata, attraverso la mia anima, a ritrovare la mia strada, la mia felicità curando me stessa, e per farlo avrei dovuto scrivere un libro, che sarebbe stata la mia palestra, ed in quel libro avrei curato il passato, decodificato il presente, e creato il futuro che la mia anima voleva vivere insieme a me. Ad un certo punto mi ha detto che il libro si sarebbe dovuto chiamare ShARiA, e dovevo scriverlo esattamente come lo ho scritto, con il mio nome in maiuscolo e la h e la i minuscoli. Mi ha detto inoltre che lo avrei scritto soltanto di notte, e mi ha poi invitata ad alzarmi per appuntare su un foglio quel nome per non dimenticarlo, ed io così ho fatto, ma quando mi sono girata per tornare nel mio letto mi sono resa conto che non c’era più nessuno, se mai c’era stato qualcuno, quel periodo dormivo nel salone, ero stanca e mi sono messa sotto le coperte, pensierosa in verità, piena di domande, ma stanca, tanto da addormentarmi subito. L’indomani, quando mi sono alzata, ho fatto le cose di tutti i giorni, ho portato i bambini a scuola, ovvero il bambino ed il giovanotto perché il grande aveva già circa sedici anni, tornata a casa ho messo a posto e sono andata sulla scrivania per preparare il lavoro per il cliente che sarebbe venuto da lì a poco. Ero un coach, lo sono ancora ma non professo più. La grande sorpresa è stata trovare il foglio di carta con scritto ShARiA, ricordandomi così della notte prima. Mi guardavo quel foglio un po’ incredula ma era lì davanti a me (so che sto scrivendo qualcosa che potrebbe mettermi sotto la luce di una insana follia ma questo è) e così ho acceso il pc per iniziare a scrivere questo libro, sono una persona disubbidiente, raramente faccio ciò che mi viene detto, ma aperto il file e scritto il titolo, come avrei dovuto scriverlo, sono rimasta a guardare il foglio bianco sul monitor senza riuscire a scrivere nulla. Non avevo nulla da dire, provavo a scrivere qualche cosa ma cancellavo subito tutto, fino a che ho chiuso file e pc, anche un po’ demotivata in verità, soprattutto perché non capivo come un libro potesse farmi da palestra e cura, e come l’Universo mi avrebbe aiutata se ero io a dover scrivere un libro palestra, la mia idea di aiuto era quella di qualcuno che ti sostiene, ti regge, ti dà qualcosa, fa qualcosa, ovviamente era quella donna di ventuno anni fa che pensava questo, perché oggi so di aver ricevuto un grandissimo aiuto, so di essere stata presa per mano e condotta in tutti i posti dove cercare e trovare gli strumenti per sanare tutto ciò che mi aveva allontanato dalla mia anima, lasciando la penna alla mia anima ogni volta che scrivevo. Non ci ho più pensato ed ho trascorso la giornata tra le varie incombenze della quotidianità, andandomene finalmente a dormire la sera. Alle due e mezza circa mi sono svegliata, insonnolita mi sono alzata, ho acceso il pc, mi sono seduta e con gli occhi semi aperti ho iniziato a scrivere. Scrivevo di getto senza pensare, scrivevo e scrivevo fino a che, ad un certo punto, le mani si sono fermate, ho chiuso tutto, e sono andata a dormire riaddormentandomi subito. L’indomani, dopo le varie cose di casa e lavoro sono andata al pc, mi ricordavo di avere scritto, ho aperto il file, ho letto le pagine scritte, che sono diventate poi il primo capitolo, le ho rilette più volte, perché non comprendevo cosa avessi scritto, e sinceramente per molto tempo non lo ho compreso. Non tutte le notti per sedici anni ogni tanto mi svegliavo e scrivevo, e quando l’indomani rileggevo era come se non lo avessi scritto io, non ricordavo ciò che avevo scritto e non lo comprendevo completamente, ma non ho mai cancellato nulla perché sentivo che era giusto così. A volte leggendo delle frasi che scrivevo in corsivo, frasi sibilline le chiamavo, le capivo magari dopo vari capitoli, ovvero mesi, o anni. Quando a volte provavo a scrivere di giorno mi si chiudeva il flusso, niente, non partorivo nulla, neanche una parola. Ero talmente interdetta da questa cosa che iniziai a scrivere un altro libro, e poi un altro, e poi un altro ancora, tutti pubblicati, presentati, amati e dimenticati, e pensandoci bene con una loro consecutio temporum, mentre ShARiA mi chiamava di notte. Oggi so del grande percorso che ho fatto con ShARiA, e so anche che chi lo sta leggendo sta facendo egli stesso/a un percorso, quasi condotto per mano. Ho finito di scriverlo, chiudendolo in una cartellina del computer, quando sono diventata vicesindaco ad Anguillara Sabazia. Da quel momento sono passati i peggiori e più begli anni della mia vita, peggiori per quello che ho dovuto vivere, la politica è bella ma sporca e pericolosa, i più belli perché ho fatto molte cose buone e che esistono ancora, come un centro antiviolenza, ma ritornando al libro era chiuso nel pc, in silenzio, non ci pensavo proprio più. Mi sono dimessa dopo tre anni e mezzo quattro, da vicesindaco e assessore, stavo troppo male, un mese dopo è morto mio marito, mi chiese lui di dimettermi prima di morire, dicendomi testualmente ‘’Sara fammi morire tranquillo’’, poi è arrivata la pandemia, la sequenza fu 23 gennaio 2020 mi sono dimessa, 9 febbraio 2020 è morto mio marito, dopo sei mesi di patimenti, e l’11 marzo 2020 è stata dichiarata la pandemia. Ero nuovamente morta dentro, e come succede ogni volta che defungo ho riaperto il pc, oggi non più, lo apro per scrivere o lavorare, ho deciso che la prossima morte dovrà essere quella dove lascerò questo corpo, ma tornando a noi sul monitor gli occhi mi sono andati sulla cartella ‘’ libri ‘’. La apro e vedo ShARiA, mi ha nuovamente chiamata, ne sono sicura, evidentemente aveva da darmi qualcosa, ed inizio a rileggerlo, era come se leggessi un libro nuovo, era come se non lo avessi scritto io, questo libro per me è un mistero, sottolineo per me, nulla di eclatante, anche ora in verità io non ricordo pienamente i contenuti, sebbene lo abbia dovuto rileggere molte volte in fase di editing, è un mistero per me, più lo leggo, più lo dimentico e quando lo rileggo mi dà nuove sensazioni, è come se leggo un libro nuovo, cresce lui o cresco io, o forse entrambi. La lettura mi riprese nuovamente, nonostante ancora non riuscissi a comprenderlo, ma mi affascinava, era bello da leggere, pieno di effetti speciali, ma ad un certo punto ho letto una cosa che mi ha fatto sbiancare e rabbrividire, facendomi scoppiare in un pianto disperato: nel libro io ho scritto di mio marito Oliviero, di cui anagrammai il nome facendolo diventare Roiviel e forse dovrei dire un’altra verità, lui mi lasciò all’inizio di tutto questo, qualche mese prima di quando poi sognai, o vidi, o quello che è stato, quella persona impalpabile che mi svegliò; per questo piangevo di notte, si innamorò di una ragazza molto più giovane di noi, ma mai lo ho odiato per questo, poteva succedere a me, eravamo comunque una famiglia, ci aiutavamo, e abbiamo cresciuto i figli senza distruggergli la vita, mentre forse stavo distruggendo la mia. Comunque, tornando a Sharia ad un certo punto ho letto che avevo scritto un capitolo sulla malattia che ha avuto 21 anni dopo, e avevo scritto pure che sarebbe morto, cosa che ho cancellato dal capitolo perché mi sembrava quasi di averla chiamata io la sua morte e chiudendo il pc, piangendo disperata per il trauma di ciò che avevo scritto, e letto, non lo ho più riaperto per due anni, il senso di colpa mi stava sbranando. Ormai però ero diventata brava ad elaborare i miei traumi da sola, e così ho rinnovato il mio cammino verso la vita attraverso un intensivo di meditazione ed altre pratiche spirituali. L’anno scorso ero al pc a fare dei lavori per i bambini di scuola, nel frattempo ho ripreso ad insegnare, quando d’un tratto mi si è aperta da sola la cartella libri, aprendosi anche ShARiA. Mi guardavo il monitor un po’ perplessa, perché non mi sembrava proprio di aver toccato l’icona ma… ormai non mi meravigliavo più di nulla e così ho ricominciato a leggere il libro, stavolta parola dopo parola capivo ogni senso, ogni passaggio, ogni frase sibillina. Stavolta ero pronta a leggere ogni capitolo, anche quello in cui Roiviel, ovvero Oliviero diventa un Veliero e la Galea lo affianca per accompagnarlo fin sopra la luce dagli abissi del mare, non dico altro o svelo tracce del libro, ma ho capito di aver descritto i suoi ultimi quattro mesi di vita. Non lo ho cancellato, so di aver onorato il suo dolore di quei mesi, mentre gli sono stata accanto ogni istante nonostante fossimo separati ormai da una vita. Questo libro è stato scritto dalla mia anima, ShARiA è la mia anima, si sono io, ma lei mi ha fatto fare un percorso, mi ha fatto lavorare su di un progetto, la famosa palestra era il percorso dell’anima per riprendersi la sua vita, il suo senso, quella che si cede al proprio prossimo. E molti personaggi erano in effetti energie potenti che mi sostenevano, ero circondata da angeli, ma allora non lo sapevo, né lo percepivo, e ora sento fortemente che tra quelle energie c’era, ovvero c’è, anche l’Universo con me, e so anche in quanti personaggi si è manifestato per spingermi a non fermarmi. Una cosa ancora e mi fermo qui, quando scrivevo era come se io vivessi tutto quello, io ero dentro quell’energia che si manifestava sotto forme di parole, mi veniva il respiro corto, l’ansia, la paura, insomma, ho scritto con tutte le varie dimensioni di me tranne me, già. Mi sono dilungata troppo ma… Sharia è questo.
In “Sharia. Il viaggio verso la vita”, troviamo una fusione di elementi reali e onirici. Cosa rappresentano per lei le dimensioni parallele e i frammenti del Sé che emergono lungo il racconto?
Oggi posso finalmente dire cosa rappresentano per me, soltanto oggi. Avendo scritto questo libro in uno stato quasi di trance, in quanto dal letto insonnolita andavo appunto a scrivere, sono fermamente convinta che sia tutto frutto di un percorso attraverso le varie dimensioni del mio Io interiore, nei quali si ritrovano le varie dimensioni parallele dell’universo. A favorire questo, evidentemente, il fatto che io da anni facevo meditazione trascendentale ed altre pratiche spirituali e psichiche. Dentro di noi ci sono diverse dimensioni che possiamo interpretare secondo scienza, scoprendo poi che i concetti religiosi e spirituali cambiano la terminologia ed i modi ma sono tutti sovrapponibili, come inconscio, subconscio, coscienza, le varie onde celebrali, alfa, beta, theta, delta e gamma, anima, spirito, energia creativa, Dio Universo, campo Morfico collettivo, altro, non dimenticando poi che abbiamo tre cervelli, quello della testa, del cuore, della pancia, cervelli veri, studiati, con tanto di neuroni e connessioni elettriche e magnetiche, e dentro ognuno dei quali si trova una delle nostre tante dimensioni. Evidentemente, ma ne sono certa, Sharia, la mia anima, mi ha fatto fare un viaggio in ognuno di questi luoghi, ma anche con il contributo del mio spirito, che mi ha aperto le strade, e dell’energia universale che è dentro ognuno di noi, che mi ha connessa in maniera totale con l’anima del mio passato, del presente e del futuro, dove ho potuto reinterpretare delle cose che stavano agendo subdolamente su di me, curarne altre e crearne altre ancora. Poi però si ritrovano elementi reali, è vero, perché comunque il cervello della testa, senza sovrapporsi alle altre dimensioni, ha concesso al cervello del cuore di condurre il viaggio dell’anima, non intervenendo nei ricordi ma coordinando mani, sé stesso e le dimensioni che si stavano aprendo a me in quel momento. Assisi è stato un viaggio molto importante che ho fatto nella vita, da adulta, con i miei genitori, io e loro, senza ne figli ne altri, solo io e loro, e sono tornata molto cambiata da quel viaggio. Forse, anzi sicuramente, li è successo qualcosa di molto importante dentro di me, anzi non quasi sicuramente è stato così, ma di quello non mi sento di parlarne. I frammenti del Se non sono null’altro che quelle parti di noi che abbiamo perso, o ceduto, o barattato con il prossimo, per poter vivere su di un pianeta che ha perso la propria capacità di vivere secondo il senso dell’anima, per poter ricevere il surrogato dell’amore, amicizia, benessere, come dei mendicanti di un pezzo di pane, non sapendo che in noi esiste il forno per farlo.
L’amore, rappresentato sia in chiave romantica sia come energia universale, è un tema centrale nel suo libro. Qual è la sua visione di questa forza così potente e spesso imprevedibile?
La mia visione è che l’amore sia qualcosa di immenso, è un’energia, un campo elettrico che magnetizza tutto ciò che tocca, è Dio, o chiamiamolo come ognuno vuole, io lo chiamo Universo. Risiede nel cuore, ma si espande in ogni cellula magnetizzando ogni nostra attività, semplicemente fluendo attraverso i nostri occhi, le nostre parole, le mani, i pensieri, il respiro, chi ama contamina altri d’amore, ovviamente quando liberiamo il nostro corpo e la nostra mente da energie di contrasto, negative e a bassa frequenza. Si frequenza, perché l’Amore è una frequenza elettrica e ci possiamo agganciare a lui soltanto se vibriamo come lui, in lui, e sto parlando della nostra energia. Vive nel cuore e si espande attraverso il suo campo magnetico, autoalimentandosi attraverso la vita. Immagina che dal cuore inizi a straripare questo flusso, forte ma gentile, che inizia a magnetizzarci, a permeare ogni cellula, organo, pensiero. Perché crediamo che delle persone stiano sempre bene, siano felici, siano motivate? Perché si sono stabilizzate nella frequenza dove si vive nella neutralità. L’amore romantico, diamogli questa accezione, è la fusione di due campi energetici, elettrici, che formano un immenso campo magnetico, anima di coppia, ed iniziano ad espanderlo, a farlo crescere. Ma anche l’amore amicale, o quello che si manifesta in delle attività: Dove ci sentiamo attratti lì c’è amore. Per questo due persone che sono nell’amore possono fare miracoli insieme, perché creano una frequenza potentissima. L’attrazione tra persone è proprio il risultato del magnetismo che si innesca tra esseri che si trovano sulla stessa frequenza, poi c’è altro, ma mi fermo qui perché, se no sconfinerei su altri temi.
Quali sfide ha incontrato nel dare vita a personaggi come Wolfgang e Jack, così diversi ma ugualmente importanti per Sharia?
Ho capito soltanto due anni fa chi fossero Wolfgang e Jack. Partendo dall’assunto che questo libro ha più chiavi di lettura, quindi una più di superfice, fantasiosa ed una più psicologica che sconfina nella spiritualità, posso affermare con sicurezza che questi due uomini rappresentano la sfida che ShARiA ha cercato di lanciarmi per fare sì che io potessi ricredere nella possibilità di essere nuovamente apprezzata come donna, corteggiata, coccolata, accompagnata ed accolta nella vita da due persone che, in una chiave di lettura psicologica e spirituale rappresentano il maschile ed il femminile interiore. Gli avvenimenti della vita, l’educazione ricevuta, la società hanno provocato in me, come in altri, l’incapacità di fare emergere il femminile rendendo predominante il maschile, che è quella parte di ognuno di noi che ci consente di andare nel mondo, dare una direzione, agire, determinare, penetrare la realtà, essere molto razionale, a scanso del femminile, ovvero la nostra capacità di introspezione e profondità, di accogliere, contenere, comprendere. Loro, insieme a ShARiA, hanno mostrato cosa significhi ricevere, chiedere aiuto, proteggere, sentirsi coinvolti emotivamente, sentimentalmente, senza doversi sempre proteggere per paura di essere usati, feriti, traditi. Wolf e Jach sono stati addirittura complici, sapendo che ShARiA dovesse scegliere uno di loro due, una prova di Amore e valori incommensurabile, ma in una chiave di lettura profonda, psicologica ed interiore, il maschile ed il femminile stavano riportando le loro nozze dentro di me, in quel reciproco incontro che avrebbe reso nuovamente possibile il processo creativo, e quindi la vera crescita e trasformazione. Per questo il libro era la mia palestra. Non si può amare nessuno o essere amati da nessuno se prima non si ama chi siamo dentro di noi.
Alla fine di questo viaggio spirituale, quale messaggio spera che i lettori possano portare con sé?
Alla fine di questo viaggio il messaggio che voglio portare e ShARiA porta è che cambiando noi stessi, lavorando su noi stessi, capendo e studiando chi siamo veramente, scoprendo come siamo fatti, chi e cosa vive in noi, le peculiarità del nostro essere umani, la nostra psiche, cuore, cervello e tutto ciò di cui ho accennato, lasciandoci ritrovare dalla nostra vera essenza, ovvero l’anima, potremo per sincronicità ricominciare a vivere la nostra vera vita difendendo noi stessi, e chi siamo dentro di noi, da ogni possibilità di essere defenestrati e usurpati della nostra esistenza, potendo anche portare rivoluzionari cambiamenti all’intero pianeta diventando parte attiva del processo di cambiamento, perché tutto ciò che creiamo dentro di noi diventa la nostra realtà e come diceva Jung “Rendi cosciente l’inconscio oppure sarà lui a guidare la tua vita e tu lo chiamerai Destino”.
Grazie, Sara, per aver condiviso con noi le riflessioni e l’ispirazione dietro “Sharia. Il viaggio verso la vita”. Il suo libro ci ricorda che l’amore, nelle sue molteplici forme, è un filo che unisce tutti noi, guidandoci verso la scoperta più autentica di noi stessi. Auguriamo a lei e a Sharia un viaggio pieno di luce, e ai nostri lettori una lettura capace di toccare le corde più profonde dell’anima.

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