Viaggiare ha da sempre un fascino irresistibile, un’esperienza che ci arricchisce e ci apre gli occhi su realtà diverse dalla nostra. Ma cosa succede quando un viaggio, apparentemente “gratuito”, si trasforma in un’avventura inaspettata, piena di insidie e sorprese? È ciò che accade nel libro “Elucubrazioni su un viaggio quasi gratis”, di Roberto Pamelin, in cui il protagonista, vincitore di un soggiorno in Turchia, si trova catapultato in un viaggio che va ben oltre le aspettative. Pamelin, con acuta ironia e profonda riflessione, ci conduce attraverso una Turchia innevata, lontana dai classici itinerari turistici, mostrando i lati più nascosti e complessi del turismo organizzato. Siamo entusiasti di avere oggi con noi Roberto Pamelin, per approfondire il suo libro e scoprire cosa si cela dietro questa singolare esperienza di viaggio.
Da dove è nata l’idea per “Elucubrazioni su un viaggio quasi gratis”? C’è un episodio reale dietro questa storia?
Premesso che da sempre mi piace scrivere per il semplice piacere di questo atto che mi permette di fissare i miei pensieri su carta. L’idea di romanzare questa esperienza di insolito e inaspettato viaggio è nata appunto dal suo racconto dettagliato e ampiamente documentato da centinaia di fotografie. Fui entusiasmato e non mi fu difficile tradurre il tutto romanzando elucubrandoci sopra aggiungendo quanto ritenevo di compendio per dare corpo a quanto scrivevo. Analizzando a computer tutti gli scatti nel dettaglio ho potuto immergermi virtualmente in quel contesto e, per interposta persona, vivere le emotività, le sensazioni e le più disparate considerazioni sia facete che di profonda introspezione. Tuttavia, credo che nell’insieme questo racconto evidenzi la fragilità umana che pur manipolata da illusorie promesse si riscatta ancora una volta riuscendo a vedere ben oltre quella illusorietà e cogliere il vero senso della vita.
La Turchia innevata è uno scenario insolito per un viaggio. Come mai hai scelto proprio questo Paese e questo contesto climatico per ambientare la tua narrazione?
Tutto è nato da un inatteso invito a partecipare a questo viaggio in Cappadocia e come ho ben dettagliatamente narrato fu una combinazione di eventi che hanno “trascinato” i protagonisti del romanzo a far fronte a tutte le situazioni che man mano si susseguivano come appunto l’imprevisto, ancorché preventivato, maltempo con turbini di neve e vento freddo. Obbligatoriamente “sic stantibus rebus” null’altro si poteva fare che soggiacere agli eventi cercando di districarsi al meglio, vivendoli come nuova esperienza foriera di emotività goliardiche collimanti alla fine con punte di sagge considerazioni scaturenti dalla sensibilità d’animo dei protagonisti.
Nel libro si evidenziano alcune critiche verso i viaggi organizzati e la promessa di “gratis” nel turismo. Qual è il messaggio principale che desideri trasmettere ai lettori attraverso queste riflessioni?
Fondamentalmente nessun messaggio preciso, sapendo che l’imprevisto e l’impensabile in ogni viaggio più o meno organizzato è da mettere in conto. Anche se la definizione “organizzato” dovrebbe preludere a qualcosa di preciso e appunto privo di imprevisti. Tuttavia, ormai si sa che così non è mai stato fin dai tempi più remoti e non lo sarà mai nonostante le tecnologie che dovrebbero dare tutte le garanzie. Anche le tecnologie, lo vediamo quotidianamente, hanno immancabilmente i loro falli che portano appunto ad imprevisti di ogni sorta.
I protagonisti si trovano a vivere situazioni particolari legate alla povertà e alla resilienza delle persone del luogo. Come hai sviluppato questi temi e quanto credi che il viaggio possa effettivamente aprire gli occhi su realtà difficili?
Dovrebbe essere nell’indole umana preoccuparsi di chi soffre e di chi ha meno, ma non è sempre così. Eppure, in questo caso abbiamo l’esempio di individui che non si fermano a subire le apparenze ma vogliono vedere oltre; vogliono portare il loro sguardo al di là delle alte siepi che cingono i lussuosi resort a cinque stelle. È questo sguardo che con animo aperto li coinvolge patendo il dispiacere che questa dicotomia provoca in loro. Si parla sempre di “viaggio culturale” e anche e principalmente questa compartecipazione alla solidarietà dovrebbe essere lo scopo preminente. Non dico in ordine diretto ma nel senso che questa cointeressenza di tutte le attività correlate al business del turismo di massa dovrebbero elargire risorse con una capillarità tale da influenzare positivamente anche le classi sociali apparentemente enucleate da questo circolo che definisco viziato da ingordigia. Affermo questo perché lo si può vedere per ogni dove che l’economia del turismo è viziata a favore dei pochi ben addentro a quell’ingranaggio a discapito di molti altri, che pur involontariamente coinvolti, non traggono alcun beneficio, anzi ne subiscono i disagi. Non voglio dilungarmi oltre pur potendo elencarne i più eclatanti a traino di tanti altri.
Il libro, pur essendo un racconto di viaggio, sembra anche esplorare l’animo umano e le sue aspettative. Cosa rappresenta per te il viaggio, a livello personale e simbolico?
Con questo mio primo romanzo pubblicato ho voluto raccontare un viaggio che pur nella sua tragicomicità degli eventi che lo hanno caratterizzato apre uno spaccato sulle realtà che influenzano le sensibilità dell’animo umano (sono convinto che pure gli animali le subiscono e forse con maggiore coinvolgimento) ne è riprova quanto scaturisce dai pensieri che le menti dei protagonisti partoriscono elaborando i fotogrammi di quel film che è il loro viaggio. Valutazioni forse impietose per l’impotenza di poter far poco o nulla se non appunto lanciare muti anatemi obliterati dal turbinio del vento di neve in quel “paese” ricco di storia, di umanità e purtroppo di miseria.
Grazie mille, Roberto, per averci accompagnato in questo viaggio attraverso il tuo libro. “Elucubrazioni su un viaggio quasi gratis” non è solo una lettura affascinante per chi ama viaggiare, ma è anche una profonda riflessione sulle aspettative che spesso ci creiamo quando affrontiamo un viaggio. Auguriamo ai nostri lettori di scoprire le sorprendenti sfumature che questo racconto offre e, magari, di riflettere sulle loro prossime avventure con un occhio più critico e consapevole.
