Benvenuti a un nuovo appuntamento con le interviste agli autori del Gruppo Albatros. Oggi abbiamo il piacere di dialogare con Antonietta Piccerillo, autrice della silloge poetica “Ascolta il tuo cuore”. Un’opera che invita i lettori a seguire le proprie emozioni più autentiche, facendo della voce interiore una guida imprescindibile nella vita quotidiana. Originaria di Macerata Campania, in provincia di Caserta, Antonietta ha costruito una carriera nella didattica, ma è la poesia che le ha dato modo di esplorare le profondità dell’animo umano. La sua raccolta ci offre uno spaccato intimo e toccante, e oggi scopriremo di più su ciò che l’ha ispirata e su come la sua vita si intreccia con la poesia.
La tua raccolta “Ascolta il tuo cuore” sembra racchiudere un messaggio profondo rivolto al lettore. Cosa ti ha ispirata a scegliere questo tema così universale?
Il tema universale nasce dalle percezioni di una realtà “amplificata”. Ero appena un’adolescente, fase critica della vita per ogni persona…Ho assimilato concetti salienti, attraverso attente osservazioni ed esperienze dirette che si presentavano nel mio quotidiano. Ero una ragazza timida ma coraggiosa, di una sensibilità spiccata, parlavo poco con gli altri, in famiglia comunicavo tanto e mi sentivo sicura e protetta, temevo i rimproveri di mio padre, stravedevo per mia madre e le sue coccole. In società ero a disagio, socializzavo con pochi compagni di classe, ero introversa. La malinconia di mia madre per aver subito un trauma indelebile nell’adolescenza (mori la mamma quando aveva appena 9 anni). Fu cresciuta dalla sorella maggiore e dalla matrigna; I sacrifici e l’ambizione di mio padre nell’affrontare i problemi diventarono un peso per me. Sul mio viso calava spesso un velo di tristezza; Reprimevo le paure, ero indifferente ai dolori! L’educazione religiosa ricevuta ha influito sul concetto del bene e del male, d’altronde non si può inculcare la fede ai fanciulli; quindi, una morale concernente il presupposto spirituale del comportamento dell’uomo; Pregavo Dio la sera per nutrire l’anima così come i miei genitori e precettori mi avevano insegnato. Avevo una sofferenza interiore, i pochi momenti felici, li trascorrevo a giocare con alcuni ragazzi e ragazze che abitavano nel paese. Raggiunto l’età di 14 anni in seconda e terza media, leggevo con interesse la letteratura, il pensiero di determinati scrittori e poeti mi illuminavano la mente, approfondendo maggiormente gli argomenti e la poesia di U. Foscolo, G. Leopardi, A. Manzoni e alle superiori tanto le opere di G. D’Annunzio, e la Divina Commedia di D. Alighieri, specialmente il poema dell’inferno e il suo amore platonico per Beatrice che tanto lo derideva! All’Università mi colpì il pensiero di U. Eco e la concezione del tempo. Alle superiori iniziai a studiare la filosofia in particolar modo mi rispecchiavo nel pensiero critico di I. Kant, A. Schopenhauer. Ammiravo Socrate e la sua filosofia. Ho letto e studiato tantissimo e per hobby l’enciclopedia medica di S. Freud che ha soddisfatto molto la mia fama di apprendere la psiche dell’uomo. “Era il mio vocabolario!” La formazione degli studi umanistici mi fece maturare una visione critica dell’universo, trovavo pace nel contemplare la natura, ascoltavo e comprendevo il suo linguaggio potente e misterioso, raggiungendo una dimensione mistica. “La parola dell’uomo e le sue maschere” diventarono per me un parere secondario. Un altro autore che ho studiato e approfondito all’università che mi ha affascinato è stato il grande L. Pirandello.
Nei tuoi componimenti emerge una forte connessione con le emozioni più genuine. Come definiresti il rapporto tra poesia e vita interiore?
La poesia è la voce dell’anima che racconta e metabolizza in forma semplice, scorrevole e armonica il tuo essere. Poesia vuol dire ascoltare le proprie emozioni e viverle anche in solitudine. La poesia per me è stata una forma terapeutica di guarigione esistenziale. Il rapporto tra poesia e vita interiore è sublime, raggiungendo così uno stato di benessere e di consapevolezza. L’ispirazione è innata per le menti che hanno la facoltà e mille stimoli di apprendere: il significato della vita e la “verità” che tutti gli uomini ancora oggi ricercano. Non c’è una verità ma la vita!
Quali poeti o autori hanno influenzato maggiormente il tuo percorso poetico e in che modo le loro opere hanno plasmato il tuo stile?
Il mio stile poetico nasce dai grandi autori illustri della letteratura e della filosofia citati nella prima risposta da cui ho interiorizzato i concetti e formato la personalità, unendo teoria ed esperienza ho sviluppato un soggettivo e originale pensiero critico. Ritengo l’educazione e la cultura la base solida, uno strumento valido per la formazione della personalità di ogni individuo e la sua autonomia nel mondo. Il bagaglio culturale ha sanato le mie ferite e carenze affettive, ha riempito i vuoti interiori, mi ha reso una donna forte e serena. L’amore invece segue il ritmo del battito del cuore e fa fluire la nostra esistenza.
Hai una lunga carriera come insegnante. In che misura il tuo lavoro ha influenzato la tua poesia, e viceversa, in che modo la poesia ha arricchito la tua professione?
La professione di insegnante che svolgo ha influenzato la forma poetica in modo costruttivo, ossia, arricchendo gli argomenti di mia conoscenza e scrivendo in modo corretto ma, i sentimenti sono veri, “non c’è cultura che li possa istruire!” Tutto ciò che percepivo e intuivo nei miei momenti di riflessione li scrivevo su un foglio che custodivo in segreto. Viceversa, la poesia ha influenzato la mia carriera in quanto finalmente sono emersa nella società e distinta dagli altri colleghi per il modo diverso di approcciarmi agli alunni. Il metodo di insegnamento innovativo che adotto nelle classi, provoca dissensi in quanto si scontra con una scuola tradizionale, non adeguata alle richieste dell’odierna società. I conflitti sono molti da affrontare. Le istituzioni si stanno organizzando per soddisfare i reali bisogni dei giovani, Il cambiamento richiede del tempo e avviene lentamente.
Macerata Campania, il tuo paese natio, ha un ricco patrimonio culturale. Quanto hanno influito le tradizioni locali e il tuo legame con il territorio sulla tua scrittura?
Macerata Campania, grazie al suo patrimonio culturale oggi UNESCO è stato riconosciuto ed apprezzato per le tradizioni e la musica antica, originale, prodotta dagli strumenti a percussione (costruiti con oggetti ed arnesi dei contadini). Le tradizioni locali e il mio legame con il territorio locale hanno condizionato positivamente i miei giorni, facendomi vivere momenti di condivisione di festività e di allegria con la gente del paese, rappresentando in pieno le mie origini paterne, trasmettendomi gioia e buon umore! Mio padre da giovane si dilettava a cantare e ballare nei gruppi folkloristici, conosciuto un po’ da tutti per la sua ironia spicciola.
Ringraziamo Antonietta Piccerillo per averci accompagnato in questo viaggio attraverso la sua poetica e per aver condiviso con noi la sua visione del mondo. La silloge “Ascolta il tuo cuore” ci ricorda l’importanza di rimanere fedeli a noi stessi e alle nostre emozioni, un insegnamento prezioso in tempi in cui il frastuono della quotidianità può farci perdere di vista ciò che conta davvero. Auguriamo ad Antonietta il meglio per il suo percorso futuro e invitiamo tutti i nostri lettori a scoprire la sua opera.
