Oggi abbiamo l’onore di ospitare sul nostro blog gli autori anonimi di “Haden: Una misteriosa sera d’estate cambierà la vita di Riccardo e Federico”, un romanzo che ha saputo catturare l’immaginazione di lettori di tutte le età. Ambientato tra l’oscurità misteriosa dei boschi della Tuscia e le sfumature dorate del tufo, il libro trascina il lettore in un viaggio tra sogno e realtà, esplorando temi adolescenziali, avventure straordinarie e simbolismi ucronici. Nonostante il loro anonimato, questi autori ci offrono una narrazione intima e avvincente, che sembra scaturire direttamente dalle profondità dell’immaginario collettivo. Abbiamo preparato cinque domande per scoprire qualcosa di più sul processo creativo e sull’ispirazione dietro questa storia così suggestiva.
Il romanzo “Haden” è un’opera che mescola il mondo del sogno con la realtà. Cosa vi ha ispirato a creare questa commistione di piani narrativi?
L’idea del libro nasce circa 4 anni fa, in un periodo di ‘rifiuto’ verso la realtà ordinaria. Avevamo bisogno di evadere dalla quotidianità, ma lo facevamo nella maniera ‘sbagliata’, quella più facile: alcool, serate, videogiochi e distrazioni varie. Un bel giorno, però, ci siamo ripromessi di alzarci all’alba almeno una volta a settimana, per trascorrere del tempo in mezzo alla natura o alla scoperta di luoghi semi-sconosciuti (siti archeologici soprattutto). In un bosco non si è mai soli: per descrivere quest’esperienza qualcuno usa l’espressione “stare in mezzo al nulla”, mentre quella appropriata sarebbe “stare in mezzo al tutto”. Quando ci si ferma su una roccia o sotto un albero, si accende un falò o si condivide del cibo all’aria aperta, ci si può rendere conto che siamo costantemente immersi in una grande narrazione, che non parla ma comunica in mille modi diversi: basta un particolare movimento del vento, l’incontro fugace con un animale selvatico, l’ascolto dei rumori tra le foglie, per stimolare meccanismi mentali che comunicano per simboli. È così che in una di queste uscite, proprio nel bosco del nostro borgo d’appartenenza (e non dev’essere un caso), ci siamo portati appresso un’agendina e una penna, senza un’idea precisa su cosa farci. Avremmo potuto cominciare un erbario come annotare delle riflessioni o un resoconto della giornata: alla fine abbiamo scritto una poesia (quella che apre il romanzo). Pochi versi, brevi ma carichi di immagini. Da lì abbiamo capito che avevamo poco da dire di definito ma tanto da dire di simbolico, proprio come nei sogni. Il simbolo è più potente delle parole, perché la parola è circoscritta, definibile, mentre il simbolo è inesauribile, può assumere infiniti significati. Questa presa di coscienza ‘comunicativa’, unita al sentimento di repulsione verso la realtà ordinaria, ci hanno spinti a mescolare i due piani narrativi: siamo partiti da una base concreta e storica per proiettarla in un mondo onirico e immaginario ma assolutamente realistico. Tutta una serie di eventi particolari ci ha portati fino a qui, alla fine, a parlare della nostra opera in questa intervista, per la quale vi ringraziamo.
La Tuscia, con i suoi paesaggi ricchi di storia e mistero, è lo sfondo ideale per le avventure di Riccardo e Federico. Qual è il vostro legame con questa terra?
Amore e odio. Essendo nati e cresciuti qui inevitabilmente siamo affezionati alla nostra terra. La provincia è angusta per certi versi, ma conserva spiragli genuini (che si tratti di luoghi, modi di fare o tradizioni) ormai preclusi alle grandi città. La Tuscia è un po’ limitata dal punto di vista urbanistico e delle infrastrutture, ma proprio per questo è piena di potenzialità. Parliamo di un territorio portentoso: vuoi per la sua conformazione geologica, tra speroni tufacei, forre, laghi e foreste secolari; vuoi per il suo passato carico di mistero, in particolare quello etrusco. Non a caso viene spesso scelta come set cinematografico o fotografico. Posti come il Parco dei Mostri, la ‘Piramide etrusca’ e la ‘Stonehenge etrusca’, il Bosco del Sasseto, sono degli unicum assoluti; eppure, poco valorizzati dai locali, che troppo spesso hanno una mentalità ‘gretta’ e ostile. Se da una parte questo può rivelarsi un ‘antidoto’ ad alcuni veleni moderni, dall’altra ostacola la possibilità di imporsi agli occhi del mondo alla nostra splendida terra.
Il tema dell’adolescenza è centrale nella narrazione. Come avete costruito i personaggi di Riccardo e Federico e quali sfide vi sono state più difficili da affrontare?
Il target principale a cui ci rivolgiamo è sicuramente quello adolescenziale. L’energia tipica della gioventù, il vigore fisico, l’entusiasmo, la pienezza delle emozioni, quel coraggio talvolta dettato dall’ingenuità, da adolescenti sembrano una forza inesauribile: tutti coloro che l’hanno vissuta e sentita forte sulla propria pelle non possono fare a meno di ricordarla. Riccardo e Federico non sono personaggi autobiografici, ma in entrambi si mescolano caratteristiche ed esperienze personali degli autori. Difficile è stato differenziarli senza mai staccarli l’uno dall’altro, e farli testimoni del risveglio di antiche forze sopite. Ma la sfida più ardua è stata la descrizione dei luoghi: ciò che ci preoccupava davvero era creare un’estetica il più emozionante possibile, tramite ‘pennellate’ leggere ma dai colori intensi. Vorremmo che il lettore leggesse il libro come si contempla un dipinto in un museo. Difatti, è la trama che si sviluppa sopra l’ambientazione, e non viceversa. Il libro non è stato concepito sui personaggi di Federico e Riccardo: loro sono l’elemento dinamico che ci ha permesso di unire i luoghi suggestivi e mitici che abbiamo descritto. Per essere più chiari, abbiamo prima deciso quali posti dovessero attraversare Riccardo e Federico, e solo dopo quali avventure dovessero affrontare.
La scelta dell’anonimato da parte degli autori è sempre affascinante. Cosa vi ha spinto a mantenere il mistero sulle vostre identità?
Diversi motivi. Innanzitutto, noi due che rispondiamo siamo solo i ‘messaggeri’ incaricati di far conoscere il libro. Non possiamo rivelare l’identità e il numero degli altri autori. A prescindere, la presenza dei nostri nomi sulla copertina sarebbe stata ininfluente: ci premeva di più mettere il focus sul libro in sé; e infatti per la copertina, come per la narrazione, abbiamo puntato molto sull’impatto estetico. Reputiamo che l’editoria sia satura di nuovi nomi sconosciuti, che spesso scrivono storie ‘egobiografiche’ solo per il narcisistico appagamento di ‘farsi un nome’. La nostra è un’operazione in controtendenza con l’individualismo imperante che pervade la nostra società: ci siamo fatti artefici impersonali di una serie di messaggi celati tra le righe del libro. Oggi tutto è alla portata di tutti, e in questo grande formicaio abbiamo voluto distinguerci.
“Haden” esplora anche paure profonde e universali, come possiamo vedere già dall’incipit del libro. Come avete gestito la rappresentazione di questi temi, tra tensione e simbolismo?
La paura che attraversa tutto il libro è sicuramente quella per l’ignoto, che è poi la paura universale per eccellenza. Oggi abbiamo l’illusione di sapere più di ieri, ma non è affatto così. Anzi, paradossalmente sappiamo di meno, perché ai progressi conoscitivi della scienza corrisponde un orizzonte di incognite molto più ampio rispetto al passato. E non è un caso che a livello filosofico nichilismo e relativismo spadroneggino. Abbiamo solo ‘meno a che fare’ con l’ignoto, ci poniamo di meno il problema: se prima la ‘semplice’ notte rappresentava un momento liminale in cui la realtà tendeva a dissolversi per lasciare spazio alle paure, oggi la notte è solo un ‘giorno artificiale’, non ci fa più paura nel comfort delle nostre città elettriche. Abbiamo l’illusione di non doverci più confrontare con l’ignoto, ed è soprattutto per questo che la religione viene meno: perché pensiamo di non avere più bisogno di rappresentazioni necessarie ad umanizzare ciò che straborda l’umana portata. Ma la terribilità divina e l’ignoto incombono sempre: siamo solo noi ad essere distratti.
Ringraziamo gli autori di “Haden” per averci concesso questa intervista e per averci accompagnato in un viaggio affascinante attraverso le pagine del loro romanzo. La commistione di sogno e realtà, la profondità dei temi affrontati e l’ambientazione suggestiva rendono questa storia unica nel panorama della narrativa contemporanea. Siamo certi che “Haden” continuerà a conquistare nuovi lettori e a trasportarli in mondi ricchi di mistero e avventura.
