GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: I cassettini del mio cuore – Lorena Giubergia

Benvenuti sul blog del Gruppo Albatros! Oggi abbiamo l’onore di ospitare Lorena Giubergia, autrice del commovente romanzo “I cassettini del mio cuore”. In questo libro, seguiamo la storia di Lucia, una giovane donna che sta affrontando un periodo della sua vita caratterizzato da profonde riflessioni e cambiamenti. La perdita della madre ha creato in lei un vuoto spesso insostenibile, ma l’amore e il sostegno dei suoi nonni la guidano ogni giorno. Un elemento di grande gioia per Lucia è rappresentato dal riavvicinamento con il padre, che, superato il dolore del lutto, desidera ora condividere momenti autentici con la figlia, rinsaldando così il loro legame. Tra attimi di spensieratezza, affetto e amicizia, e momenti di malinconia, dubbi e paure, Lucia scopre che il percorso verso la guarigione interiore diventa meno arduo quando valorizza i rapporti con le persone che le sono sempre state vicine, custodendoli nei cassettini indistruttibili del suo cuore. Lorena, grazie per essere qui con noi. Iniziamo subito con le domande.

Lorena, come è nata l’idea di scrivere “I cassettini del mio cuore” e cosa ti ha ispirato nella creazione del personaggio di Lucia?

Il personaggio di Lucia non si è ” presentato ” subito, tanto per partire dall’inizio e riuscire a spiegare la realizzazione del mio terzo libro: “I cassettini del mio cuore” ovvero il sequel di questa saga in merito a Lucia il personaggio che rappresenta il fulcro di questa storia. Il tutto si è scaturito da un patto suggellato con mio padre (il mio mentore) prima che la parola fine prendesse il sopravvento, dopo un estenuante percorso di quattro anni dove abbiamo convissuto con la terribile malattia. Sin da bambina ho sempre racchiuso i miei pensieri con frasi scritte e “sigillate” con l’inchiostro su fogli di carta affinchè tutte le emozioni risultassero tangibili e prendessero “forma” e “colore” e la maggior parte di queste erano dedicate a mio padre in merito a delle ricorrenze, di conseguenza proprio LUI durante la terribile malattia mi ha fatto promettere che  avrei “osato” così mi disse: “OSA, insegui i tuoi sogni, scrivi il tuo libro che ce l’ha puoi fare, devi solo avere il coraggio di osare…”. Poi la “FINE” ed il lutto mi ha devastato inaridendomi cuore e pensieri, ma proprio il fatto di aver promesso a mio padre che “DOPO” avrei osato  mi ha spronato,  nonostante fossero trascorsi quasi cinquemila giorni, a tenere fede al patto  anche in merito al rispetto assoluto che ho sempre nutrito nei confronti di mio padre e l’affetto profondo che ci ha sempre contraddistinto; da queste considerazioni lo sprone a procedere e così Lucia è ” entrata” nella mia mente con una leggerezza inaudita riempendomi la vita, regalandomi una rinascita, perché scrivere per me si è rivelato salvifico e dopo un lunghissimo periodo arido e di stallo, improvvisamente guardando il calendario al 13 dicembre nella mia mente si è presentata  questa frase: “Ciao a tutti mi chiamo Lucia ed ho mille cose da raccontarti nonostante i miei 7 anni e mezzo…”. E da lì la stesura della prima opera: “È’ l’amore che resta…”senza nessun programma futuro, ero talmente concentrata sul fatto di dimostrare a mio padre il perenne rispetto che nutro nei suoi confronti da portare a termine il mio scopo realizzando il manoscritto e mantenendo così fede alla promessa. Tra l’altro l’ho realizzato con una dinamica veramente inconsueta! Perché  il primo libro praticamente  l’ho scritto alla cassa del supermercato, su scontrini e pezzi di carta recuperati in borsa, senza correggerlo o aggiungere nulla, tutto quello che di impeto è scaturito dalla mente e dal cuore l’ho reso tangibile su carta ed una volta inviato alla casa editrice  la mia unica considerazione personale era di aver adempiuto alla promessa, mai e poi mai  in quel momento avrei immaginato di avere  l’onore e la felicità di vedere realizzare concretamente il mio sogno, che le mie parole e i miei pensieri creassero un libro; da poter veramente leggere il mio nome su di una copertina e “annusare” l’odore della carta di un libro, il “mio” libro. La conferma della prima pubblicazione ha scaturito di getto la stesura del secondo:” Riprendiamoci la nostra vita!” E poi di questa terza new entry “I cassettini del mio cuore” e considerando che LUCIA ha tutto un percorso di vita davanti sono in lavorazione al proseguo di questa saga.

Il tema della perdita e del lutto è centrale nel tuo romanzo. Come hai affrontato la sfida di descrivere questi sentimenti in modo autentico e toccante?

La perdita di mio padre si è rivelata una deflagrazione dell’anima, “i mai più” mi devastano come dal triste giorno della conferma della terribile malattia era cominciata per me la vita in bianco e nero. Poi la mia rinascita grazie al doveroso adempimento della promessa; e così è nato il personaggio di Lucia ed ho voluto narrare il dolore attraverso la voce ed il cuore di una bimba, perché è così che mi sono sentita in quel lungo percorso: sola, fragile indifesa ma soprattutto impotente nel poter riuscire a compiere qualsiasi cosa utile per cambiare ciò che la vita aveva messo in serbo per noi. Così con  LUCIA, la mia compagna di viaggio, ho cominciato a condividere il mio dolore, la mia voragine emotiva si è improvvisamente ingigantita, ma nello stesso tempo rivivere il dolore attraverso le parole scritte e narrate dal mio personaggio ha reso il tutto più “leggero”, mi ha fatto comprendere che la vita anche se ti viene tolta in realtà è solo trasformata ; che l’unica cosa che resta palpabile sono le tracce d’amore che abbiamo lasciato e che i ricordi nessuno mai potrà portarmeli via, che posso tenerli custoditi gelosamente” nei cassettini del mio cuore” .Ho scaturito una  considerazione mia  personale che ” il filo non si spezza, che l’amore non smette di esistere e che possiamo “sentirli ” al nostro fianco passo dopo passo e il fatto di scrivere e di parlare di mio padre sempre , rende” indistruttibile” questo filo che continua ad  unirci ormai da 21 anni da quando la vita gli è stata prima tolta e poi trasformata.

Il rapporto tra Lucia e i suoi nonni è un elemento fondamentale nella sua crescita emotiva. Puoi parlarci di come hai sviluppato questo legame nel libro?

Io credo fermamente che la presenza dei nonni” questa enciclopedia” della vita sia veramente un dettaglio importante nel percorso di crescita di ogni bambino, ma non è per tutti una fortuna così grande purtroppo. Io immagino che la presenza dei nonni si riveli come un punto fermo, scaturendo così l’essenza della parola ” famiglia” intrisa di completezza, sicurezza, affetto. Quindi ho ” regalato ” a Lucia i nonni che non ho mai avuto basandomi sulle grandi dimostrazioni di affetto di mio padre, sul suo modo determinato di farmi sempre vedere il ” bicchiere mezzo pieno; sulla sua ricerca della vera felicità scaturita dalle piccole cose, su come un momento condiviso nella semplicità più assoluta ma intrisa di affetto possa lasciare un grande ricordo, un pilastro da cui verrà fuori l’appiglio su cui basarsi nei tanti momenti  “no” che la vita ha in serbo per noi durante il nostro cammino. Ed è per questo che ho voluto regalare a Lucia una base forte, un legame indissolubile che l’accompagni durante il cammino nel percorso più difficile da compiere chiamato VITA!

La figura del padre di Lucia evolve significativamente nel corso della storia. Quali sono stati i tuoi obiettivi nel descrivere questo processo di riavvicinamento tra padre e figlia?

Resta il fatto che, quando un lutto colpisce una famiglia portandone via ” l’anello indissolubile della catena” avviene come un effetto domino, perché in realtà tutti hanno perso qualcuno ma sotto un ruolo diverso. E Fausto, il padre di Lucia si trova defraudato dalla perdita della sua compagna di vita, dall’idea di una presunta gravidanza, al pensiero di una nuova vita quando invece il rovescio della medaglia è stato molto cruento invece portandogli via la VITA stessa ovvero sua moglie, l’idea di continuità, gettando tutti in una voragine spaventosa. Ma interviene la nonna di Lucia consigliandogli un approccio mirato, delle serate argomentative su chi soffre per la perdita di una persona cara. E qui il padre di Lucia comprende di aver sbagliato , di essersi chiuso in un dolore tutto suo, di aver escluso dal mondo tutti, in primis se stesso e cosa ancora più grave di aver peccato di egoismo nei confronti della figlia, di aver ceduto lo “scettro” ai suoceri e di essersi completamente dimenticato il suo ruolo più importante: quello del genitore, perché quando hai una responsabilità così grande talvolta bisognerebbe scordarsi di essere in primis una persona con i propri dubbi, tormenti e fragilità e trasformarsi invece in un porto sicuro dove un figlio possa approdare in qualsiasi momento di difficoltà come un faro nella nebbia… Perché è molto più facile rimanere in stallo che cimentarsi di nuovo in un approccio alla vita; ed è per questo che Fausto ricomincia tutto da capo , consapevole che il passato ormai è andato MA che il futuro invece si può modificare, gli errori si possono “correggere” con un riavvicinamento lento ma costruttivo perché non colloquiare del proprio dolore che ci attanaglia rende il distacco ancora più greve, è solo parlandone e tenendo vivo il ricordo di chi non c’è più che si riesce a percepire un avvicinamento, ci si nutre di ricordi affinchè nulla vada perduto,  per sommare momenti preziosi che sono stati condivisi in modo da sottrarre così la parte di dolore che ci annienta e che non lascerebbe venire a galla tutto il bello che c’è stato, tutto l’agglomerato di affetto che ci concede un’altra opportunità, quella più difficile dopo un lutto per chi resta, ovvero riprendersi la propria vita!

Nel tuo romanzo, le relazioni di amicizia giocano un ruolo cruciale nel percorso di guarigione di Lucia. Come hai voluto rappresentare l’importanza dell’amicizia nei momenti di difficoltà?

Mio padre che tra le tante doti era anche pervaso dalla saggezza mi rammentava sempre che tutti crediamo di possedere moltissimi amici, peccato però che nel momento del bisogno il numero si riduce a meno di quante dite possegga una mano. Ma quelli che restano saranno la tua ombra, perché chi condivide con te i momenti bui della vita, di conseguenza, ha un posto speciale nel tuo cuore e ti starà sempre accanto. Ed è per questo che ho voluto “donare” a Lucia la grande fortuna di conoscere il significato concreto della parola amicizia e soprattutto la capacità di saper rispettare il dolore altrui senza mai ipotizzare che solo il lutto possa rivelarsi la fonte di tanta angustia. Lucia nel corso di questi tre libri dove narro la sua storia trova conforto con una nuova compagna di scuola, lo sprone per uscire da una situazione difficile a volte si “risveglia” non per aiutare se stessi ma per supportare altre persone. E da questa situazione Lucia comprende che il dolore ha diverse sfaccettature, per esempio nel caso di Marcella è l’indifferenza emotiva che suo padre ha improvvisamente nei confronti suoi e di sua madre ad annientarla, il grande rifiuto di essere amata da suo padre, l’abbandono emotivo più totale. Ed è per questo che, quando due anime in pena si incontrano come in questo caso Lucia e Marcella scatta automaticamente questo “comprendersi” questa scintilla che le prodiga a sostenersi e nello stesso contempo ad aiutare se stesse per “guarirsi” e redimere così la propria anima. È veramente importante il sostegno morale che possiamo donarci e questo è uno dei tanti messaggi che desidero far trasparire dai miei libri e le “parole”: AMICALE, CORALE, PSICOLOGICO E PEDAGOGICO che sono state elargite nelle recensioni nutre in me la consapevolezza che forse Lucia attraverso la sua storia narrata riesca ad essere moralmente d’aiuto, un’amica, una preziosa compagna di viaggio per chi si appresta a leggere e ad avventurarsi nelle pagine della sua vita.

Grazie, Lorena, per aver condiviso con noi il tuo processo creativo e le profonde riflessioni che hanno guidato la stesura de “I cassettini del mio cuore”. È stato un vero piacere scoprire di più su Lucia e sui temi del tuo libro. Siamo certi che i nostri lettori trarranno grande ispirazione dalla tua opera e dalle emozioni che hai saputo trasmettere. Auguriamo a te e al tuo libro il successo che meritate! Alla prossima intervista sul blog del Gruppo Albatros!

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