GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: La vita è troppo breve per essere nessuno – Dan Romero

Benvenuti sul blog del Gruppo Albatros, dove esploriamo il mondo della letteratura e degli autori che ci ispirano con le loro storie uniche. Oggi abbiamo il piacere di intervistare Dan Romero, autore del libro “La vita è troppo breve per essere nessuno”. Dan ha intrapreso il Cammino di Santiago senza troppe aspettative, spinto dal desiderio di vivere un’avventura e allontanarsi dalle abitudini di una vita che non sentiva più sua. Questo viaggio, iniziato senza una guida né il giusto equipaggiamento, lo ha portato a scoperte interiori, incontri significativi e una nuova versione di sé. Scopriamo di più su questa straordinaria esperienza e su come ha trasformato la sua vita.

Cosa ti ha spinto a scegliere il Cammino di Santiago come meta del tuo viaggio di ricerca interiore?

Tutto è nato da un momento della vita in cui mi sembrava tutto stretto. Le giornate sembravano tutte uguali, le persone attorno a me ti dicevano sempre le stesse cose e più di ogni altra cosa, pensare di andare per l’ennesima volta in una località di mare, mi metteva più ansia che gioia. Il caldo, la folla in spiaggia, dormire poche ore e soprattutto, doversi mettere d’accordo per cosa fare con varie teste della comitiva li con te. Non ne potevo più. Dovevo uscire da questa routine continua, fatta di vizi e comodità. Mi serviva qualcosa che mi facesse credere che ci fosse altro nella vita, che organizzare le solite serate con gli amici nei soliti posti a dirsi poco o nulla. Andare alla festa di paese incontrando un sacco di persone col quale riesci a dirti un semplice ” Ciao come stai?” e nulla di più. Fingendo tra l’altro, che ti interessi veramente.  Andare in discoteca.  Andare ad eventi.  Andare ai matrimoni. Andare a battesimi. Basta!  Tutto questo ormai mi offuscava la mente, rendendomi infelice. Finché un giorno non mi sono imbattuto nel film ” The Way “. A volte una pellicola è vista in modo positivo o meno, anche in base allo stato d’animo del momento e credo che in quel periodo, non potesse capitare un film migliore. Parlava del cammino, ma sempre con dietro una storia primaria, un po’ come nel mio libro, ma mostrava quanto basta per creare la giusta curiosità. Da li ho iniziato ad informarmi su internet e sui vari blog, ma non da subito mi son detto, ” ok ora parto “. La convinzione c’era, ma serviva la giusta spinta. Poi con il passare del tempo sentivo sempre più che dovevo andare. Il giusto periodo e gli incastri tra lavoro e ferie che sembravano fatti apposta, hanno creato l’occasione.

Puoi raccontarci un momento particolare lungo il Cammino che ha avuto un impatto significativo su di te?

 Lungo il cammino ci sono stati tanti momenti che mi hanno segnato. Qualcosa ho infatti voluta inserirla nel libro, perché meritava di essere raccontata, tra cui la storia di Vincenzo. Lui, come descritto nel romanzo, era affetto da una malattia degli altri dalla nascita, che non gli permetteva nemmeno di camminare normalmente. Viaggiava su una carrozzina elettrica, con attaccato un carretto provvisto del suo zaino e di tutto quello che gli potesse servire nel viaggio. Non era nemmeno sicuro di trovare un ostello adatto alle sue necessità. Solo il fatto che potesse compiere un percorso del genere, senza nessun supporto certo, era simbolo della grande persona che fosse. Da lui, infatti, mi sono ispirato a creare il titolo del libro.

Come hai affrontato le difficoltà e le sfide che hai incontrato durante il tuo percorso?

Son partito al buio, da un giorno all’altro, senza nemmeno sapere cosa potessi incontrare nel percorso. Da subito mi sembrava tutto così semplice, come una passeggiata domenicale. Mi sbagliavo di grosso. I primi problemi fisici li ho avuti dopo pochi giorni e non erano i classici dolori muscolari dovuti alle lunghe camminate, ma importanti infiammazioni alle ginocchia. Il supporto delle persone conosciute li, è stato fondamentale fin dal principio. Nessuno pensava troppo a se stesso, prima di pensare al prossimo. Farmaci, bende, racchette da passeggio, ogni cosa era gentilmente offerta senza esitare. La bontà che si fiutava sul percorso portava a cambiare le persone in bene, escludendo l’egoismo della vita quotidiana. Oltre a loro, anche una grande dose di forza di volontà mi ha aiutato.

In che modo gli incontri e le amicizie fatte lungo il Cammino hanno influenzato la tua esperienza complessiva?

Sul cammino si incontrano tantissime persone. Dal neodiplomato, al pensionato di turno. Non c’è un’età media sul quale si possa targare questa esperienza. Io ho avuto la fortuna di conoscere moltissime persone di ogni età. Ognuna di loro mi ha regalato una storia diversa dalle altre. Ognuna di loro mi ha accompagnato per diversi tratti fino ad arrivare a Santiago. Ognuna di loro mi ha lasciato qualcosa. Credevo di partire da solo per fare un viaggio interiore con me stesso, ed invece metro dopo metro, non vedevo l’ora di conoscere nuove persone e quindi nuove storie.

Quali cambiamenti hai notato in te stesso dopo aver completato il Cammino di Santiago e come questi hanno influenzato la tua vita quotidiana?

Dopo aver completato il cammino di Santiago, quindi un percorso di circa 800KM e quasi un mese di camminata, mi son ritrovato con la mente riposata, come ogni altra vacanza non avrebbe mai fatto. Sono rientrato carichissimo, con la forza emotiva per fare qualsiasi cosa. Nella vita quotidiana mi son ritrovato ad escludere la macchina il più possibile, intraprendendo camminate per grandi o piccole commissioni. I classici piccoli problemi che mi tormentavano ogni giorno sparivano molto velocemente. Per i primi tempi, appena tornato, sono riuscito a vivere meglio le situazioni della vita di ogni giorno. Sicuramente tutto ciò, mi ha portato alla consapevolezza che dentro di me c’era ancora qualcosa da tirare fuori. In realtà, dentro ognuno di noi c’è sempre qualcosa ancora da scoprire. Questo percorso porta a scoprire se stessi meglio di ogni altra cosa, sia nel bene che nel male. Porta il fisico allo stremo, per arrivare a capire tutte le nostre paure e le nostre forze che non credevamo di avere. Ti cambia sicuramente in meglio.

Grazie, Dan, per aver condiviso con noi la tua esperienza sul Cammino di Santiago e per averci dato uno sguardo più approfondito sul tuo libro “La vita è troppo breve per essere nessuno”. Le tue parole sono un invito a tutti noi a cercare nuove avventure e a trovare il coraggio di esplorare le strade meno battute della vita. Speriamo che il tuo racconto ispiri molti lettori a intraprendere il loro personale cammino di scoperta e crescita. Buona fortuna per i tuoi futuri progetti e grazie ancora per essere stato con noi oggi.

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