GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Ritiro – Ben Farro

Bentrovati cari lettori del blog. Oggi Ben Farro ci presenta il suo ultimo romanzo, “Ritiro”, un’opera avvincente che mescola risate, avventura e mistero. Quattro amici, desiderosi di divertirsi, si trovano coinvolti in una serie di eventi imprevedibili in un remoto convento. Un luogo che sembrava perfetto per un ritiro rilassante si trasforma presto in un intricato giallo, con colpi di scena che terranno i lettori con il fiato sospeso. Siamo entusiasti di esplorare più a fondo la trama e i personaggi di questo libro affascinante.

Ben, cosa ti ha ispirato a scrivere “Ritiro” e come è nata l’idea di ambientare la storia in un convento?

Era già una mia fantasia, dai tempi dell’Università, quella di immaginare per noi “moderni” un momento di stacco dalle tante tecnologie avvolgenti, dalle occupazioni frenetiche abituali ecc. ecc. Un momento, ed insieme un luogo, per respirare al meglio individualità e semplicità. Magari provare anche a rallentare il tempo. Poi, un giorno, lessi un articolo su una rivista che raccontava di una forte richiesta di prenotazioni per una iniziativa di questo tipo. All’estero, mi sembra fosse in Giappone, organizzata per “ricondizionare” manager e aiutare persone sotto stress. Rimasi stupito: questa cosa non solo poteva funzionare ma: piaceva! In provincia di Viterbo, molti anni dopo, sono entrato, da semplice curioso, in una vecchia abbazia ormai abbandonata dai frati. A seguito di una discreta ristrutturazione, l’edificio tutt’ora conserva il suo fascino medioevale. Presenta ancora ambienti in pietra suggestivi ed un chiostro con degli effetti luce straordinari. Forse è stato proprio lì che l’idea si è risvegliata in me. Il posto era perfetto. Intorno: prati, bosco e lo scorrere, proprio sotto, dell’acqua di un ruscello. Iniziando a scrivere, durante la “quiete covid”, mi sono immaginato tutte le scene li, come guardando un film.

I personaggi principali del tuo libro sono molto vivaci e caratterizzati da una grande voglia di scherzare. Come hai sviluppato questi personaggi e quali aspetti della loro personalità ti sono più cari?

Mi piacciono le persone “leggere” quelle che hanno la voglia fresca di scherzare, diciamo un po’ giovanile che si contrappone spesso alla rigidità e all’arroganza. Freschezza e sobrietà, preziose qualora rimangano anche in età matura. I miei primi personaggi intraprendono qualcosa con entusiasmo ma anche con innocente approssimazione. Questo aspetto condito da un po’ di illusioni ed ironia mi ha fatto spesso sorridere mentre scrivevo. Nel mondo che ci circonda però purtroppo si inciampa spesso in realtà dure come quella dove protagonisti dell’esperienza “Ritiro” si ritroveranno improvvisamente catapultati.

Nel tuo romanzo, l’atmosfera cambia drasticamente quando un evento grave scuote la tranquillità del ritiro. Puoi parlarci di come hai costruito questo cambiamento di tono e tensione nella narrazione?

Per la prima parte del libro la strada del ritiro nel convento procede con qualche buca ma sempre tra colline e fiori. L’atmosfera in fondo è serena. In questo percorso però, ad un certo punto, mi sono trovato davanti un bivio. Approfondire l’essenza psico qualche cosa dei partecipanti del gruppo? Entrare in divagazioni esistenziali? Approfondire per esempio il lato “umano” dei personaggi. No. Qualcuno, non mi ricordo chi, una volta disse, a proposito degli scrittori: “Dateci le cose e risparmiateci le vostre lagrime”. Questo mi ha fatto pensare all’azione nel racconto: all’azione concreta finalizzata. Improvvisamente, quindi, la Primavera del gruppo finisce. Inizia un vero e proprio giallo. Nuovi personaggi entrano in questa situazione e sono quello che fanno. Ho inventato degli attori (es. carabinieri) di sana pianta e li ho messi all’opera. Ho fatto, come si suole dire da “Burattinaio” e le scene mi sono venute così, giorno per giorno senza un vero schema preordinato, cercando soltanto di mettermi nei panni delle persone coinvolte. Il ritmo della narrazione, a questo punto, doveva essere adeguato alla gravità della situazione. Ricordo di aver riletto spesso le pagine per eliminare rallentamenti e ridondanze. Non sapevo neppure, scrivendo, come la storia sarebbe poi andata a finire. Comunque, per farla breve, sentivo già che qualcosa sarebbe successo e questo qualcosa sarebbe stato il perno concreto del libro.

“Ritiro” include elementi di mistero, doppie personalità, organizzazioni criminali segrete e tesori nascosti. Quali sono state le tue principali fonti di ispirazione per intrecciare tutti questi elementi nella trama?

Alla piccola novizia Sauro si presenta come il cavaliere nero ma poi con Gianna diventa un cavaliere bianco.  Fascino e potere di una donna disperata ma intelligente sul suo presunto killer. Un intramontabile cliché. Con Sauro (che entra solo nella seconda parte del libro) ammetto, mi sono anche un po’ immedesimato e pure divertito ma, prevengo la domanda: non potrei e neanche vorrei essere come lui, nella vita reale. Entrano nel giallo a questo punto le discusse monete elettroniche virtuali. Ammetto che qualche tempo fa mi avevano molto incuriosito. Quindi ecco dove sta il “tesoro” nascosto di questa storia. Poteva essere come quello dei vecchi pirati o del Conte di Montecristo? La realtà di oggi impone nascondigli tecnologici raffinati. La sfida di Sauro per poter accedere a tanti soldi (certo sempre pensando a “Cesare” ma giocando anche in proprio) mi ha intrigato per qualche pomeriggio. Ho pensato spesso cosa avrei fatto io trovandomi nella sua stessa situazione: pretendere di agire libero con un fucile puntato sempre dietro la schiena. A proposito, senza Gianna avrebbe scoperto i codici?

Quali messaggi o riflessioni speri che i lettori portino con sé dopo aver letto “Ritiro”?

Ho cercato di mantenere alto lo spirito degli attori e aggiungere una leggera ironia per condire alcune scene a rischio pathos. Sono di quelli che scrivendo si vogliono divertire. Non dovrebbe essere mai un lavoro. Ho cercato di evitare lunghe descrizioni e spunti di troppa fantasia per restare radente e aggrappato alla realtà. Penso, come tanti, che il pozzo delle realtà sia più profondo di argomenti di quello delle fantasie. Ho voluto essere pure breve, ammetto, per non stancarmi troppo a scrivere. Leggo poca letteratura classica, capita che iniziare un libro spesso mi annoia. Dico, scherzando: quando sento il desiderio di leggere allora mi scrivo una storia. Adesso, sotto la penna, come argomenti ho l’intelligenza Artificiale e ancora Sauro. Dimenticavo: Anna Paleologa. Scrivere o leggere un libro sono comunque la migliore cura contro l’ansia esistenziale che ogni tanto affiora in noi, spesso la notte. L’importante è azzeccare l’argomento e la storia giusta.

Grazie mille, Ben, per averci dato uno sguardo approfondito nel mondo di “Ritiro”. È stato affascinante scoprire come hai intrecciato umorismo, avventura e mistero in un’unica avvincente storia. Siamo certi che i nostri lettori saranno entusiasti di immergersi nelle vicende di Massimo e dei suoi amici. Non vediamo l’ora di scoprire cosa ci riserverai nel tuo prossimo libro!

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