Benvenuti al blog del Gruppo Albatros. Oggi abbiamo il piacere di ospitare Tiziana Romana Musio, autrice del libro “Il Viaggio”. Un’opera dedicata ad Andrea, il suo Amore prematuramente scomparso, in cui Tiziana ci guida attraverso un racconto toccante che esplora i sentieri della perdita e della rinascita. Le pagine di questo libro rivelano l’essenza vivida di Andrea, i suoi valori e il suo rifiuto delle etichette, lasciandoci un messaggio potente sull’Amore infinito che trascende ogni distanza. Tiziana ci insegna che, nonostante le avversità del destino, l’amore autentico e il desiderio di vivere intensamente possono portarci in armonia con l’Universo.
Tiziana, ci racconti com’è nato il desiderio di scrivere “Il Viaggio” e quale è stato il processo creativo dietro questo libro?
Ho sempre amato scrivere, ritengo sia un modo per riordinare i pensieri e dare forma alle emozioni. Quando Andrea è mancato, ho sentito il forte desiderio di mettere i miei pezzi di cuore su carta e di trascrivere immediatamente la nostra storia d’Amore affinché il tempo non sbiadisse nemmeno uno dei momenti magici e intensi che abbiamo avuto la fortuna di vivere insieme. Ho passato così tre giorni e tre notti a scrivere la nostra storia, fin dal primo incontro e Amore, gioia felicità, sofferenza, nostalgia e gratitudine hanno guidato la mia penna. Il libro in realtà sarebbe dovuto rimanere nel mio cassetto o tutt’al più avevo pensato di condividerlo con gli amici più cari. L’ho scritto non per provare ad elaborare il lutto o con una qualche finalità catartica ma solo per rendere omaggio ad Andrea, all’Amore e all’Universo. L’ho riletto talmente tante volte per rivivere ogni istante, che lo potrei quasi recitare a memoria. Andrea non appartiene più a questo mondo ma, soprattutto nei primi mesi dopo la sua scomparsa, l’ho percepito in modo forte e chiaro e in una sera di novembre, quindi parecchi mesi dopo la sua morte, mi è arrivato in qualche modo un suo messaggio: fai il libro. Onestamente nell’immediato non ho capito a cosa si riferisse, anzi ho pensato ad un libro su Torino che avevo scritto quando lui era in vita e non ho mai voluto proporlo ad alcuna casa editrice sebbene lui insistesse affinché lo facessi. Tuttavia, non ero convinta dell’interpretazione ed ho continuato a rimuginare per qualche giorno fino a che non mi sono ricordata che, quando lui viveva in Costa Rica, gli dissi che avrei voluto scrivere un libro sulla sua vita e ne avevo già abbozzato la struttura ma mi mancavano certi suoi racconti. Allora ho avuto l’illuminazione e ho capito che il libro che avrei dovuto scrivere era questo. Ma non poteva essere un semplice romanzo, la sola storia di un Amore pur così speciale pieno di avventure rocambolesche al punto da sembrare un film e soprattutto voluto dall’Alto. Ho ripensato al profondo percorso interiore che abbiamo fatto come singoli e come coppia ed ho capito che il mio scritto avrebbe dovuto in qualche modo contenere un messaggio utile per altre persone. Ho ripreso la penna chiedendo di guidarmi per la seconda parte della stesura. Cuore e Anima si sono uniti nella costruzione di un ponte tra questa dimensione e l’Oltre e così sono nate le ultime 40 pagine del viaggio. Ma anche questa volta non avevo terminato quello che mi veniva richiesto e il disegno doveva ancora completarsi. Una mattina di agosto, mi trovavo in coda alla cassa di un supermercato e per ingannare l’attesa, ho estratto il cellulare dalla borsa e ho iniziato ad eliminare le mail che affollavano la cartella spam. Mi sono imbattuta in una mail di Albatros che invitava a partecipare ad un concorso letterario. I termini per la presentazione del manoscritto erano già scaduti da una settimana ma sapevo che mi era appena stata indicata la via ed ho spedito subito il mio PDF. Sono stata pervasa immediatamente da una profonda pace ed una strana euforia perché sapevo che quanto già stabilito in altre sfere si sarebbe compiuto ed il viaggio de “Il Viaggio” stava iniziando.
Nel tuo libro, Andrea emerge come una figura intensa e affascinante. Puoi condividere con noi qualche aneddoto o ricordo speciale di Andrea che non è stato incluso nel libro?
Andrea era un viaggiatore, un esploratore, un liberatore di emozioni. Aveva un ricchissimo e profondo mondo interiore che si mescolava alla sua allegria, alle sue chiacchiere alle sue grappe. Adorava la libertà ma era alla ricerca del senso profondo dell’Universo e della Natura che rispettava e della quale voleva sentirsi parte integrante. Un vero maschio alfa che però riusciva a commuoversi per le piccole cose, un tramonto, un abbraccio o la sofferenza altrui. Ricordo che mi raccontò le sue emozioni quando insieme al suo caro amico di Bassano, Franco Antonello, padre di un ragazzo autistico, costruirono una casa per una famiglia costaricense che viveva in una baracca fatiscente tra rifiuti, animali e carabattole varie. Jorge, autistico anche lui, viveva in queste condizioni da anni, senza mai alzarsi dal giaciglio di fortuna improvvisato nella baracca. Io non conoscevo Andrea ai tempi, ma mi ha parlato spesso di come hanno realizzato il progetto, pur tra mille difficoltà soprattutto per riuscire a ritrovare Jorge conosciuto da Franco e suo figlio due anni prima in un qualche punto imprecisato sul ciglio della Panamericana, a circa 700 km dal posto in cui viveva Andrea. L’entusiasmo e la gioia di avere potuto contribuire a rendere migliore la vita di un ragazzo sofferente e molto meno fortunato di lui, gli brillava negli occhi ogni volta che me ne parlava.
Il Viaggio” esplora temi profondi come la perdita e la rinascita. Quali sono stati i momenti più difficili per te durante la stesura del libro e come li hai superati?
Nel libro scrivo che, se avessi amato anche solo un po’ meno Andrea non sarei riuscita a superare la sua morte fisica. Ed è così. Mi parli di perdita e di rinascita come fossero una fine e di un inizio. In realtà è un continuum. Ho perso la sua presenza fisica ma ciò che abbiamo costruito e vissuto insieme è stato qualcosa di talmente profondo, intenso e concreto che non può essere limitato dalla fine del corpo e non si perde, solo si trasforma. Non posso negare che non ci sia un solo attimo in cui non vorrei fosse fisicamente con me ma credo che ognuno debba seguire il suo percorso. I ricordi ed il vissuto sono parte integrante di ciò che siamo e vanno accolti ed integrati come ogni singolo mattoncino che contribuisce alla costruzione della propria dimora. Se se ne eliminasse qualcuno, il palazzo vacillerebbe o, peggio, crollerebbe ma, la consapevolezza che la costruzione continua fino all’ultimo mattoncino è condizione necessaria per arrivare alla fine dell’impresa. Perciò anche se i ricordi e l’assenza fisica a volte sono come lame taglienti, in onore a lui e a tutti coloro che non hanno potuto scegliere di continuare su questa Terra, invito tutti coloro che si trovano in difficoltà o hanno perso qualcuno che amavano, a continuare non solo a sopravvivere ma a vivere e farlo con gratitudine, cercando di avvicinarsi ogni giorno alla versione migliore di se stessi. Questo ritengo sia la via giusta per onorare chi abbiamo amato, l’Amore e l’intero Creato.
Il messaggio dell’Amore infinito è centrale nella tua opera. Come speri che i lettori reagiscano a questo messaggio e quale impatto vorresti che avesse nelle loro vite?
Ho scelto di pubblicare “Il Viaggio” mettendo a nudo la mia Anima e la mia vita, per condividere la mia esperienza con il grande desiderio che le mie parole possano offrire a chi sta attraversando un momento difficile, un conforto autentico e non semplicemente consolatorio, una reale alternativa al dolore come unico mezzo per affrontare la sofferenza. Dobbiamo adoperarci affinché l ‘Amore, inteso in senso universale, possa essere il principio ispiratore in tutte le fasi alterne della nostra vita. Anche quando perdiamo una persona amata, ciò che abbiamo condiviso rimane parte integrante di noi e può costituire una grande forza propulsiva per fare una sorta di salto di qualità, evolutivamente parlando. Non è facile, per nulla. Ma è possibile. E spesso, proprio grazie a quell’Amore “perduto” o a quel dolore. Tuttavia, è solo aprendo la mente ad una concezione più elevata e onnicomprensiva del mondo che possiamo sentirci parte di qualcosa di più grande, riscoprendo il significato di ogni esperienza. Ci renderemo così conto di come anche il dolore abbia una sua ragione d’essere. Quando si ama profondamente un qualsiasi essere vivente con cui abbiamo creato un legame, nel momento in cui viene a mancare a causa della morte del corpo o anche a causa di una separazione non voluta, la vita sembra perdere significato. Senso di privazione, di perdita, di lacerazione sembrano inghiottirci riducendoci in poltiglia. A questa fase devastante spesso ne segue un’altra, forse peggiore perché, dopo essere stati travolti dal dolore si rischia di finire in uno stato di apatia che accartoccia l’Anima e può arrivare a fare ammalare anche il corpo. In altri casi, prevale la rabbia e si diventa astiosi, aggressivi e invidiosi delle piccole o grandi felicità altrui, ci si sente perseguitati dalla mala sorte dall’ingiustizia e si ritiene di avere diritto di far scontare agli altri il proprio dolore. Può capitare poi, che si pensi di non avere più il diritto di vivere e si provi un senso di colpa nel tentare di ricomporre la propria vita dopo un evento devastante. Ma l’Amore è il motore primordiale che muove ogni cosa, una forza che scaturisce dall’intimo dell’Essere, iniziando dall’Amore per se stessi. Ed il dolore unito all’Amore ci invita a guardarci dall’esterno, come se fossimo estranei a noi stessi, riconoscendo i nostri bisogni e i nostri desideri con la stessa compassione che riserveremmo ad un altro essere umano. Ed è per questo motivo che abbiamo il dovere di continuare a cercare di vivere sereni, con gioia e gratitudine. Se solo si prova ad abbassare il muro della rabbia e del dolore, solo quando si prova ad allungare lo sguardo oltre il confine, ecco che accade il miracolo. Come scrivo il libro “C’è un Amore che va oltre. Un Amore capace di annullare le distanze spaziali tra le dimensioni e trascendere la materia. Un Amore che, anche nel dolore, alimenta lo Spirito ed indica la via. E siamo tutti immersi in questo Amore.”. “Il Viaggio” racconta una grande storia d’Amore, spezzata nella sua dimensione terrena dalla malattia e dalla morte fisica. Ma l’Amore non muore mai. Ognuno di noi ha un percorso unico da seguire, una melodia personale da fare risuonare e non è certo un cammino facile. Ma nell’abbracciare questa visione, scopriamo che l’Amore è il filo conduttore che intreccia ogni vita, qui come nell’ Oltre, donando significato ad ogni passo e ad ogni sofferenza che incontriamo lungo il cammino, trasformando radicalmente il nostro modo di vederci e percepirci, il modo in cui ci relazioniamo agli altri ed in cui osserviamo il mondo intero, spingendoci naturalmente a cercare di diventare la versione migliore di noi stessi.
Guardando al futuro, hai in mente altri progetti letterari o temi che vorresti esplorare nei tuoi prossimi lavori?
Affidare alla carta i miei pensieri e le mie emozioni è un qualcosa che faccio fin da quando ero piccola, ma condividerli con un pubblico più ampio è per me un’esperienza nuova. Adoro condividere e quindi, non escludo che in prossimo futuro io non possa immergimi in altri progetti letterari.
Grazie, Tiziana, per aver condiviso con noi la tua esperienza e le emozioni che hanno dato vita a “Il Viaggio”. Le tue parole sono un’ispirazione per tutti coloro che stanno affrontando la perdita e cercano un modo per rinascere. Auguriamo a te e al tuo libro tutto il successo che meritate, sperando che continui a toccare i cuori dei lettori e a diffondere il messaggio potente dell’Amore infinito. Per chi fosse interessato ad approfondire, “Il Viaggio” è disponibile nelle migliori librerie e online. Grazie a tutti per averci seguito e alla prossima intervista sul blog del Gruppo Albatros.
