Benvenuti lettori del blog del Gruppo Albatros! Oggi siamo lieti di avere con noi Arianna Scuderoni, autrice del coinvolgente romanzo fantasy “Incantesimo di sangue”. Questo libro, dalle pagine intrise di magia e mistero, ci porta in un viaggio attraverso le vicende di Kat, una ragazza le cui certezze vengono sconvolte da un rapimento nel cuore di un parco. Attraverso una scrittura scorrevole e avvincente, Arianna Scuderoni ci trascina in un mondo di colpi di scena e intrecci mozzafiato, lasciando il lettore con il desiderio di immergersi sempre di più nella trama avvincente.
Arianna, raccontaci un po’ dell’ispirazione dietro “Incantesimo di sangue”. Da dove è nata l’idea per questa storia avvincente?
Inizio con il dire che Incantesimo di sangue è nato da una scena in particolare, con più precisione da un incubo. La scena di cui ti sto parlando è quella che ho velatamente celato, quella della notte che hanno passato i due protagonisti Kat e Bastian, che ha dato vita al romanzo. Sono passati dei giorni da quella notte e non riuscivo a togliermi dalla testa quella scena del mio incubo. Non ero io che la vivevo ma stavo li tranquilla come una spettatrice, ho un’immaginazione fervida. Visto che non riuscivo ad andare avanti, ho pensato di poterla scacciare via mettendola su carta. Così è stato ma… Beh, finché almeno non ho iniziato ad arrovellarmi con la voce del nostro Bastian che ha iniziato a parlarmi, mi diceva “Vai avanti…” E scrissi un capitolo a sera della storia, venne così con Bastian che mi parlava e prepotentemente usciva mettendosi su carta. Kat venne molto dopo, prima aveva altri nomi. Ci lavorai per circa venti giorni prima di cancellare determinati capitoli e cambiare tutti i nomi, ho perfino il romanzo parallelo da cui iniziai, ma quello rimane mio e basta. Riguardo Bastian è per come amo dire, il mio Bastian contrario. Dapprima lo cambiai in Jack, Jackson, ma Bastian non era molto d’accordo. Feci una scaletta con tutti i capitoli, erano una trentina ma non mi quadravano, diventava noioso e tagliai delle parti della storia, diventando poi quel libro di cui stiamo parlando oggi. Qualcuno mi chiede se il secondo sarà più corposo, mi sto impegnando affinché sia così, ma non sarà noioso di certo! Dico sempre ai miei lettori è piccolo perché…. Beh, leggetelo e capirete di che sto parlando.
Il tuo romanzo offre una varietà di emozioni e punti di vista attraverso il personaggio di Kat. Qual è stato il tuo processo nel creare un personaggio così complesso e affascinante?
Non ho remore né rimpianti nel dirti che Kat è stata la mia spina nel fianco, la mia nemesi ma anche la mia creatura, la mia buona amica che negli ultimi quindici anni mi ha tenuto compagnia. Sapevo che se ci avessi lavorato il giusto tempo forse l’avrei capita. Non la capisco. Lo dico davvero, perché ad oggi non mi capacito di come si possa cadere così psicologicamente per amore. Si dice che sbagliando s’impara nella vita, la nostra Kat lo fa innumerevoli volte, ama cacciarsi nei guai, si trova sempre nei pasticci e per le sue scelte sbagliate. Psicologicamente parlando avevo voglia di racchiudere in questo personaggio tutte le sfaccettature che abbiamo noi donne, ci ho provato tanto a lungo. Credo di esserci riuscita alla fine. La maggior parte delle volte la prenderei a schiaffi se fosse reale, la trovo irritante ma le voglio bene adesso che ho messo un punto alla sua storia… La sua crescita è veloce come tutta la vicenda che vive, è un concentrato di musica che si alterna. Kat siamo ognuna di noi, volevo un personaggio che ogni donna e non, in cui potesse ritrovarsi. Lei di gran lunga è stata la cosa più difficile che abbia fatto, adesso che la sto lasciando andare per la prossima protagonista lei mi manca, ma sono pronta per la nuova sfida che mi attende. (Qui c’è uno SPOILER..)
Hai scelto di non descrivere fisicamente la protagonista, lasciandola alla nostra immaginazione. Qual è stata la ragione dietro questa scelta e come pensi abbia influenzato l’esperienza di lettura dei tuoi lettori?
La ragione principale per cui non l’ho descritta è molto semplice. Ho cercato una falla nella letteratura, ho letto molto e mi sono chiesta cosa non fosse stato fatto, una protagonista non descritta! Sono saltata dalla sedia quando ci arrivai! Ero felicissima, perché mi chiesi cosa vorrei davvero leggere? “Io vorrei essere la protagonista.” Rimasugli di mente e altro mi portarono a lei, eravamo nel periodo in cui tutto si stava già avendo pronto, l’immaginazione si stava cancellando. La gente deve tornare ad immaginare e vivere le storie per quello che sono, semplicemente storie. Kat è stato un grande azzardo ma non descrivere la sua persona fisica è stata anche la cosa più semplice da fare, ho omesso solo la fisicità. Eppure, il lettore tanto è abituato a tale cosa da sentirsi smarrito e affascinato nel vivere la storia attraverso i propri occhi. Molte lettrici e lettori, me l’hanno descritta a loro somiglianza. Loro stessi hanno vissuto la storia, ho provato a fare l’impossibile. È stato un gioco d’azzardo verso me stessa e tutti. Il tempo ci dirà se l’immaginazione tornerà davvero e ci lasceremo davvero trasportare tornando a sognare tra le pagine. Ma il fatto che solo omettendo il colore dei capelli, degli occhi, la forma del viso e l’altezza, o anche del suo corpo, li destabilizza e li scuote. Ha fatto sì che ogni lettore immedesimandosi ha avuto un modo di vivere la storia diverso e a suo piacimento. Incantesimo di sangue è una lettura veloce, breve ma anche intima e personale, me ne sto rendendo conto solo ora che tantissima gente mi scrive. Alcuni ridono, altri piangono, chi si spaventa, chi si angoscia e chi invece la prende come una storia allegra.
“Incantesimo di sangue” affronta temi come magia, dinastie e scelte difficili. Qual è stato il tuo approccio nel mescolare questi elementi fantastici con le emozioni e i dilemmi dei tuoi personaggi?
In Incantesimo di sangue si hanno due mondi ben distinti, non si mescolano ma restano l’uno a fianco all’altro. Il regno degli umani ha la realtà dalla sua parte e la psicologia dell’uomo e delle sue scelte. Il regno magico di Salem invece ha tutto il resto, la fantasia che l’uomo cerca. Ma alla fine l’uno fa parte dell’altro, come il bene e il male, tutto si completa. Le emozioni e i dilemmi dei personaggi fanno parte di entrambi e ho solo preso quello che tutti gli altri hanno solo immaginato per metà e ho fatto il resto. Di Salem si parla di caccia alle streghe, se ne è sempre parlato male, è una macchia atroce della nostra storia. Mi sono perciò detta, ma se le streghe avessero creato Salem? Di base sono umane per metà, quindi sarebbe bello parlarne per una volta bene, dar loro il giusto credito. Le streghe in fin dei conti sono sempre state viste come malvagie Creature, non da me. Quindi eccoci qui con Salem Bianca e Oscura, e con il famoso dilemma del bene e del male. Ma in fin dei conti siamo solo all’inizio della storia…
Il tuo libro è stato elogiato per la sua scrittura accattivante e per le descrizioni immersive. Come hai lavorato per creare un mondo così vivido e coinvolgente per i tuoi lettori?
La mia scrittura è di base semplice, per me almeno. Non nego che ci ho messo anni affinché il romanzo prendesse questo aspetto, proprio perché è un world building in costruzione. Ha volte mi fa paura per quanto sia grande nella mia testa, ho degli spin off su alcuni personaggi e di cui vi parlerò in futuro. C’è davvero tanto da dire e ogni personaggio può approfondire tanto su tutto, questa è la parte che mi fa più paura, non avere il tempo per dare voce a tutto. Salem è un mondo che nel primo libro fa capolino, quasi a dire, ora che avete capito di cosa si tratta… siete pronti per il resto della storia? Salem è questo, Io l’ho sognato, l’ho sempre fatto e non vedo l’ora di far sognare anche tutti gli altri. Benvenuti a Salem.
Concludiamo qui la nostra intervista con Arianna Scuderoni, autrice di “Incantesimo di sangue”. Grazie mille per averci accompagnato in questo viaggio nel mondo della fantasia e del mistero. Se siete alla ricerca di un libro che vi terrà incollati alle pagine con ogni colpo di scena, non potete perdervi questa avventura. E non vediamo l’ora di scoprire cosa ci riserva il futuro per Kat e i suoi compagni di viaggio. Grazie ancora, Arianna, e in bocca al lupo per il prossimo capitolo delle loro avventure!
