Benvenuti al blog del Gruppo Albatros. Oggi abbiamo il piacere di intervistare Manuela Valsania, autrice del libro di poesie “Scorci di vite precedenti”. In questo viaggio poetico, Manuela Valsania ci offre una finestra aperta sulle esperienze di vita che hanno plasmato la sua personalità. Attraverso una prosa poetica che si muove tra il confessionalismo e la classicità dei miti greci, fino ad arrivare ai letterati contemporanei, l’autrice ci guida in un percorso musicale di ispirazioni e intuizioni. Le sue poesie aspirano alla fioritura dell’Io, rivelando una profondità emotiva e una riflessione intensa.
Manuela, puoi raccontarci cosa ti ha ispirato a scrivere “Scorci di vite precedenti”? Quali esperienze personali hanno maggiormente influenzato le tue poesie?
L’ispirazione mi è arrivata letteralmente prima di addormentarmi una sera di giugno del 2022. Quelle intuizioni che semplicemente sai essere esatte, il titolo è arrivato così, un voler raccontare con l’aiuto di Mael, l’altra protagonista, alcune delle esperienze che avevano costellato la mia ricerca di una verità oltre il nutrimento del dolore che abita ognuno di noi. La cosiddetta: sfiga, che a parere personale non esiste. Le esperienze personali più influenti sicuramente possono essere state il tentato suicidio e, l’uso smodato di oppiacei, sia chiaro che non dico diano una sorta di Musa queste cose, per nulla, ma il navigare in alcune ricerche di sofferenza auto imposta mi hanno permesso di capire e, vedere l’origine di quello che provavo e non dicevo. Ero arrabbiata col mondo, a livello di ego umano e, arrabbiata con me stessa perché non mi ci adattavo in nulla. Ecco questo camminare in percorsi impervi è ciò che ha influito sugli scritti.
Oltretutto sintetici, poche parole dirette, senza gli orpelli di scusanti di cui spesso ci nutriamo.
Nel tuo libro, passi dai miti greci a letterati contemporanei. Come si intrecciano questi riferimenti nella tua poesia e cosa rappresentano per te?
Gli intrecci sono dati da come dicono gli storici: imparare dal passato. I miti greci raccontano le bellezze o meno dell’animo umano, è grazie al mio professore di lettere ed epica delle medie che ho sviluppato questa passione. Riusciva a farti appassionare a ogni cosa, la descriveva come se fosse una verità, ecco che questo mi ha veramente conferito la ricerca di una mia verità. Insomma, ci si può rivedere in Artemide o Persefone per esempio. Poi questa curiosità si amplia, nel voler conoscere, come anche letterati contemporanei vedano il mondo coi i loro occhi, insomma Kafka lo scriveva dal suo vissuto (nazione, famiglia, esperienze) e, Melville o Virginia Woolf uguale. Ognuno di noi ha qualcosa da esprimere, basta trovare il proprio talento e, intrecciare il filo della propria esperienza con quello di altri.
La tua scrittura è descritta come una prosa poetica Confessional. Come definiresti questo stile e in che modo pensi che aiuti a trasmettere le tue esperienze e intuizioni?
Per la definizione dello stile Confessional devo ringraziare Rossana Marcuccilli, che nella sua meravigliosa prefazione, lo porta a mia conoscenza. Ho visto lo scrivere come il confidarsi e il confrontarsi con la propria migliore amica, che in questo caso sono io, dirsi le cose come sono non è sempre semplicissimo, ma arrivi ad un punto, in cui mentirti, diventa noioso. Come se le protagoniste si raccontassero ad una cena, in modo scherzoso, senza il dolore, perché semplicemente è così. Se togli alle esperienze il lato emotivo, bello o brutto che sia, sono esperienze. Trasmettere confidenza, vuol dire averne con sé stessi, senza giudizio. La tua migliore amica non ti giudica. Ciò aiuta il lettore a sapere che: oddio anche io ho avuto un’emozione simile, cavolo l’ho superata, cavolo ci devo ancora lavorare. Penso che quindi si possa trovare un’amica nelle due protagoniste, sia che si simpatizzi solo per Manu (che sembra la calma), sia che lo si faccia per Mael (la distruttrice), quindi immedesimandoti viene naturale trasmettere un’intuizione.
La musicalità è un elemento centrale nel tuo processo creativo. Puoi parlarci di come la musica ha influenzato la tua scrittura e quali generi o artisti sono stati particolarmente significativi per te?
Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia in cui con la musica alta di esprimeva sé stessi, mia madre grande appassionata di Nomadi e De André, mio padre di musica folcloristica italiana. Quindi musica in casa vi era sempre, sono stata costretta a imparare a suonare il clarinetto nella Banda musicale del mio paese, personalmente volevo imparare il Sassofono, ma pazienza. Questo preambolo per dire che la musica è come il cibo o l’acqua, quando scrivo metto la mia playlist in modalità casuale e lascio che le parole si esprimano con le note. Artisti significativi a voler essere precise sono molti: dai compositori classici come Beethoven, Vivaldi, Mozart (per citarne alcuni) a Ludovico Einaudi che amo immensamente. Sul moderno ascolto da Marilyn Manson ai Florence+the Machine, Marracash, Litfiba, Elvis. Passo dal Rock al Blues alla musica classica senza una linea conduttrice. Può essere solo un pezzo, per esempio, ma va a toccarmi le corde giuste. La loro ricerca musicale si sposa con le mie parole e viceversa. Con la musica riesco ad usare l’immaginazione, per esempio con Little Wings di Hendrix nel reef di chitarra mi vedo sulle montagne russe. Oppure con Nuvole Bianche di Einaudi ho il ricordo di un cielo perfetto con colori quasi psichedelici di 15 anni addietro. Ecco, dunque, che quest’arte diventa il sottofondo dei miei scritti e, delle immagini che si aprono nel mio cuore e nella mente. Poi lascio le orecchie aperte ogni volta che ascolto un brano in un film o una serie TV e, lì scopro perle di altri paesi. Musica turca o araba, che poi ricerco con impegno. Shazam è la mia applicazione di ricerca certosina. La musica è come la scrittura, un esprimere se stessi, un dare voce a ciò che vivi, hai vissuto. Ogni scelta dallo strumento, alla vocalità con cui si esprime un testo è come scrivere una poesia. La musica mi aiuta a togliere la mente logica e dare spazio agli scritti dall’anima. Trovare le giuste parole, nell’85% dei casi è dato da un pezzo che ascolto. Ecco perché spesso vi è musica in abbinamento ai miei scritti, mi sembra gli diano più profondità
“Scorci di vite precedenti” parla della fioritura dell’Io. Cosa intendi con questo concetto e come speri che i tuoi lettori possano applicarlo alle loro vite?
L’Io che fiorisce è la parte con meno regole auto imposte che si esprime. Una sorta di saggio bambino, con la stessa fiducia nella vita e, capacità di cadere, scrollarsi gli abiti e andare avanti. Non significa essere stupidi, tutt’altro, ma avere piena fiducia e perdono di sé, senza dare colpe esterne a noi. Il lettore può applicare in diversi modi la propria fioritura: osservando perché re-agisce, fare un passo indietro e ascoltare il bisogno primigenio. Esempio se continuo a dare attenzione alle persone e, in seguito mi lamento di non essere ascoltata, la spiegazione più semplice può essere: Ho paura di ascoltarmi, ho bisogno di essere amata e quindi dono il mio tempo/attenzione agli altri con la speranza di ciò. Ecco se semplicemente ci si accorge già di questo si fa fiorire l’Io più vero, si toglie dunque la maschera, la bugia del perché facciamo certe cose o ne sopportiamo altre. Nelle parole di Scorci di vite precedenti non vi sono colpe, ci sono prese d’atto, che è ben diverso. Avessi continuato sulla via degli oppiacei non avrei potuto scrivere ora, ed è inutile che dica che era colpa di mio padre, madre, nonno, nonna, loro hanno fatto ciò che sapevano con ciò che avevano. È stato a Mael e Manu saper andare oltre a ciò che era stato loro insegnato, diventare un fiore di Loto. Stessa cosa vale per il lettore, guardare sé senza giudizio, perché si può far fiorire sé stessi solo in assenza di indice puntato contro.
Grazie, Manuela, per aver condiviso con noi il tuo processo creativo e le esperienze che hanno dato vita a “Scorci di vite precedenti”. È stato un piacere esplorare con te il mondo delle tue poesie, ricche di riferimenti classici e contemporanei, e il modo in cui la musica e la tua esperienza personale si intrecciano nella tua opera. Speriamo che i nostri lettori trovino ispirazione nelle tue parole e che le tue poesie possano guidarli verso la loro personale fioritura dell’Io. Continuate a seguirci per altre interviste e approfondimenti sul mondo della letteratura.
