Benvenuti nel blog del Gruppo Albatros. Oggi siamo felici di avere con noi Giulia Del Bello, autrice del toccante libro “365 Giorni senza di te”. Giulia apre il cuore in una narrazione che contempla il suo percorso nel lutto per la sua amatissima nonna. Il racconto si snoda attraverso intense lettere, intime come pagine di diario, dipinte da un turbinio di emozioni. Con estrema sincerità e determinazione, Giulia condivide la sua lotta contro la perdita, offrendo riflessioni profonde sulla vita e la morte, oltre la realtà tangibile. Oggi, condividiamo con voi un’esclusiva incursione nel mondo di Giulia, tra ricordi, speranze e significati.
Giulia, scrivere “365 Giorni senza di te” è stato un processo catartico per te? In che modo la scrittura ha contribuito alla tua personale elaborazione del lutto?
Scrivere “365 Giorni senza di te” è stato senza dubbio un processo catartico. Mi ha permesso di mettere nero su bianco le emozioni più profonde e dolorose che provavo, aiutandomi a elaborare il lutto in modo concreto e tangibile. La scrittura è diventata una forma di terapia, uno strumento per dare ordine al caos interiore e per onorare la memoria di mia nonna. Attraverso le parole, ho potuto rivivere i momenti condivisi con lei, affrontare il dolore della perdita e, infine, trovare un senso di pace. Inoltre, scrivere quelle lettere è stato un modo per sentirmi ancora vicina a lei, per comunicare con lei anche dopo la morte, mantenendo vivo il nostro legame attraverso le pagine.
Nel libro, descrivi momenti di conflitto e di tenerezza con tua nonna. Qual è stato il tuo intento nel mostrare queste sfaccettature complesse dei rapporti familiari?
In realtà, il libro non è nato con l’intento di essere pubblicato. Quando ho iniziato a scrivere, il mio unico obiettivo era aiutare me stessa ad andare avanti, ad affrontare il dolore e la confusione che accompagnano il lutto. Volevo creare uno spazio dove poter elaborare i miei sentimenti, dove poter riflettere sui momenti vissuti con mia nonna, sia quelli belli che quelli difficili. I momenti di conflitto e di tenerezza che descrivo nel libro sono stati fondamentali per il mio processo di guarigione. Mi hanno ricordato che nella vita non è sempre tutto rosa e fiori e che la realtà dei rapporti familiari è intrinsecamente complessa. L’amore è spesso intrecciato con tensioni, incomprensioni e, talvolta, conflitti. È proprio questa complessità che rende i rapporti familiari così autentici e significativi. Non ho mai voluto dipingere mia nonna come una figura ideale o perfetta. Al contrario, ho cercato di rappresentarla come una persona reale, con le sue tante imperfezioni e le sue virtù. Volevo che i lettori potessero vedere mia nonna per quello che era: una donna forte, amorevole, ma anche imperfetta e umana. La sua autenticità è ciò che la rendeva così speciale per me. Ora che il libro è stato pubblicato, mi rende felice sapere che i lettori possono vedere un quadro completo della nostra relazione. Spero che attraverso le pagine possano comprendere come anche i legami più profondi e significativi possano essere complessi e sfaccettati. Credo che questa rappresentazione realistica possa aiutare altre persone a riconoscere e accettare le proprie esperienze, trovando conforto nel sapere che non sono sole nelle loro emozioni e nei loro conflitti. La pubblicazione del libro ha trasformato un progetto personale in qualcosa di più grande, offrendo ai lettori uno sguardo sincero e intimo sulla mia vita e sui miei rapporti familiari. Questa condivisione mi ha permesso di creare una connessione con chi legge, mostrando che la bellezza dei rapporti umani risiede proprio nella loro complessità.
Come hai trovato il coraggio di esplorare emozioni così profonde e intime attraverso le tue parole? Hai avuto dubbi o paure nel condividere questa parte così personale della tua vita con il pubblico?
Scrivere di emozioni profonde è stato un atto di liberazione per me. Inizialmente, avevo molta paura di pubblicare il libro e di condividere tutte le mie emozioni più intime. Volevo tenere le lettere tutte per me, per mantenere un legame unico con mia nonna, qualcosa di solo nostro. Tuttavia, ho capito che condividere queste parti di me poteva offrire conforto e comprensione ad altri che affrontano esperienze simili. Il coraggio è venuto dal desiderio di connettermi autenticamente con i lettori e dall’idea che pubblicando il libro avrei potuto aiutare gli altri a sentirsi meno soli nelle loro difficoltà.
Durante il processo di scrittura, hai scoperto nuove prospettive o riflessioni sulla vita e sulla morte che non avevi considerato prima?
Sì, il processo di scrittura mi ha aperto a nuove prospettive. Ho realizzato quanto sia importante vivere nel presente e apprezzare ogni momento. Anche se non è stata la prima nonna che ho perso, comunque non ci si abitua mai alla morte ed è difficile accettarla. Riflettere sulla mortalità mi ha insegnato a valorizzare maggiormente le relazioni e a non dare nulla per scontato. Inoltre, ho capito che la scrittura, o comunque la condivisione delle proprie emozioni, può essere un potente strumento di guarigione e introspezione. Condividere i propri sentimenti aiuta molto, soprattutto perché ci si sente un po’ meno soli.
Oltre alla tua esperienza personale, quali sono le fonti di ispirazione che ti hanno guidato mentre scrivevi questo libro?
Oltre alla mia esperienza personale, ho trovato ispirazione nelle storie di altre persone, nei libri di autori che ammiro, e raramente nelle conversazioni con amici o parenti. La principale fonte di ispirazione l’ho trovata nei ricordi. Rievocare momenti con mia nonna e riflettere su quei preziosi ricordi è stato un motore potente per la mia scrittura.
Grazie a Giulia Del Bello per aver aperto il suo cuore e condiviso con noi la sua esperienza così toccante e significativa. Le parole di Giulia prendono vita e diventano sfumature di emozioni che ci guidano attraverso un viaggio intriso di sentimenti. “365 Giorni senza di te” è molto più di un libro: è un tributo alla vita, alla perdita e alla resilienza umana. Grazie ancora, Giulia, per averci permesso di essere parte di questo viaggio.
