Benvenuti sul blog del Gruppo Albatros! Oggi abbiamo il piacere di intervistare Massimo Gregorini, autore del libro “Le cinque pietre”. Questo intrigante romanzo ci trasporta nella quiete della campagna toscana, dove il professor Assunto Guglielmi si ritrova a fare i conti con un mistero insondabile: cinque monoliti apparsi inspiegabilmente nel suo giardino. Mentre il professore cerca di svelare il significato di queste enigmatiche presenze, viene travolto da una serie di riflessioni profonde sulla fragilità dell’esistenza umana e sulla necessità di preservare la conoscenza. Massimo Gregorini ci offre un ritratto intenso e sfaccettato di un uomo solo e meditativo, alle prese con i fantasmi del suo passato e le incertezze del presente. Siamo entusiasti di scoprire di più su questo affascinante libro e sul suo autore.
Da dove è nata l’ispirazione per “Le cinque pietre”? Ci sono eventi personali o storici che hanno influenzato la trama?
L’ispirazione è nata dall’installazione permanente, intitolata ‘Revolving doors’, che l’artista Federico Gori ha realizzato nel 2016 nel giardino della casa dove abito, sulle colline del Valdarno Superiore. Si tratta di un’opera caratterizzata dalla disposizione in cerchio di 5 grandi pietre di marmo bardiglio della Garfagnana, alte più di 2 metri e con un lato di ciascuna di queste pietre avente una superficie specchiata. Partendo da questa presenza ho costruito una trama che riannoda molte situazioni ed avvenimenti personali, tuttavia rielaborati in modo fantasioso.
Il professor Assunto Guglielmi è un personaggio complesso e sfaccettato. Come hai sviluppato il suo carattere e quali aspetti della sua personalità ritieni più rilevanti per la storia?
Assunto Guglielmi è un personaggio inventato che ha per alcuni aspetti le caratteristiche dell’autore, soprattutto quando descrive i ricordi della propria famiglia e dei personaggi incontrati, ma per altri ha una visionarietà che lo porta a pensare che il mondo va verso la catastrofe, sconvolto da eventi inaspettati che egli interpreta come segnali premonitori, con il rischio angoscioso che andrà perduta la cultura dell’uomo. Il tentativo, di poter impedire la distruzione del sapere umano è tuttavia l’aspetto più commovente e rilevante della personalità del professore; tenta di convincere altri personaggi per cominciare e condurre l’impresa ma, pur fallendo, dà un’indicazione: occorre interessarsi del pianeta dove viviamo, che si trova di fronte a possibili guerre termonucleari ed a sconvolgimenti causati dall’uso insensato delle risorse della Terra a causa di un modello di sviluppo che punta solo al profitto immediato, senza pensare alle conseguenze sull’equilibrio naturale.
I cinque monoliti nel giardino del professore sono un elemento centrale del romanzo. Qual è il loro simbolismo e come contribuiscono al messaggio globale del libro?
I cinque monoliti rappresentano lo stupore! L’artista che ha concepito l’opera ha creato una dissonanza nella natura ma allo stesso tempo, con le superfici specchiate, ha portato la natura dentro l’opera stessa attraverso il riflettersi del paesaggio circostante, che continuamente cambia con il mutare delle stagioni e con il passaggio dal giorno alla notte. È il fluire della vita e l’uomo con la sua creatività ed il suo ingegno è al centro del mistero. Stupore e mistero!
Il tema della conoscenza e della sua preservazione è molto presente nel libro. Cosa ti ha portato a esplorare questo tema e quale messaggio speri di trasmettere ai tuoi lettori?
Dall’Homo Sapiens ad oggi sono passati, secondo alcuni scienziati, circa 100.000 anni. Ciò che è l’uomo attualmente è il risultato della conoscenza conseguita sia in modo empirico che tramite l’introspezione da filosofi, letterati, artisti, scienziati: è il nostro patrimonio culturale inteso nell’accezione più vasta. Dante ci ricorda: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. E qui nasce il paradosso: l’uomo ha scoperto, tramite la conoscenza, anche la possibilità di autodistruggersi inventando la bomba H e quindi qualora venisse usata su larga scala l’umanità perderebbe tutto il suo immenso patrimonio culturale. Il messaggio al lettore consiste nel far presente che esiste il rischio della fine dell’umanità e che ognuno di noi deve essere consapevole della posta in gioco.
Il romanzo alterna momenti del presente e flashback del passato del professor Guglielmi. Come hai gestito la struttura narrativa e quali sfide hai incontrato durante la scrittura?
Inizialmente ho definito uno schema generale che, partendo dall’opera d’arte realizzata nel giardino, si sarebbe dovuto sviluppare nella ricerca del perché le cinque pietre erano apparse improvvisamente nella notte e, supposto che fosse un messaggio che avvertiva di una imminente catastrofe planetaria, il protagonista avrebbe cercato l’aiuto di alcuni personaggi conosciuti durante la sua esistenza per elaborare un progetto di salvezza della conoscenza umana. Da questa base di partenza poi si sono dipanate tutte le storie inerenti la vita del prof. Guglielmi e dei 5 personaggi scelti e contattati: questa è stata la parte più intensamente coinvolgente perché ha richiamato alla memoria vicende vissute in una sorta di ricerca del tempo perduto. Infine, l’epilogo è stata una intuizione improvvisa, un colpo di teatro, che ha portato a soluzione l’enigma delle cinque pietre.
Grazie, Massimo Gregorini, per aver condiviso con noi i retroscena di “Le cinque pietre” e per averci offerto uno sguardo approfondito nel tuo processo creativo. Il tuo libro ci invita a riflettere sulla natura dell’esistenza e sull’importanza di preservare la conoscenza umana. Siamo sicuri che i lettori troveranno ispirazione nelle tue parole e nel viaggio del professor Guglielmi. Invitiamo tutti a immergersi in questa lettura affascinante e a scoprire i misteri celati tra le pagine di “Le cinque pietre”. Continuate a seguirci sul blog del Gruppo Albatros per altre interviste e approfondimenti con autori straordinari.
