Benvenuti al blog del Gruppo Albatros! Oggi abbiamo il piacere di accogliere Pasquale Morana, autore del romanzo “La città del giardino dei cedri”. Questo libro ci trasporta nel cuore della Seconda Guerra Mondiale, nelle ardenti terre siciliane del luglio 1943, mentre gli alleati sbarcano in una terra tormentata. Attraverso le pagine di questo romanzo, esploriamo il destino del tenente Frank Saintgeorge, un uomo stretto tra il dovere militare e la ricerca delle sue radici siciliane. Con una scrittura che cattura l’anima della Sicilia, Morana ci conduce in un viaggio attraverso la storia, l’amore e i segreti familiari. Senza ulteriori indugi, diamo il via a questa intervista!
Pasquale, “La città del giardino dei cedri” ci immerge in un periodo cruciale della storia italiana. Cosa ti ha spinto a scegliere il contesto della Seconda Guerra Mondiale per il tuo romanzo?
La Seconda guerra mondiale è un avvenimento i cui effetti, hanno influenzato, la società sia dal punto economico, culturale ma anche antropologico e sociale. Ma non è finita; ancora oggi la cronaca ci testimonia i suoi perversi effetti sulla nostra vita. Se questo è vero dal punto di vista nazionale, lo è ancora di più nelle tracce che ha lasciato nella mentalità siciliana. Una mentalità piegata dai bombardamenti del 1943 con l’apogeo devastante di quello del nove maggio.
Il protagonista, Frank Saintgeorge, è un soldato americano che scopre le sue radici siciliane. Qual è il messaggio principale che desideravi trasmettere attraverso il suo viaggio emotivo?
Che siamo legati alle nostre radici e che sempre in un modo o nell’altro, nel bene o nel male come con il canto delle sirene, ne sentiremo il richiamo. Le radici sono quelle di Benedict fuggito dalla sua terra ma anche del figlio Frank che, pur se nato in America ne sente la voce ancestrale. Non posso non pensare come ancora oggi i nostri figli, non più con le valigie di cartone, ma con lauree e professionalità sono costretti a fuggire dalla propria terra sentendone, per la vita, il richiamo solo appannato dal tempo che passa. Questa ambiguità di fondo ne farà esseri sospesi tra due mondi: quello abbracciato, diverso estraneo, ma ricco di promesse e prospettive e quello abbandonato per necessità, mancante di opportunità ma intimamente presente nella loro anima.
La Sicilia è rappresentata come un luogo di contrasti, tra bellezza e devastazione. Come hai lavorato per creare questa dualità nell’ambientazione del romanzo?
Beh, questo contrasto è nel mio essere e penso in quello di molti palermitani, figlio proprio della storia della città. Ma non è esclusivo di chi nasce qui, basta, per lo straniero comminare per le vie di questa città, ammirarne i suoi monumenti figli di un passato spesso dimenticato e nello stesso tempo, ancora oggi imbattersi nelle macerie della guerra. Le due realtà sono strettamente connesse, e con la sua gente figlia di esperienze millenarie fanno una città non catalogabile, non una città museo, ma una città viva, imperfetta ma assolutamente unica.
Lucia, il personaggio femminile chiave, incarna molte sfaccettature della Sicilia e della sua storia. Qual è stato il tuo processo creativo nel darle vita?
Sono partito da un personaggio idealizzato a cui ho voluto dare la capacità di amare pur nell’angoscia della guerra, il tormento e l’estasi di una giovane donna. Lucia è un personaggio sui generis per gli anni 40, libero, passionale che non teme di andare contro le consuetudini del tempo, che farà delle scelte consapevoli di cui pagherà le conseguenze.
Il tuo romanzo esplora temi universali come l’amore, la guerra e l’identità. Qual è l’elemento che speravi il lettore avrebbe colto maggiormente?
Non possiamo non considerare che questi tre aspetti come strettamente interconnessi e che nella storia crescono e si intrecciano come i tronchi di un ulivo saraceno. Ma l’ambizione del romanzo oltre che interessare il lettore con una coinvolgente storia d’amore è quello di testimoniare la memoria il ricordo di tanta sofferenza.
Grazie mille a Pasquale Morana per averci regalato uno sguardo così intenso sulla Sicilia durante la Seconda Guerra Mondiale attraverso “La città del giardino dei cedri”. Con questa storia coinvolgente e appassionante, ci ricorda la forza dell’amore e la resilienza dell’animo umano anche nei momenti più oscuri della storia. Non vediamo l’ora di leggere ancora da questo talentuoso autore.
