GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Se l’ho capito io, lo puoi capire anche tu! – II edizione – Osvaldo David

Benvenuti al blog del Gruppo Albatros! Oggi siamo felici di ospitare un autore che ci guiderà in un viaggio attraverso le profondità della fede religiosa in Gesù Cristo e i suoi autentici insegnamenti. Con noi c’è Osvaldo David, autore della seconda edizione del libro “Se l’ho capito io, lo puoi capire anche tu!”, un’opera che si propone di illuminare il cammino dei credenti verso una comprensione più profonda e ragionata della propria fede. Attraverso l’ispirazione del filosofo armeno Gurdjieff, Osvaldo David ci conduce alla scoperta di una Quarta Via, che promette di arricchire il nostro essere credenti e cristiani con una prospettiva più ampia e critica. Siamo ansiosi di esplorare insieme i temi affrontati nel suo libro e di cogliere le preziose riflessioni che ci offre.

Come va vissuta la fede religiosa in Gesù Cristo secondo la sua prospettiva?

<<Eppure noi sappiamo che Dio salva l’uomo non perché questi osserva le pratiche della legge di Mosè ma perché crede in Gesù Cristo. E noi abbiamo credu­to in Gesù Cristo, per essere salvati da Dio per mezzo della fede in Cristo, e non per mezzo delle opere co­mandate dalla Legge. Nessuno, infatti, sarà salvato per­ché osserva la Legge. Io non rendo inutile la grazia di Dio. Ma se fosse vero che siamo salvati perché osserviamo le norme della Legge, allora Cristo sarebbe morto per niente.>>. Parole monumentali! Sembra impossibile che siano state scritte dal militare romano Paulo di Tarso nelle lettere ai confratelli, dei quali era stato il più feroce persecutore; queste parole dimostrano il chiaro pensiero di colui che è conosciuto dai cristiani col nome di San Paolo, colui che ha capito prima di tutti gli Apostoli la vera motivazione della missione di Gesù Cristo. Allora io, per dare una prima risposta breve, ma autorevole, mi rimetto alle sue parole che condivido del tutto, aggiungendo solo che dalla lettura di ogni rigo dei Vangeli traspare l’importanza determinante della fede in Gesù Cristo, la quale rappresenta il lasciapassare per entrare, sempre e comunque, nel Mondo spirituale; ciò non è una sorpresa per ogni buon cristiano che, per esempio, ricordi sia l’evento del “buon ladrone” zeppo di peccati d’ogni tipo, crocifisso a lato di Gesù che gli promise di portarlo con Sé in paradiso per aver dimostrato la sua fede nel Figlio di Dio, sia la frase che Gesù diceva a ogni miracolato dopo averlo guarito, che era sempre la stessa: “La tua fede ti ha salvato”. Pertanto, per il credente cristiano la fede deve rappresentare il veicolo su cui viaggiare tutta la vita, certo di arrivare alla destinazione giusta. Se la fede è sincera e non solo d’interesse, sentita ed anche ragionata, basta sempre! 

Quali sono stati, secondo lei, gli autentici insegnamenti di Gesù Cristo e come possono essere applicati nella vita quotidiana?

Nel Vangelo di Marco, si narra che Gesù faceva radunare le folle incuriosite dai suoi poteri miracolosi, poi gli rivolgeva queste strane parole: “Ravvedetevi e credete alla buona novella”. Quel “Ravvedetevi” aveva un significato criptico che non voleva intendere “Pentitevi”, in quanto il ravvedimento nulla ha a che fare col peccato, ma consiste in un mutamento di vita che dovrebbe seguire al fatto di capire che si sta commettendo errori; quindi, l’uomo che si ravvede deve poi intelligentemente smettere di ripetere l’errore, altrimenti esso può portarlo alla rovina. Ma quale poteva essere l’errore misconosciuto dagli uomini, eppure così esiziale per l’Umanità, da indurre il Figlio di Dio a incarnarsi Uomo tra gli uomini per renderlo noto a chi volesse salvarsi? Il primo insegnamento di Gesù di Nazareth alle folle, ma soprattutto agli apostoli, fu di prendere atto delle rivela­zioni dell’antichissima Genesi da cui emergeva che la creatura, fatta per ulti­ma in un unico esemplare, fu creata in modo differente rispetto agli altri esseri viventi, ossia con una duplice natura: un corpo fisico di materia terrestre in cui venne insufflato un soffio vitale del Creatore alias un mini-essere spirituale. Ciò ha privilegiato questa individualità perché, nel momento del disfacimento del corpo di materia, lo spirito divino immortale poteva staccarsi dal cadavere e tornare nel Mondo spirituale di provenienza, a patto però che ne fosse ancora degno dopo la vita terrena. In sostanza, la buona novella è consistita nell’informare l’Umanità che per l’essere umano, fatto non solo di sangue, carne ed ossa, esiste la possibilità della resurrezione. Avrei ora dovuto menzionare un altro insegnamento di Gesù non meno importante del primo, ma è ancora ignoto! Di esso, ho trovato personalmente le tracce scritte che poi ho riportato in modo chiaro nel mio libro, poiché fino ad oggi esse sono state misconosciute o ignorate dalla dottrina ufficiale; l’insegnamento riguarda la precisa spiegazione da parte di Gesù del modo in cui la Legge del karma opera nella vita degli esseri umani. Di ciò, alcuni decenni fa trovai il primo accenno nel Padrenostro, la preghiera che Gesù Cristo rivolse al Padre nei cieli quando per Lui si avvicinava il tempo di bere il calice amaro; in essa, nella quinta invocazione, il Figlio di Dio pregò così: “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Dopodiché, alcuni anni fa, ho trovato un altro accenno alla Legge del karma nella parabola del “Seminatore” narrata dall’evangelista Marco; lì, sono scritte parole chiare uscite dalla bocca del Maestro e rivolte ai discepoli, però ignorate dai padri della nascente Chiesa cristiana del III-IV secolo d.C.; ecco le parole di Gesù: “Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misu­rati anche voi; (…)”. Costretto alla sintesi, qui non commento, e ricordo solo che nella dottrina dell’Induismo la Legge del karma è strettamente collegata con il tema della reincarnazione, il che mi ha fatto ritenere ragionevolmente vera la possibilità della rinascita, o addirittura delle rinascite plurime, anche per chi ha fede nel Cristo Gesù, ancor più sicuro dopo che ho attentamente esaminato il brano evangelico del colloquio notturno tra il Maestro e Nicodemo, in cui Gesù dice così al sacerdote giudeo rimasto imbambolato: <(…) “In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio.” (…)>.

Nel suo libro, parla dell’importanza di una fede ragionata. Potrebbe spiegarci meglio cosa intende per questo concetto e come può aiutare i credenti nel loro percorso spirituale?

Se consideriamo separatamente il significato dei due termini, appare chiaro che la fede, religiosa o no, è l’inclinazione umana legata al “sentire”, quindi individuale, che fa accogliere come vere le informazioni di cui non si ha una conoscenza diretta, basandosi sull’autorità altrui; la ragione è invece la facoltà di pensare, la quale consente di collegare fra loro i concetti e le idee secondo rapporti logici, diventando in tal modo una capacità di discernere e di formulare giudizi. Gurdjieff, il filosofo armeno che ha ispirato il mio libro, afferma che di solito la fede, di ogni tipo, blocca la crescita spirituale dell’individuo perché accade quasi sempre che agire, credendo in qualche verità non passata al setaccio della ragione, impedisca la futura crescita spirituale. Una verità può essere accettata dalla ragione, ma non sentita, e viceversa; bastano queste poche righe per farci allora intuire quanto possa essere grande l’effetto sinergico sulle Verità accertate dall’azione combinata di fede e ragione allorché agiscano insieme. A tutte le verità religiose va messo il sigillo della fede ragionata.

Il concetto di “anima” è centrale nelle discussioni spirituali. Come lo definirebbe e quale ruolo svolge nella sua visione della fede?

Il concetto cattolico di “anima”, inteso come se il credente sia il possessore o il responsabile di un’essenza spirituale immortale (cioè, di una “cosa” indefinita e nebulosa che gli è quasi del tutto ignota) non può esistere nel mio saggio, ove esso è efficacemente e veritieramente sostituito dal concetto di “individualità umana”. In quest’ultimo concetto si riconosce che l’essere umano privilegiato, che nella Genesi è detto nephesc = lo Spirito vivente, non è identificabile in un corpo di materia terrestre mortale che possiede addirittura un mini-spirito divino, ma è piuttosto il risultato dell’unione perfetta di due entità di Mondi differenti, l’uno materiale e l’altro spirituale, con pari dignità esistenziale, che sono state assemblate dal Creatore al fine di consentire una sorprendente sperimentazione della Sua creazione tramite le loro rispettive facoltà e qualità. Ma esistono prove della duplicità dell’individualità umana? Sì; un cristiano che crede in Gesù Cristo sa che Egli ha insegnato agli apostoli, ogni giorno per tre anni, i misteri delle “cose del cielo” e che, tra esse, il fenomeno della duplice natura umana era un argomento fortemente sentito dal Figlio di Dio, sia per ricordare ad essi che non dovevano “giudicare secondo la carne” sia per spiegare che Egli Stesso era strutturato allo stesso modo, con l’unica differenza che le due parti costitutive della Sua Individualità avevano caratteristiche extraumane. Al riguardo, è da leggere il brano del Vangelo di Matteo in cui all’improvviso Gesù domanda ad apostoli e discepoli: “Ma voi, chi dite che io sia?” e, tra tutti, solo Pietro lo soddisfa con la sua risposta.

Il suo libro affronta anche concetti come “eternità”, “resurrezione” e addirittura la reincarnazione. Potrebbe condividere con noi il suo punto di vista su queste tematiche e come si collegano alla fede in Gesù Cristo?

Per la piccola mente umana, – che vive nel Tempo – l’eternità rappresenta un astratto mistero filosofico o, semplicemente, una misteriosa condizione atemporale, astratta solo in apparenza (nel libro spiego il perché), in cui può esistere solamente Dio, e null’altro che sia distinto dall’Essere Globale; ciò perché, mentre ogni cosa esistente ha una sua precisa data di nascita, Egli è l’unico Essere che noi umani ipotizziamo “mai nato”, in quanto ci appare chiaro che il Creatore di ogni cosa materiale o spirituale debba necessariamente esistere prima delle Sue creazioni. Incredibilmente, colui che ha concepito il Libro della Genesi, forse un nomade primitivo veggente di migliaia di anni fa, intuì il mistero filosofico dell’eternità e lo condensò nel primo versetto della sua narrazione; eccolo: <In principio, Dio creò il cielo e la terra (…)>. Eh già, “In principio”; dopodiché, nell’attimo in cui Dio dette l’ordine, iniziò a scorrere il Tempo delle cose create. Con il termine resurrezione si deve intendere il distacco dal cadavere, poco dopo la morte dell’individualità umana, del suo Spirito alias Sé spirituale, che avviene solamente quando esso sia “degno della risurrezione e dell’altro mondo” (queste parole tra virgolette sono dette da Gesù a un gruppo di sadducei increduli). In pratica, la resurrezione consiste nel percorso inverso alla nascita terrena dello Spirito, quando esso discende dall’alto per unirsi al corpo del neonato umano; bisogna ricordare che il fenomeno super-luminoso della resurrezione è invisibile a tutti gli occhi umani, il che è un fatto importantissimo (spiegato nel libro) che determinerà il “ritorno visibile tra i viventi” del Cristo dopo tre giorni dalla morte sulla croce. Concludo, accennando solo a come vada intesa la parola reincarnazione, di cui nel libro parlo lungamente per eliminare la confusione che regna nelle menti di chi la conosce poco e male; ebbene, il cristiano che sente la parola reincarnazione deve pensare solo che questo termine rappresenta per lui il sinonimo di rinascita.

Con questo, concludiamo la nostra stimolante conversazione con Osvaldo David, autore di “Se l’ho capito io, lo puoi capire anche tu!”. Le sue riflessioni ci hanno offerto un nuovo modo di guardare alla fede religiosa e ci hanno spinti a interrogarci sulle nostre convinzioni e interpretazioni. Grazie infinite per la sua preziosa partecipazione e per averci arricchito con le sue conoscenze e prospettive. E ai nostri lettori, non dimenticate di prendere una copia del suo libro per esplorare ulteriormente i temi trattati oggi. Alla prossima dal Gruppo Albatros!

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