Benvenuti al blog del Gruppo Albatros, dove faremo un affascinante viaggio nella Venezia degli anni ’50 fino al nuovo millennio, grazie alle parole di Daniela Dolfin, autrice del libro “Il giardino dei fichi e dell’uva fragola”. Questo racconto toccante ci trasporta nell’intimità dei ricordi di una bambina cresciuta tra i vicoli e i segreti delle case veneziane, racchiudendo un’epopea di cinquant’anni di vita vissuta.
Daniela, “Il giardino dei fichi e dell’uva fragola” offre un viaggio emozionante attraverso i suoi ricordi personali e la Venezia degli anni ’50. Come ha affrontato il processo di trasformare i suoi ricordi in un’opera narrativa e cosa ha significato per lei condividere questa storia con il mondo?
Nella primavera del 2020 ho sentito, vivo, il desiderio di raccontare la mia infanzia. Ho preso un semplice quaderno e ho cominciato a scrivere. I ricordi sono riaffiorati senza fatica, come un’onda in piena, chiari e dettagliati come se riuscissi magicamente a rivivere quelle esperienze, e a rivedere, con gli occhi della mente, quei volti e quei luoghi. Come se stessi raccontando a un amico cose successe pochi anni prima. C’era quasi un sovraffollamento di ricordi, e un’urgenza di raccontarli, quasi per paura che andassero definitivamente perduti. Una testimonianza, la mia, un racconto di vita come quello di mille altre persone, banale e insieme assolutamente unico. La prima parte, fino all’adolescenza, è stata scritta di getto, senza fatica. Mesi dopo ho avuto voglia di continuare la mia storia e, un poco alla volta, sono arrivata a scrivere un libro. Che non avevo intenzione di pubblicare, ma solo di regalare alle persone più care. Poi le cose sono andate diversamente, e adesso sono contenta di aver lasciato la mia testimonianza di vita a tutti quelli che avranno la curiosità e la voglia di leggerla.
Il suo legame con Venezia è profondo e tangibile nel libro. In che modo la sua città natale ha influenzato la sua identità e la sua scrittura?
Venezia è una città molto speciale, che lascia in tutti i suoi abitanti un’impronta indelebile. È una città d’acqua, prima di tutto, una città anfibia, e i canali e la laguna sono parte integrante della vita dei suoi abitanti. I veneziani camminano, e se non possono camminare vanno in barca. Questo influenza molto il loro modo di vivere, crea aggregazione, invita al contatto umano. In poco tempo, a piedi, si raggiunge ogni angolo della città, ci si può incontrare facilmente, si conservano saldi i rapporti sociali. Questo è successo anche a me e ai miei amici. I contatti si sono sempre mantenuti facili, attraverso gli anni, anche perché’ a Venezia è facile incontrarsi e passare molto tempo insieme, uniti da una vecchia complicità fatta di serate in casa di amici, gite in barca, chiacchiere al caffè, nuotate estive al Lido. Venezia ti segna e ti vizia, ti fa sentire speciale e privilegiato, e anche meno solo. La città della mia giovinezza è però molto cambiata, stravolta dal turismo. Fortunatamente, noi veneziani sappiamo ancora trovare i luoghi nascosti, un po’ segreti, dove il tempo sembra essersi fermato, e la magia di questa città continua a stregarti.
La relazione complicata con sua madre è un tema toccante nel libro. Come ha gestito il racconto di queste esperienze personali e quali riflessioni ha voluto trasmettere attraverso quest’aspetto della sua vita?
Com’è da sempre nel mio carattere, sono stata molto sincera e diretta. Se volevo (e lo volevo) raccontare veramente le mie esperienze di vita, non potevo non affrontare il tema delicato e doloroso del mio rapporto con la madre. L’ho fatto con molta semplicità, cercando di limitarmi a raccontare certi episodi pregnanti che hanno lasciato in me una traccia indelebile. I commenti non sono necessari. Come ho già detto, non ho raccontato tutto, ma tutto quello che ho raccontato è assolutamente autentico. In realtà ho scritto anche una seconda parte della mia storia, arrivando fino alla nascita della mia nipotina Hannah, a cui ho dedicato il libro. Ma, dopo la morte di mio padre, nel 2007, i miei rapporti con mia madre e le mie sorelle sono peggiorati fino ad arrivare a un doloroso contenzioso legale. Questa parte della mia vita è stata difficile e dolorosa, e non me la sono sentita di raccontarla, al di fuori della stretta cerchia degli amici più cari.
Ha affrontato molte sfaccettature della vita, dai viaggi alla professione di insegnante, fino alla gestione del suo negozio di antiquariato. Come questi diversi capitoli della sua vita hanno arricchito la sua narrazione e la sua comprensione del mondo?
Il mio carattere curioso e irrequieto mi ha sempre portato a cercare molte esperienze di vita, anche nel campo del lavoro. Se potessi tornare indietro, credo che ne cercherei ancora, sempre mettendomi alla prova e scommettendo su me stessa. Perché ogni esperienza insegna e fa maturare, è come fare un viaggio, partire alla scoperta di un mondo sconosciuto. Ci vuole coraggio, ottimismo e molta disponibilità. A me è sempre piaciuto il contatto umano, trovo che sia una fondamentale fonte di arricchimento nella vita. In tutte le sue sfaccettature, dall’amore, agli affetti, alla solidarietà umana. Sia l’insegnamento che il negozio di antiquariato mi hanno offerto queste opportunità, sono stata fortunata. Questo messaggio è presente nel mio libro. Senza voler insegnare niente a nessuno, racconto cosa è successo a me, e cosa penso la vita mi abbia insegnato.
Oltre alla scrittura e alla gestione del negozio di antiquariato, ha altri progetti o passioni a cui sta dedicando tempo e energie attualmente?
Nessun progetto particolare. Quanto alle passioni, beh, non ho che da scegliere! Amo viaggiare, amo la musica, i libri, la storia dell’arte, la buona cucina, i miei due gatti, i vecchi film, le cene con gli amici… Devo dire che il mio attuale lavoro è molto sfaccettato, stimola e riassume, in buona misura, tutte queste cose. Incontro molte persone, nascono nuove amicizie, si rinsaldano le vecchie. Poi, da un punto di vista culturale, occuparsi di antiquariato vuol dire imparare continuamente a collegare diverse discipline: la storia, la storia dell’arte, l’economia, la sociologia, la politica, anche. Molto stimolante, molto interessante.
Concludiamo questa emozionante conversazione con Daniela Dolfin, autrice di “Il giardino dei fichi e dell’uva fragola”, un libro che ci ha portato in un viaggio coinvolgente attraverso Venezia e attraverso la vita di una donna audace e appassionata. Grazie, Daniela, per aver condiviso con noi la sua storia personale, i suoi ricordi e la sua visione della vita. Buona lettura!
