GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Genitori si diventa – Daniela Giuliani

Benvenuti al nostro blog! Oggi abbiamo il piacere di intervistare Daniela Giuliani, che ci parlerà del suo ultimo lavoro “Genitori si diventa”. Non vediamo l’ora di ascoltare le sue parole e speriamo che anche voi, cari lettori, possiate trarne ispirazione e curiosità. Senza ulteriori indugi, diamo il benvenuto all’autore dell’intervista di oggi!

Quali sono stati i principali motivi che l’hanno spinta a scrivere il libro “Genitori si diventa” e quali sono i principali argomenti trattati nel testo?

Il motivo alla base è questo: non tutti possono frequentare una scuola di Counseling o di PNL, ma chiunque, se vuole, può leggere un libro. Frequentando la scuola di Counseling, e poi quella di Programmazione Neuro-Linguistica, ho cominciato a studiare e a capire molte cose e mi ricordo che a volte domandavo ai relatori: – Ma questi argomenti, perché non vengono insegnati? Come si può fare per farli conoscere a tutti? Come scritto sul retro del libro, “nessuno insegna a fare i genitori e bisognerebbe leggere una grande quantità di libri per poter scegliere e raccogliere le nozioni utili”. Io ho letto tanti libri e non ho trovato un manuale che desse consigli un po’ su tutto. Allora ho pensato di scriverlo io. Perché molte persone non conoscono, non sanno… Quando il testo era ancora in stampa ho visto in un ristorante una signora incinta che teneva il cellulare molto vicino al pancione; mi sono alzata e sono andata a dirle di allontanarlo perché la scatola cranica del neonato è molto sottile e le onde elettromagnetiche possono arrivare al cervello. Il testo ha un indice molto particolareggiato perciò si può leggere dall’inizio alla fine come un libro qualsiasi, ma anche sfogliare e scegliere l’argomento che più interessa al momento. Fra gli argomenti trattati ci sono parti molto pratiche, come ad esempio l’uso del tablet o della televisione, l’alimentazione, il ciuccio, come comportarsi in gravidanza, i capricci, il sonno, la paghetta, i rapporti con la scuola, esempi di meditazioni da fare con i bambini. Ci sono anche pagine un po’ più teoriche, che aiutano a comprendere meglio i suggerimenti, soprattutto per chi è completamente digiuno di PNL, Neuroscienze o Counseling. Teoriche solo in parte, perché spesso dopo la teoria ci sono dei suggerimenti per come mettere in pratica. Per esempio, come funziona la mente umana, alcuni errori di comunicazione da evitare, come difendersi dalle persone moleste, alcune dritte per comunicare al meglio con i figli e farsi ubbidire evitando gli autoritarismi, cosa sono e come si gestiscono le emozioni, come si impara e si insegna l’ottimismo, i linguaggi dell’amore.

In che modo la sua esperienza personale di adozione ha influenzato la sua Opera?

Quando ho adottato mia figlia non avevo ancora frequentato la scuola di Counseling, né studiato PNL, e questo mi ha portato a commettere degli errori. Ad esempio, ricordo quando mia figlia venne da me e cominciò ad accennare a una cosa che le era successa. Io, che ancora non conoscevo l’Ascolto Attivo, misi in atto alcuni di quelli che oggi so essere degli ostacoli alla comunicazione e quindi cominciai a consolarla, a minimizzare, a dare consigli. In questo modo lei smise di parlare e non si confidò più con me. Poi venne fuori che il problema era abbastanza importante, e io avrei potuto se non prevenirlo, almeno arginarlo ascoltandola nel modo corretto. Di questo e di molti altri sbagli mi sono accorta studiando e ho desiderato poter aiutare altre persone che si fossero trovate a svolgere il bellissimo compito di genitori. Il libro è dedicato in particolare a che ha bambini piccoli o ancora non ha figli perché la maggior parte dei condizionamenti, dovuti al comportamento e alle parole dei genitori o degli adulti di riferimento, vengono appresi nei primi sei/sette anni di vita.

Potrebbe condividere alcuni esempi di informazioni o consigli pratici presenti nel libro che ritiene particolarmente utili per i genitori?

Il libro vuole essere molto operativo, i capitoli sono brevi e facilmente consultabili attraverso l’indice. Praticamente in ogni pagina ci sono dei consigli e suggerimenti: quanta televisione concedere secondo l’età, come farli mangiare un po’ di tutto, come accogliere le paure o i capricci… Uno per tutti. La nostra mente non processa il non; inoltre è normale che ci venga voglia di fare proprio quella cosa che ci viene proibita. Pensate a quando diciamo ai bambini di non toccare. Probabilmente viene loro in mente l’immagine di una mano che tocca qualcosa. Dovendo fare un cartello che dica di non giocare a palla, cosa disegnereste? Qualcuno che gioca a palla con sopra una sbarra di divieto. Perciò chi guarda avrà in mente l’immagine di giocare a palla, anche se non ci aveva pensato prima. Oltretutto stiamo parlando di bambini e i bambini hanno bisogno di sapere quello che possono o devono fare, non quello che non possono o non devono. Per cui i comandi vanno dati in positivo, dicendo loro la cosa giusta da fare. Se non vogliamo che usino i pattini in casa, possiamo dire: “I pattini si usano solo al parco” oppure: “Quando siamo in casa, i pattini restano nella loro scatola”. Oppure coinvolgerli nella preparazione dei cibi, così poi li mangeranno più volentieri (penso alle verdure, che molti bambini non vogliono assaggiare). Comunque, la lezione più importante da imparare, la dritta, l’invito più grande che posso offrire ai genitori (nonni, zii, ecc.) è quello di usare l’ESEMPIO. I bambini ascoltano poco e osservano tanto: guardano come si comportano gli adulti e li imitano fin dalla primissima infanzia. Un esempio è più forte di cento discorsi. Perciò fare tante prediche è inutile, fate vedere come vi comportate. E ricordate: i bambini percepiscono e captano tutto, anche quando sembra che siano assorti in altre faccende e pensino ad altro. Ciò significa non mentire, se volete che siano sinceri; non dire brutte parole se non volete che le ripetano, non criticare le persone, se non volete che diventino pettegoli; e così via.

Come ha integrato le teorie di PNL, il Counseling e le neuroscienze nel suo approccio al tema della genitorialità?

Come già ho detto, nel libro ci sono delle parti teoriche che servono a spiegare i suggerimenti pratici. Studiando Counseling, PNL e “masticando” qualcosa di Neuroscienze, ho incontrato molte indicazioni che ho potuto adattare al rapporto fra genitori e figli. In fondo si tratta di comunicare al meglio, di avere rapporti chiari e soddisfacenti anche fra genitori e figli; si tratta di fare del nostro meglio perché i figli possano avere una vita felice. L’epigenetica ci insegna che non è tanto l’ereditarietà che può produrre carattere, umore, salute o malattia, quanto l’ambiente che abbiamo intorno e dentro di noi, cioè le persone che frequentiamo, il cibo che mangiamo, quanto ci muoviamo e beviamo… Le prime persone con cui interagiamo sono i genitori (e i nonni o gli educatori…) e molto possono fare queste persone per crescere dei bambini in salute. Per salute intendo la definizione dell’OMS: “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale”. Credo che, quando si tratta dei nostri figli ogni tipo di teoria e di suggerimento può essere di aiuto.

Oltre a scrivere, tiene anche dei corsi. Potrebbe raccontarci brevemente quale è stato il feedback dei genitori che hanno partecipato ai suoi corsi e se ciò l’ha motivata ulteriormente a diffondere le sue conoscenze?

Ho tenuto diversi corsi usando il titolo “Comunicazione, Emozioni, Ottimismo”; pur conservando il titolo, ogni corso non è mai uguale al precedente, perché ogni volta si arricchisce e si rinnova. Le persone che li hanno seguiti sono rimaste molto soddisfatte e molte ne hanno tratto giovamento nei rapporti con altri, fossero adulti (colleghi, superiori, parenti) o ragazzi. A volte ne incontro qualcuna e mi ringrazia proprio per questo. Non ho ancora avuto occasione di rivolgermi ai genitori in particolare, anche se mi piacerebbe poterlo fare presto. Ho dei feedback di alcune persone che hanno letto il libro:Immagine1

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All’inizio c’è una prefazione del Dott. Gherardo Rapisardi, Pediatra e Neonatologo, che ha lavorato nella terapia intensiva neonatale dell’ospedale Meyer di Firenze come responsabile del servizio di follow-up neonatale e poi è stato direttore di Pediatria e Neonatologia all’ospedale S.M. Annunziata di Firenze: “Il libro è scritto con un linguaggio chiaro e diretto, che mette a disposizione dei genitori la grande esperienza dell’autrice in campo educativo, comunicativo e nella programmazione neurolinguistica. È un testo agile, molto pratico, ricco di esempi e di esercizi semplici, che aiutano a comprendere il mondo del bambino e i determinanti dei suoi comportamenti all’interno della relazione con gli altri ed i genitori in particolare. Un testo rivolto a genitori in divenire a cui vengono forniti strumenti semplici ed efficaci per riflettere sul proprio ruolo e sulle modalità con cui cercano, come tutti i genitori, di riuscire a fare il meglio per il proprio bambino. Sono strumenti che possono arricchire sensibilmente il bagaglio delle competenze di ciascun genitore, aiutandolo a vivere meglio con sé stesso e con gli altri, e rendendolo più capace di trovare la propria strada per accudire, crescere ed educare il proprio bambino, che nessuno conosce meglio di lui”. Diventare genitori può causare ansia e preoccupazione, non è un compito da prendere alla leggera. Indispensabile informarsi, farsi aiutare, consapevoli che comunque si può sbagliare, ma anche crescere insieme ai propri figli.

È stato un piacere per noi dare la parola alla nostra Daniela Giuliani: speriamo, con le nostre domande, di avervi svelato alcuni dettagli interessanti sul libro “Genitori si diventa”. Non esitate a commentare, saremo curiosi di leggere le vostre considerazioni. Buona lettura e alla prossima intervista.

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