GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Il pianeta e l’umanità – Luciano Cagnata

Benvenuti nel nostro blog, oggi abbiamo il piacere di presentarvi un’intervista con Luciano Cagnata, l’autore del libro “Il pianeta e l’umanità”. Speriamo che questa intervista vi aiuti a conoscere meglio l’autore e il suo lavoro; vi invitiamo a lasciare i vostri commenti qui sotto.

Qual è stata la sua motivazione principale nello scrivere questo saggio e affrontare i problemi globali che minacciano l’umanità? Cosa l’ha spinta a concentrarti su risvolti poco noti o trascurati dai media?

Cosa mi ha spinto a scrivere quelle pagine? Vedete io odio essere guidato da ignoranti. Ho sempre ragionato con la mia testa e non l’ho mai portata all’ammasso. Se le cose che dice Greta Thumberg le dicesse il professor Antonino Zichichi mi leverei tanto di cappello. Il problema è che io non credo che il cambiamento climatico che stiamo vivendo sia colpa dell’uomo e delle emissioni di CO2 in atmosfera. Il sovra popolamento penso sia invece un tema che meriti di essere trattato. A causa delle teorie degli ambientalisti, stiamo perdendo tempo prezioso, non prendendo le misure idonee a farci convivere con i cambiamenti non contrastabili. Una quindicina di anni fa, durante un’estate molto secca (era il 2003 mi pare) il presidente del consorzio di bonifica della Sinistra Mincio Mantovana dove vivo, convocò una assemblea di coltivatori e si presentò con una novità che trovai come minimo stravagante e frutto di ignoranza. L’Enciclopedia De Agostini di Novara scrive che nella Sinistra Mincio Mantovana si coltiva il miglior riso del mondo. E su questa delizia, nei secoli vorrei dire, si è anche costruita una cultura ed una economia. Soprattutto culinaria. Oltre che, naturalmente agricola. Ebbene, questo signore chiese agli agricoltori, di poter avere il permesso per recarsi a Roma ed offrire la rinuncia alla coltivazione del riso per sempre in cambio di un corposo indennizzo economico. La solita storia della economia assistita. Sostituivamo una coltivazione storica e redditizia, con un intervento assistenziale (a carico UE naturalmente) Tutto questo in quanto il riso (sosteneva il signore) richiede una notevole quantità di acqua che non era più garantita. Anche questa è una fesseria in quanto l’acqua ristagna nelle risaie e non va perduta come succede nei torrenti e nei fiumi in cui scorre verso il basso senza alcun freno. Al limite va a rimpolpare le falde freatiche. Mi alzai e dissi che, se fosse vero che stiamo andando verso un cambiamento climatico, avremmo dovuto preoccuparci di costruire strutture per evitare le alluvioni che sarebbero state molto più probabili delle siccità. Infatti, se aumenta la temperatura, aumenta anche la quantità di vapore acqueo che si immette in atmosfera e dovevamo aspettarci fenomeni molto violenti. La Storia mi sta dando, purtroppo ragione, ma non era una previsione così difficile. Poi, dopo qualche giorno arrivarono forti temporali ed il problema finì con quella assurda assemblea.  Ma la cosa che più mi ha spinto è quella di vedere la politica dell’Europa e dell’Occidente seguire le teorie dei verdi ambientalisti e in questo modo faranno inutilmente soffrire i poveri. Chiedendo di cambiare l’auto, di ristrutturare le case, di cambiare le caldaie (che, magari, avevano appena cambiato usufruendo di incentivi). Una politica contro la povera gente che non può permettersi questi costi. Per la maggior parte inutili se lo scopo è quello di salvare il Pianeta dal surriscaldamento. È invece scomparso l’adeguamento sismico che, invece sarebbe sicuramente necessario e per il quale occorrerà fare un piano pluriennale adeguatamente finanziato. Il fatto è che penso che questa furia sia indotta dai soldi dei grandi capitalisti che ci guadagnano con queste folli politiche. A pagare, ripeto saranno i poveri. Io penso due cose principali, riguardo al surriscaldamento. Che l’aumento delle temperature sia dovuto ad un aumento della capacità di irradiazione del sole. Una storia che è quella dell’Universo. Circa 700 milioni di anni fa la terra era una palla di ghiaccio. Il sole non la riscaldava a sufficienza. Furono le eruzioni vulcaniche che innescarono il processo di uscita dall’era glaciale. Lo scioglimento dei ghiacciai va avanti da centinaia di migliaia di anni, con alcuni periodi di ritorno al ghiaccio, e la velocità di scioglimento continuerà a crescere. Perché temo che, molto difficilmente la capacità di riscaldamento del sole diminuirà. Il combustibile interno continuerà a crescere. L’ultimo periodo di freddo intenso, una mini era glaciale, risale a circa 15.000 anni fa e da allora le temperature sono aumentate continuamente. Ci terrorizzano facendoci vedere i ghiacciai che si ritirano ma non dicono che, l’attuale Pianura Padana era ricoperta, a sua volta, di decine di metri di ghiacci. Tutte queste variazioni sono avvenute in periodi in cui l’uomo non c’era e dunque non era responsabile dei cambiamenti. Semmai lo furono eruzioni vulcaniche gigantesche. Che potrebbero avvenire anche nei prossimi secoli o decenni. In Italia abbiamo quello che è ritenuto il più grande super vulcano del mondo. I Campi Flegrei a Napoli. E sotto stretta osservazione è lo Yellowstone che ha superato il tempo che, normalmente passava da una eruzione all’altra. Che, se fosse vero che l’aumento delle temperature del Pianeta dipenda dalle attività umane e dalle emissioni di gas da combustione di idrocarburi, non avremmo comunque nessuna speranza di poter fermare il disastro che ci aspetta. Il numero di abitanti continua a crescere in modo esponenziale e ci sono aree del mondo dove vivono i due terzi degli abitanti del pianeta che aspirano a poter avere il nostro stile di vita. Dunque nessuno fermerà la corsa verso il consumo di idrocarburi. Anche perché la necessità di energia elettrica aumenterà incredibilmente. Solo l’utilizzo dell’idrogeno nei motori a combustione o la fusione dell’atomo potranno arrestare questo processo. Però gli ambientalisti non vogliono sentir parlare di nucleare. La soluzione deve essere affidata solo alla scienza. La quale deve cercare qualunque modo che ci possa consentire di affrontare l’aumento delle temperature, l’aumento del livello dei mari con interi arcipelaghi che saranno sommersi così come molte città e villaggi della terraferma costiera. Deve trovare soluzioni per consentire all’uomo di continuare a vivere su un Pianeta che muta. Nei miliardi di anni di vita sulla Terra lo hanno fatto tantissime creature delle acque, dei cieli e della terra. E non avevano la scienza ad aiutarli. E dunque nei lunghi tempi in cui si articolerà l’incremento delle temperature, dovremo cercare di farlo anche noi umani, esseri intelligenti. Altre considerazioni in pillole. Mi preme poi sottolineare come gli ambientalisti e gli animalisti si preoccupino della possibilità che molte specie animali e vegetali possano andare verso l’estinzione a causa dei cambiamenti climatici. Ma dimenticano che gli esseri che popolano il pianeta hanno dimostrato una grande capacità di adattamento. Certo si tratta di fenomeni che hanno durate molto lunghe. I cambiamenti avvengono in ere. Invece non si preoccupano, anzi favoriscono altre forme di sterminio di specie viventi che si stanno già realizzando nel giro di pochi anni o pochissimi decenni. Sotto i loro occhi complici. Mi riferisco alle invasioni di specie alloctone invasive, favorite dalle migrazioni e dai viaggi intercontinentali che stanno già portando alla estinzione di circa la metà degli animali e dei vegetali. Nel solo arcipelago delle Galapagos, così caro a Darwin, sono bastati pochissimi insediamenti umani per portare all’estinzione di 51 specie endogene.  Sono bastati 30.000 abitanti a cui è stato concesso il permesso di insediarsi in quell’autentico laboratorio di vita, per farlo. Sta rischiando l’estinzione anche la tartaruga che da il nome all’arcipelago. Basta vedere cosa succede da noi con le invasioni dei gamberi della Louisiana che hanno distrutto la vita di quasi tutti i pesci d’acqua dolce di mezza Europa, o dei Cormorani che stanno divorando ogni pesce nel Lago di Garda e nella laguna veneta, distruggendo ogni attività economica. Ma anche il granchio azzurro arrivato recentemente nelle nostre acque che sta divorando le vongole. Dalla pesca alla ristorazione tutto sta finendo. Succede, purtroppo, con la protezione degli animalisti che aborriscono ogni azione di eradicazione delle specie alloctone nocive., Azioni raccomandate dalla UE ma puntualmente disattese. Su questi argomenti ho scritto un altro saggio che considero il prosieguo naturale de IL PIANETA E L’UMANITA’. Saggio già inviato ad Albatros ma che non voglio pubblicare prima di aver saputo se il primo ha avuto un discreto seguito di lettori. In quel libro, con l’aiuto di riviste scientifiche specializzate, cerco di elencare i disastri che stanno sconvolgendo la vita di moltissime specie in tutto il mondo, a causa della immissione di esseri alloctoni invasivi che si adattano ai nuovi areali e che portano alla estinzione degli esseri autoctoni nel giro di pochissimi anni. Oltre a distruggere gli esseri endogeni, questi esseri importati stanno creando enormi danni alle popolazioni dell’Africa dove interi raccolti sono distrutti da insetti arrivati nei loro territori dall’Estremo Oriente. Il danno arrecato ogni anno supera l’intero PIL del continente. E ciò avviene nel silenzio degli animalisti ed ecologisti del mondo occidentale. Anzi col loro consenso, visto che si oppongono alla eradicazione delle specie alloctone nocive. Nella sola Europa gli scienziati hanno calcolato che siano a rischio di estinzione: il 42% dei mammiferi autoctoni, il 15% degli uccelli, il 45% delle farfalle, il 30% degli anfibi, il 45% dei rettili ed il 52% dei pesci d’acqua dolce. Tutto in soli 100 anni, mentre per arrivare a noi sono serviti oltre 250 milioni di anni di evoluzioni e 65 milioni dall’ultima estinzione di massa. Tutto questo solo in Europa, ma il resto del mondo è nelle stesse condizioni. La furia animalista sta portando a estinzioni di massa. E mancano gli effetti sulle piante, sugli insetti e sui pesci d’acqua salata che non se la passano meglio. Questo sta avvenendo a causa delle immissioni di esseri alloctoni in ambienti diversi da quelli abituali. E nonostante la UE ne chieda la eradicazione, non succede nulla per le opposizioni degli ambientalisti ed animalisti che se ne devono assumere la responsabilità integrale. Quello che è successo in questi ultimi giorni in un territorio ricco come la nostra cara Romagna dovrebbe aprire gli occhi a tutti. Di sicuro li hanno aperti agli abitanti delle zone alluvionate, che però lo avevano capito da tempo. Tutti abbiamo potuto vedere le enormi cataste di alberi ammassate alle arcate dei ponti dei fiumi e torrenti che impedivano il deflusso delle acque che così, o abbattevano i ponti oppure creavano un innalzamento del livello delle acque a monte che esondavano o rompevano gli argini. Tutto perché gli ambientalisti, gli animalisti e chi li protegge, impediscono la creazione di opere che erano già state individuate da tempo ma mai realizzate.  Non si è costruita una diga perché gli ambientalisti erano ricorsi al TAR sostenendo che ci fossero delle lontre che ne sarebbero risultate disturbate. E hanno trovato un giudice che ha dato loro ragione. Naturalmente nessuno ha mai visto le lontre. Ma anche ci fossero state, quale demenziale motivazione poteva essere portata per impedire la costruzione di un’opera importante per il territorio? Adesso il WWF ha dichiarato di volersi rivolgere al TAR contro la costruzione del ponte sullo Stretto perché creerebbe problemi alle migrazioni delle cicogne. Speriamo che non ci sia un giudice amministrativo che dia loro ragione. Per non parlare degli alvei di fiumi e torrenti nei quali crescono ogni tipo di alberi, che in presenza di piene ostacolano il deflusso. Però non possono essere pulite perché nidificano gli aironi ed altri uccelli. E infine le nutrie che stanno minando la solidità degli argini con le loro tane sempre più numerose. Aspetto con terrore una piena del Fiume Po, perché quello che si è accumulato sulle zone asciutte potrebbe far crollare i ponti. Senza contare che non sappiamo quali e quante tane e quanto profonde, abbiano costruito le centinaia di migliaia di nutrie che non vogliamo eradicare. Queste sono le motivazioni che mi hanno portato a scrivere il mio saggio. Ed il suo naturale seguito Cercare di ripristinare la verità al fine di dare alla scienza il compito di intervenire per trovare le soluzioni che consentano all’uomo di continuare a vivere su un Pianeta sempre più caldo. Non intendo negare il fatto che stiamo vivendo una fase di surriscaldamento, anzi penso che sarà inarrestabile. Ne contesto le cause perché se continuiamo a perdere tempo nella ricerca di soluzioni che non esistono, non faremo altro che dover affrontare fenomeni sempre più devastanti senza aver fatto nulla per conviverci. Illudere le persone che si possa arrestare il surriscaldamento e i fenomeni violenti, con le auto elettriche è una azione criminale. Dobbiamo prenderne atto e studiare il modo migliore per conviverci. Noi dobbiamo cercare di capire come vivere su una Terra dove le temperature continueranno a crescere e di conseguenza aumenterà l’intensità dei fenomeni atmosferici. Costruiamo la nostra nuova casa.  A partire da subito.

Quali sono i principali problemi che ha identificato nella situazione attuale del pianeta e dell’umanità? Come li ha analizzati nel libro e quali soluzioni ha suggerito per affrontarli?

Il principale problema è relativo alla presa di coscienza che il surriscaldamento non è arrestabile. Sia che dipenda dal sole sia che, come non credo nel modo più assoluto, dalle emissioni di gas da combustibili fossili.  Nessuno parla invece di un problema reale che è quello della continua crescita della popolazione. L’Occidente che segue le minoranze ambientaliste e animaliste si sta condannando e condanna i propri cittadini all’arretratezza, mentre i grandi colossi che inquinano faranno la fortuna delle loro popolazioni. Crescerà la loro ricchezza ed avranno a disposizione i mezzi per provvedere alla costruzione delle infrastrutture necessarie per fronteggiare le conseguenze del surriscaldamento.

Quali sono le sfide più significative che la classe politica deve affrontare per dare risposte adeguate a queste questioni? Ha identificato delle possibili cause per la mancanza di soluzioni efficaci da parte dei politici?

La politica, soprattutto quella delle democrazie occidentali sembra essere oramai preda di poche minoranze ignoranti e così prendono decisioni che ci faranno diventare sempre più poveri ed incapaci di sostenere i costi dei disastri che subiremo. Basti vedere cosa sta succedendo alla Germania guidata da poco da una maggioranza rosso – verde. Le decisioni prese per andare incontro ai desideri degli ambientalisti hanno portato il Paese in recessione. E purtroppo la Germania influenza pesantemente le politiche della UE dove viviamo anche noi italiani. Una recessione che peggiorerà sempre di più. Le demenziali decisioni di chiudere le centrali nucleari, di cessare la produzione di auto a combustione per usare solo quelle elettriche, l’obbligo di cambiare le caldaie a combustione stanno mettendo in ginocchio quella grande economia che trainava tutta l’Europa. Ne godranno le economie dei Paesi che sono i maggiori inquinatori che continueranno a costruire centrali a carbone fregandosene di ridurre le emissioni. Loro accumuleranno tali e tante risorse per poter investire in opere necessarie al controllo dei fenomeni atmosferici. Noi li subiremo e ci impoveriremo, oltre che far morire molti nostri concittadini nei disastri che non avremo cercato di contenere. Romagna e non solo, docet. Per capire meglio come la penso, provo a raccontarmi e me ne scuso. Sono nato in una povera famiglia contadina dove tutti erano di sinistra ed in particolar modo socialdemocratici. Saragattiani prima e Craxiani poi. Di sinistra ma anti comunisti. Abbiamo atteso per anni (non io che, per lavoro conoscevo bene come si viveva nei Paesi a guida sovietica) che venisse a galla la verità di come vivevano le popolazioni Oltre Cortina e quando crollò il Muro di Berlino speravo che sarebbe finalmente arrivato il momento in cui si sarebbe costruito, anche in Italia un grande polo della sinistra socialdemocratica. Invece i leader del vecchio PCI scelsero (o forse gli fu imposta), la via del catto comunismo. Il risultato fu la creazione di un partito da salotti buoni. Un partito di radical scic che ama i ricchi potenti e che odia i poveri. Quello che stiamo vedendo a Milano e Roma governate da questa sinistra dà la misura di quanto il PD odi la povera gente. Non possono più usare l’auto perché vecchia ed inquinante e non hanno i soldi per cambiarla. Devono ristrutturare casa perché altrimenti non possono neanche lasciarla in eredità ai figli. Devono sostituire le caldaie per il riscaldamento che avevano installato con i contributi pubblici fino a pochi mesi prima. Non possono usare il camino o la stufa a legna per riscaldarsi, Devono cambiare gli impianti di condizionamento. Basta tutto ciò per chiedersi come sia stato possibile che la sinistra sia finita nelle mani di Landini e Shlein? Io chiedo che i governi e i politici dell’Occidente non siano più ostaggio di minoranze ignoranti sostenute dai super ricchi che fanno affari con queste politiche. Vedi l’auto elettrica del super miliardario Musk, ma anche il commercio che finirà interamente nelle mani di Bezos che tramite Amazon farà chiudere ogni attività commerciale piccola. Stiamo già vedendo i centri storici delle grandi città dove sono scomparsi storici negozi e dove c’è il deserto. La stessa cosa succederà a tutti i piccoli commercianti compresi gli ambulanti. Basti guardare ai mercati rionali e dei piccoli villaggi. Il numero di banchi si sta riducendo drasticamente così come il flusso degli acquirenti. Stanno diventando dei deserti quando erano luoghi di incontro e aggregazione. Ciò che chiedo alla politica è che si rivolga alla scienza incaricandola di lavorare per attuare tutti gli interventi che possano consentire all’uomo di convivere con i cambiamenti climatici. Che non sono arrestabili. La politica la smetta di strillare perché lo chiedono gli ambientalisti e si confronti seriamente con la scienza.  Temo purtroppo che non riuscirà a farlo, soprattutto in Occidente dove è sottomessa totalmente agli interessi di pochissimi grandi super ricchi che determinano chi ci dovrà governare. Oggi, con il governo Meloni, l’Italia è una speranza nel deserto, ma sarà continuamente attaccata da ogni lato perché non si sottomette agli interessi dei grandi corruttori nazionali ed internazionali. Diverso è il discorso dove ci sono governi autocratici. Colà gli interessi dei grandi possessori di denaro sono direttamente al governo e alla luce del sole Hanno il poter e decidono senza che nessuno possa pensare di protestare. In quei Paesi c’è qualcuno che decide per tutti. Per questo hanno, di converso, un enorme problema di democrazia. Il problema maggiore è un ossessivo controllo dei social media per impedire ai loro cittadini di venire a contatto con i nostri sistemi democratici.

Quali sono alcune delle soluzioni dettate dal buonsenso che ha proposto nel libro? In che modo queste soluzioni, se attuate, potrebbero influire sul futuro dell’umanità e del pianeta?

Credo che il principale problema che l’umanità dovrà affrontare già nell’immediato sia l’aumento della popolazione. Questa situazione rischia di creare milioni di persone senza sostentamento. Non sarà un problema semplicissimo perché già oggi la Terra non riesce a ricreare tutte le risorse che gli uomini e gli animali utilizzano. Credo che debba essere la scienza ad occuparsi di questo problema perché altrimenti rischiamo la desertificazione dei mari e delle terre. Come facevano le popolazioni primitive nomadi. Si stanziavano su un territorio, distruggevano tutta la selvaggina e poi erano costretti a trovare altre terre. Però parliamo di tribù.  E le distruzioni erano relative a territori di poca rilevanza.  Oggi il problema di alimentare tutti gli uomini riguarda miliardi di persone. La prima cosa a cui penso sono gli allevamenti che, ad esempio nei pesci, potrebbero moltiplicare le quantità di alimenti sul mercato. Di molte specie ittiche, arrivano a maturazione meno del 5% delle uova deposte e dunque pensate a quanti moltiplicatori di risorse si potrebbe fruire con gli allevamenti. Però gli allevamenti dovranno essere protetti dai predatori alloctoni. Penso alle produzioni agricole OGM verso le quali, nel nostro Paese c’è una ostilità senza senso. Studiare sementi che possano triplicare le produzioni per ettaro. Che non abbiano bisogno di anticrittogamici ed antiparassitari per difendersi dagli insetti nocivi. Che necessitino di minor acqua per crescere. Rinunciare a questi studi sarebbe demenziale. Noi, sempre grazie a minoranze ideologizzate ci opponiamo a questa prospettiva.  Penso a cibi sintetici (anche su questo argomento la politica italiana è al rimorchio delle minoranze rumorose) e ad altre soluzioni, ma devono avvenire ed essere sperimentate in tempi brevi, senza pregiudizi perché da queste soluzioni dipende la vita dell’uomo sulla terra. Il super sfruttamento dei mari deve essere fermato subito. Sarà estremamente difficile perché ogni nazione penserà ai propri interessi e nessuno agli interessi globali. Qui rientra in gioco la politica. Una politica che dovrebbe cercare di trovare soluzioni cui tutti si possano adeguare. Anche questo compito è molto difficile ma assolutamente necessario. Senza una politica unitaria a livello planetario, per affrontare il problema del sovra popolamento andremo verso soluzioni che prevederanno lo sterminio di miliardi di uomini e donne. Sicuramente fra i più poveri al mondo.  Nella politica vedo il più grosso ostacolo a programmare soluzioni che devono essere cercate in tempi brevi. Se ben guardiamo, ci sono le democrazie occidentali che sono sotto scacco delle minoranze ambientaliste ed ecologiste che ne condizionano le politiche in quanto rifiutano anche solo di affrontare i problemi. Si occupano solo del surriscaldamento contro il quale la battaglia non potrà mai essere vinta ed obbligano ad enormi sofferenze le popolazioni più fragili dal punto di vista economico. Ci sono le grandi autocrazie che somigliano molto a dittature, e che, molto semplicemente si rifiutano di confrontarsi con questi problemi per paura che i loro popoli siano contaminati dalle lobby che condizionano la vita nelle democrazie occidentali (ma lo sono ancora? Democrazie intendo). Questi regimi continueranno a farsi gli affari propri. E cercheranno di accaparrarsi le risorse che sono a disposizione (l’Africa). Questi paesi se ne fregheranno bellamente del surriscaldamento. Investiranno nella ricerca per l’energia di cui hanno bisogno. Anche perché, non facendo le idiozie dei Paesi Occidentali, metteranno da parte enormi ricchezze per difendersi dal surriscaldamento che nessuno fermerà. In questi regimi vivono oltre la metà degli abitanti della Terra. In questi regimi l’uso dei social media è spesso vietato ma sempre fermamente controllato. In questo mazzo inserisco anche le teocrazie islamiche che non vorranno condividere le loro scelte con il resto del mondo. Cattivo, infedele a da combattere in ogni modo. Soprattutto sgozzandoci. L’unica cosa su cui non nutro grosse preoccupazioni è la produzione di energia elettrica. Perché, a parte alcune fesserie cui si sono adeguati i Paesi europei come le auto elettriche e il no al nucleare, questo argomento è soprattutto nelle mani degli scienziati. Di cui mi fido.

Come immagina un futuro prospero e radioso per l’umanità? Quali cambiamenti dovrebbero avvenire a livello globale per raggiungere questa visione ottimistica?

Il problema principale consiste nel prendere atto che il surriscaldamento del nostro meraviglioso Pianeta è inevitabile. Bisogna chiedere agli scienziati di cercare di capire come evolverà per capire quanto tempo avremo per prendere dei provvedimenti adeguati. Dobbiamo smettere di perdere tempo con ricette che si basano sulla riduzione delle emissioni di gas da combustibili fossili pensando che, per questa via si fermerà il riscaldamento perché si tratta di un processo che avanza da centinaia di migliaia di anni. Dobbiamo concentrarci sul creare strutture idonee a vivere su un Pianeta in evoluzione. Dobbiamo cercare di garantire a tutti gli uomini le fonti alimentari perché la popolazione continuerà ad aumentare in modo cospicuo. Allevamenti, ricerca OGM, cibi sintetici sono le cose principali a cui penso, ma sono sicuro che la scienza abbia mille altre possibilità da sottoporci. Eradicazioni di tutte le specie alloctone invasive che stanno compromettendo gli habitat di tutte le creature alloctone che, soprattutto negli ultimi anni, sono state portate in altri ambienti dove danneggiano la vita delle creature endogene. Il problema non sono le possibili soluzioni, ma il fatto che siano le singole nazioni a dover decidere cosa fare. Nazioni dove alla guida ci sono dei politici che non hanno la capacità di guardare avanti ma solo all’immediato.  Senza decisioni che coinvolgano tutti, non esistono possibili soluzioni al problema. Però il futuro è dei giovani in cui ho una grande fiducia. Dobbiamo fare in modo che tutti i giovani del mondo, di qualsiasi razza, di qualsiasi censo, di qualsiasi credo politico o religioso, possano comunicare fra loro. Non sarà la politica ma gli uomini quelli che potranno garantire un futuro alla vita umana sulla Terra. Loro possono travolgere ogni steccato e rimuovere ogni ostacolo. Purtroppo a molti di questi ragazzi è proibito conoscere e confrontarsi con altri. Però i giovani sono il futuro e se decidessero di prenderselo, nessuno li potrebbe fermare. Basti guardare a cosa è successo col Muro di Berlino. Un muro divisorio che sembrava invalicabile ma che è stato travolto in poche ore allorché i giovani hanno capito che barcollava. Gli ostacoli risiedono nei molti regimi che vogliono impedire il dialogo fra i giovani di tutto il mondo, limitando, se non proibendo l’accesso alla rete. Questo è un grande ostacolo in quanto la mia speranza per un futuro migliore risiede solo nella possibilità che i giovani possano incontrarsi e scambiarsi le proprie idee sulla rete. Non potranno mai essere gli Stati a trovare soluzioni univoche in quanto rispondono di interessi locali o localistici sulla base dei quali ricevono i mandati per governare. Dobbiamo fare in modo che non possano più governare minoranze rumorose ma maggioranze che hanno studiato ed esaminato seriamente il problema con l’aiuto di scienziati seri e preparati che mettano a loro disposizione le informazioni di cui hanno bisogno per discutere e deliberare. Se si riuscisse a fare questo con i nostri ragazzi, diventerebbe poi estremamente difficile, per i regimi totalitari o dittatoriali, fermare il flusso di comunicazioni con i loro giovani. Potrebbe nascere un’onda che li spazzerebbe via. Bisogna vedere se c’è, in Europa mi auguro, una classe politica che voglia promuovere questo grande dibattito che non può essere lasciato nelle sole teste di pochi soggetti ideologizzati e troppo spesso ignoranti. Se ogni Paese cercherà di affrontare i problemi da solo, non si risolverà nulla. Servirebbe che l’inutile ONU diventasse un organismo davvero utile nel quale si discutono i problemi e si prendono decisioni che devono essere attuate da tutti. Questa è la via. L’unica via per poter affrontare gli enormi problemi che abbiamo con la nostra casa comune. La Terra. E per ogni problema diamo la parola alla scienza.

Ringraziamo Luciano Cagnata per averci concesso questa intervista, è stato davvero un piacere scoprire di più sul suo libro “Il pianeta e l’umanità” e sulla sua esperienza come autore. Buona lettura e non dimenticate di lasciare il vostro commento qui sotto!

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