
Un racconto al limite del fantastico, in un tempo e in un luogo imprecisato, che vede il mondo diviso in tre villaggi: i terribili, uomini e donne senza regole, privi di qualsiasi inibizione sessuale e comportamentale in genere, simboleggiano le zone oscure e animalesche dell’essere umano. I mansueti, popolo ubicato in un villaggio vicino a quello dei terribili, è un gruppo di persone perbene, pacifiche e dedite alla salvaguardia del bene comune che rappresentano la razionalità dell’essere umano. Tra i due popoli si crea e si radica un conflitto decennale. I villani, gentaglia ben organizzata e con delle regole rigidissime da rispettare, sono ex terribili che però si sono evoluti da un punto di vista della mentalità del “mondo”, si sono imborghesiti, e hanno saputo creare una loro società in cui convivono aspetti burocratici (come nei mansueti) e aspetti bestiali (come nei terribili). Liti, scontri e vicende varie di un popolo s’intrecciano e ricadono inevitabilmente sulle Re-azioni di un altro, come a dire che tutti siamo legati da uno stesso destino causale.
Giovanni Casamassima, nato nel 1983 ad Acquaviva delle Fonti (BA) risiede a Palagiano (TA). Ha 36 anni, è laureato in lettere cultura del teatro, con specialistica in filologia moderna. Abilitato all’insegnamento di italiano, storia e geografia e specializzato nelle attività di sostegno, insegna da circa sei anni in una scuola secondaria di primo grado. Alle spalle ha anni in esperienze di volontariato per persone con disabilità e collaborazioni con associazioni di carattere culturale locali. Ultimamente si è cimentato anche nella realizzazione di un cortometraggio e in modo particolare nella sua sceneggiatura e aiuto regia.
Oggi parliamo di Terribili, mansueti e villani, un libro di Giovanni Casamassima pubblicato con la nostra casa editrice gruppo Albatros Il Filo.
Noi del gruppo Albatros il Filo abbiamo avuto il piacere di poter intervistare Giovanni Casamassima per scoprire qualcosa in più sulla sua passione per la scrittura e sul suo libro Terribili, mansueti e villani.
Riportiamo di seguito l’intervista.
- Quando iniziò la sua esperienza come scrittore? Nacque dalla volontà di condividere la sua storia o è una passione che ha da sempre?
Sin da piccolo sentivo di poter esprimere ciò che intimamente “ascoltavo” o le convinzioni che si generavano dentro di me, attraverso il canale della scrittura e del fumetto. Crescendo ho avuto la necessità incombente, quasi come una sorta di ossessione, di ascoltare non più solo me stesso, ma di fare esperienze diverse dalle mie abitudini e forma di vita (borghese), sia a livello concreto che a livello letterario. Insomma, sentivo la necessità di conoscere persone totalmente diverse dalla mia cultura, classe sociale, pensiero religioso e di cominciare a leggere. Sono state esperienze complementari, la sola lettura non mi avrebbe dato ciò di cui il mio intelletto avrebbe avuto reale necessità. Leggere mi ha permesso di andare oltre me stesso, le mie convinzioni, le mie chiusure mentali, le mie sicurezze; così come parlare con gente diversa da me, mi ha permesso di avere uno sguardo relativo su di me e sulla mia vita. Queste esperienze sono state fondamentali per l’approdo alla scrittura.
- In che momento e come ha avuto l’idea di scrivere questa storia?
Questa storia è stato lo sbarco finale di un lungo viaggio. Circa due anni. Sono state molte le bozze che l’hanno preceduta, bozze che spesso modificavo, nei contenuti e negli stili linguistici, fino ad arrivare a quello che mi è sembrato il più adatto allo scopo. Parlo di scopo, perché mi piace scrivere qualcosa che poi possa innescare un imput in chi legge. La creatività nella scrittura è fondamentale, tuttavia, secondo me, la letteratura deve anche essere strumento di riflessione intima o sociale. La sola espressione magari un po’ egocentrica di un proprio talento, potrebbe non bastare. Dico questo perché ho sempre amato quei libri che mi lasciavano un senso di disagio o che comunque mettesse in discussione le mie convinzioni, che mi aprisse la mente a nuovi orizzonti. Quindi, per rispondere alla domanda, direi che ho cominciato a progettare questa storia nel momento in cui ho creduto di avere qualcosa da dire.
- Cosa ha provato nel vedere il suo libro pubblicato?
Una grande emozione. Credo che in ogni scrittore si possa ravvisare un senso di cosciente o incosciente egocentrismo e vedere una propria opera pubblicata, credo che sia la massima espressione di fierezza autoreferenziale. Sapere che qualcuno o molti possono leggerti e apprezzarti è una esperienza mentalmente “lussuriosa”.
- Se potesse scegliere tre libri da consigliare quali sarebbero e perché?
Se questo è un uomo di Primo Levi; Bartleby lo scrivano di Herman Melville; I fratelli Karamazov di Dostoevskij:perché sono testi che, vuoi o non vuoi, ti sconvolgono, ti cambiano. Lasciano dentro un turbamento positivo che ti pone dinanzi a delle scelte. Devi decidere da che parte stai: dalla parte dei nazisti o degli ebrei, dalla parte di quale fratello della famiglia?
- Pensa di scrivere altre opere in futuro?
Penso di sì. Ora mi sto dedicando ad una analisi particolare e approfondita del Vangelo e nello specifico quello di Matteo.
A noi del gruppo Albatros il Filo non resta che ringraziare ancora una volta Giovanni Casamassima per averci dedicato del tempo e aver risposto alle nostre domande, siamo felici di aver fatto parte del percorso editoriale che ha portato alla pubblicazione di terribili, mansueti e villani. A lui va un grandissimo in bocca al lupo per il suo libro e per il futuro.
A te, mio caro lettore, come ti consuetudine ti auguro buona lettura, buon viaggio alla scoperta di questi tre villaggi, affinché la lettura possa aiutarti ad andare oltre te stesso, a scoprire qualcosa in più, qualcosa di nuovo. Affinché la lettura di Terribili, mansueti e villani possa arricchirti perché è questo ciò che fanno i libri, ti permettono di viaggiare all’interno delle loro pagine e scoprire nuove cose, scoprire te stesso. Quindi ti auguro questo, ti auguro di riscoprirti attraverso la lettura.
Continua a seguirci, ci sentiamo molto molto presto.
La vostra redattrice