GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: CONTRAPPASSO – Sergio Casella

Cari lettori, oggi vi invitiamo a immergervi in un viaggio letterario che attraversa le molteplici sfaccettature dell’animo umano. Lo facciamo insieme a Sergio Casella, autore del libro Contrappasso, una raccolta di sei racconti che si muovono tra introspezione, ironia e riflessione filosofica. Con una scrittura vivida e un linguaggio evocativo, Casella ci conduce in mondi diversi — talvolta realistici, talvolta fantastici — dove ogni storia diventa un’occasione per interrogarsi su destino, libertà e coscienza. Scopriamo insieme cosa si cela dietro le pagine di questo affascinante libro.

Da docente universitario e ricercatore a scrittore di narrativa: com’è nata la decisione di trasformare le esperienze accumulate in anni di viaggi e osservazioni in racconti letterari?

La scrittura di articoli o libri di natura scientifica richiede competenze specifiche su argomenti altrettanto specifici. Di conseguenza obbliga la mente a muoversi all’interno di uno stretto corridoio, con pochissime uscite laterali che, comunque, ti riconducono inesorabilmente sul percorso principale. Lo stesso sarebbe se volessimo cimentarsi nella scrittura di un saggio, di qualsiasi genere. La narrativa, al contrario, consente di muoversi lungo sentieri immaginari, creando il proprio “environment” senza timore di uscire dal percorso del proprio pensiero. L’importante è accettare la nuova ipotetica realtà senza porsi troppi interrogativi pratici, immergersi in queste nuove idee trasformandole in racconti e cercando così di scoprire gli aspetti più profondi del genere umano. Insomma, viaggiare nella fantasia e liberare la mente, anche questo è una sorta di contrappasso intellettuale.

I sei racconti di Contrappasso spaziano tra generi e temi molto diversi. C’è un filo conduttore che li unisce o un messaggio che desiderava trasmettere attraverso la raccolta?

Il filo conduttore, manco a dirlo, è il titolo. In ciascun racconto si assiste a una sorta di rivalsa da parte di un personaggio nei confronti del mondo, della società, di un altro personaggio, perfino a costo della propria vita. Ho immaginato questo atteggiamento nel presente, nel passato, nel futuro, e persino nell’aldilà. Ho immaginato che anche gli animali, nell’impossibilità di esprimere con il dovuto dettaglio i propri sentimenti, potessero ammonirci attraverso esperienze oniriche. Ho immaginato che finanche i microbi potrebbero, in un futuro neppure troppo lontano, rivalersi sul genere umano che li ha da sempre sfruttati e combattuti con tutte le sue forze. Insomma, una sorta di entropia che torna a crescere dopo che gli uomini l’hanno ingabbiata, come un genio fantastico, all’interno di una lampada magica.

In “Un granello di sabbia” e “Bac1” emergono riflessioni profonde sull’autocoscienza e sull’ordine universale. Quanto c’è del suo background scientifico nella costruzione di queste storie?

C’è molto, indubbiamente. Che deriva sia dal vissuto che dall’esperienza pregressa come ricercatore. Mi considero un privilegiato poiché la vita mi ha permesso di confrontarmi con persone e situazioni di spessore. Penso che tutto abbia avuto origine dalla mia innata curiosità, dalle continue domande che mi sono posto fin dall’età pre-adolescenziale, sull’esistenza, la coscienza, la consapevolezza e via via fino all’etica della vita. Ho conosciuto persone molto religiose ma con un’etica discutibile, per lo meno dal mio personale punto di vista. E viceversa ho conosciuto persone profondamente etiche, a prescindere dal credo religioso. Così ho capito che la categoria a cui appartengo, o quantomeno alla quale vorrei appartenere, è la seconda, e che la confessione può essere affrontata con approccio più terreno che soprannaturale. Da qui l’idea di trovarsi nell’aldilà a esporre queste mie convinzioni autentiche di fronte allo “staff” divino che, di conseguenza, assume logiche e toni fortemente aderenti alla realtà terrena. Farlo però con naturalezza e spontaneità, così come potrebbe fare un semplice fraticello amante dei numeri. Poi, la ricerca in campo microbiologico mi ha messo di fronte ai miracoli della vita e dell’evoluzione: dove, come e perché ha avuto origine, com’è possibile che da forme così minuscole, anche se non semplici come si potrebbe pensare, si siano sviluppati organismi eucarioti sempre più complessi e intelligenti, fino ad arrivare all’uomo. Chi non lo comprende può spiegarselo solo con Dio; chi comprende le teorie più moderne e basate sulle conoscenze acquisite può ugualmente affidarsi alla scintilla divina, ma può altresì immaginare percorsi alternativi. È evidente che Bac1 è un approccio decisamente fantascientifico, ma nei processi descritti nel racconto ho attinto a piene mani alle mie conoscenze di biologia, forzandole ovviamente lungo un percorso fantastico.

Nei racconti “Basta cambiare il finale” e “Io sono sempre puntuale” si avverte una forte tensione tra realtà e interiorità. In che modo la psicologia dei personaggi è servita a rappresentare l’essere umano contemporaneo?

Contemporaneo, si, ma anche passato e futuro. La natura umana è, e sarà sempre, rappresentata dall’accettazione o il rifiuto delle proprie fragilità. Il paradosso è proprio il contrappasso che c’è tra vittima e carnefice, tra padrone e servo, tra successo e insuccesso, … L’uomo di successo che perde di vista gli aspetti più umani della propria esistenza e finisce per esserne travolto. Colui che si erge a giudice severo degli altri e che alla fine capisce suo malgrado di non essere riuscito a percepirne e apprezzarne la loro parte migliore. Tutti sono fragili, anche coloro che riconosciamo come forti. Tutti sono unici, perfino quelli che non avvertono la propria peculiarità, ma che al contrario si sentono insignificanti, banali, indistinguibili dal profilo informe delle masse.

Sta già lavorando a nuovi progetti letterari: può darci qualche anticipazione su ciò che troveremo nelle prossime opere?

In verità questo mio primo libro di narrativa è una selezione di racconti che ho scritto negli anni. Mi rendo conto solo adesso, rispondendo a queste domande, che forse ho selezionato questi sei racconti proprio perché vi ho individuato un possibile filo conduttore. Ma ne ho scritti diversi e sto cercando di trovare altre analogie tra i soggetti e i personaggi per poi raggrupparli magari in una seconda raccolta. Tra le altre cose ho anche iniziato un romanzo di fantascienza, poi un breve libro, assieme a un caro amico, che parla della mia città vista con gli occhi di due adolescenti. Inoltre, ho moltissimi brevi appunti e promemoria su varie idee che vorrei prima o poi sviluppare. Tuttavia, nonostante che da poco più di un anno mi trovi collocato in pensione, il tempo da dedicare alla scrittura è sempre molto limitato a causa di impegni di lavoro residui tipo attività editoriale per riviste scientifiche e scrittura di articoli, ma anche impegni familiari piacevolissimi, ma piuttosto impegnativi come aiutare moglie e figlia con la gestione delle nipotine, nonché altre attività legate alla gestione della casa, della salute e degli hobbies. Se non è domani, sarà dopodomani, ma ci sarò.

Ringraziamo di cuore Sergio Casella per aver condiviso con noi il suo percorso creativo e le riflessioni che animano Contrappasso, un libro che invita a guardare dentro di sé e a riconoscere la complessità dell’esistenza. Vi invitiamo, cari lettori, a lasciarvi catturare da questi racconti intensi e originali, che sanno unire immaginazione e pensiero in modo sorprendente. Buona lettura!

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