GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Sono rimasta sola con la mia immaginazione – Volume Secondo – Federico Lo Schiavo

Benvenuti a questa nuova intervista del blog del Gruppo Albatros. Oggi abbiamo il piacere di ospitare Federico Lo Schiavo, giovane autore del libro Sono rimasta sola con la mia immaginazione – Volume Secondo. Dopo il successo del primo volume, il suo ritorno narrativo ci conduce in un intreccio ancora più avvincente, ricco di tensione e introspezione. La protagonista Tara, dopo le vicende drammatiche del passato, prova a ricostruirsi una vita in Svizzera, ma il tentativo di raccontare la sua storia riapre ferite e segreti inaspettati. Con Federico parleremo della sua passione per la scrittura, delle sfide affrontate nella creazione di questo secondo capitolo e delle emozioni che vuole trasmettere ai suoi lettori.

Il tuo primo libro ha riscosso un grande successo, tanto da essere adottato anche come testo scolastico. Cosa ti ha spinto a scrivere questo secondo volume e come hai affrontato la sfida di dare un seguito alla storia di Tara?

Sapere che il mio libro sarebbe stato letto da un pubblico così ampio, e soprattutto dai ragazzi delle scuole, ha aumentato il mio senso di responsabilità. All’inizio ero un po’ intimorito all’idea di dover continuare a scrivere di Tara, perché spesso i secondi volumi di libri, film o serie tv rischiano di non mantenere alta l’attenzione del pubblico. La mia preoccupazione più grande, però, era quella di dover scegliere con cura i messaggi da trasmettere ai giovani lettori. Sono state decisioni difficili, ma ho cercato di essere il più oggettivo possibile e di infondere speranza nella realizzazione dei propri sogni.

Nel romanzo, la protagonista deve fare i conti con il proprio passato e con le conseguenze della sua scelta di raccontarlo pubblicamente. Quanto è importante, secondo te, il potere della verità nella vita reale e nella narrativa?

Credo che la verità abbia avuto un ruolo fondamentale nella vita di Tara, soprattutto la sua scelta di condividere pubblicamente la sua storia. Inizialmente, Tara sperava che la sua testimonianza avrebbe avuto un impatto positivo sugli altri, ma purtroppo ha finito per generare un grande disagio nella sua vita. Le persone che hanno visto il documentario trasmesso da una famosa emittente televisiva non si sono concentrate sul messaggio che Tara voleva comunicare, ma hanno sviluppato una vera e propria ossessione nei suoi confronti. Nella vita reale, dire la verità è essenziale, anche se a volte le bugie a fin di bene possono sembrare un aiuto. Tuttavia, sono convinto che la verità, anche quando è difficile da accettare, sia sempre la strada giusta da seguire. Nella narrazione, invece, la verità e la menzogna possono essere utilizzate in modo strategico per creare sviluppi interessanti nella trama.

Il tuo stile di scrittura è caratterizzato da una forte componente psicologica e da un intreccio ricco di colpi di scena. Qual è il tuo processo creativo? Parti già con un’idea chiara della trama o la lasci evolvere durante la stesura?

Trovo molto stimolante scrivere senza avere una precisa idea di ciò che accadrà nel capitolo successivo. Entrambi i miei libri sono nati in questo modo: ho lasciato che le dita scorressero sulla tastiera, cercando di costruire una trama avvincente e ricca di colpi di scena. Credo che scrivere senza una pianificazione prestabilita sia un modo per liberare la propria creatività e scoprire, insieme alla storia, la direzione migliore da intraprendere. L’unica cosa che definisco fin dall’inizio sono i personaggi: mi impegno a dotarli di caratteri distinti, che rappresentino la varietà delle persone reali, con le loro diverse sfumature.

Sei un giovane autore con molte passioni, dalla scrittura agli spettacoli dal vivo. Quanto la tua esperienza personale influisce sulle storie che racconti e sui personaggi che crei?

Le esperienze che ho maturato nella vita si rivelano preziose nella creazione di personaggi unici e memorabili. Anche i dettagli che arricchiscono le mie storie sono spesso legati al mio vissuto personale. A volte, persino la scelta di un cognome può evocare ricordi o persone significative, creando un legame sottile ma profondo tra la finzione e la realtà. Il mio percorso artistico a 360 gradi, che comprende esperienze nel mondo dello spettacolo, della conduzione televisiva e del giornalismo, ha contribuito in modo significativo a plasmare la mia sensibilità artistica, fornendomi una visione ampia e variegata della realtà che mi circonda.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai già in mente nuove storie da raccontare o altri ambiti in cui vorresti metterti alla prova?

Come ho già detto più volte, la storia di “Sono rimasta sola con la mia immaginazione” si conclude qui. Tuttavia, non escludo la possibilità di scrivere in futuro uno spin-off legato a questo universo narrativo, magari concentrandomi su un personaggio diverso da Tara. Al momento sono impegnato in nuove avventure creative. Mi piace evolvere, cambiare e mettermi alla prova con progetti sempre nuovi. Penso che sia importante non fossilizzarsi troppo a lungo sulle stesse idee e rinnovarsi con iniziative che possano sorprendere e appassionare il pubblico, pur consapevoli che non tutto può incontrare il gusto di tutti. Mi piacerebbe anche esplorare il mondo della regia, chissà, magari un giorno potrei realizzare un film tratto da questi libri.

Grazie, Federico, per aver condiviso con noi il tuo percorso e le emozioni legate a questo nuovo capitolo della tua carriera. Sono rimasta sola con la mia immaginazione – Volume Secondo è un’opera intensa, capace di coinvolgere il lettore in un viaggio profondo tra mistero e introspezione. Ti auguriamo il meglio per i tuoi progetti futuri e non vediamo l’ora di scoprire cosa ci riserverai nei prossimi anni. Cari lettori, continuate a seguirci per altre interviste esclusive e racconti dal mondo della letteratura!

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