Benvenuti nel blog del Gruppo Albatros! Oggi abbiamo il piacere di ospitare Marina Zunelli, autrice del libro Ragione naturale e fede sovrannaturale. Le due nature nell’atto conoscitivo cristiano. Con una prefazione che solleva interrogativi profondi sulla relazione tra cielo e terra, ragione e fede, il libro ci guida in un percorso di riflessione teologica che abbraccia sia l’intelletto umano sia la speranza cristiana. Marina Zunelli, parte da oltre tre decenni della Comunità femminile dei Discepoli del Signore della Diocesi di Bologna, unisce alla sua esperienza spirituale un solido percorso accademico, avendo conseguito la Licenza in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna. Scopriamo insieme il suo punto di vista e cosa l’ha ispirata nella scrittura di quest’opera.
Nel suo libro affronta il tema del rapporto tra ragione naturale e fede sovrannaturale: cosa l’ha spinta ad approfondire questa tematica?
All’origine di questo brevissimo saggio sta un problema che sperimento quotidianamente nella comunità in cui vivo; la nostra è una comunità che per alcuni aspetti potremmo definire monastica: un orario rigoroso di preghiera in coro e un adeguato tempo dedicato alla lectio personale; la meditazione della sacra Scrittura, letta nella sua interezza, secondo la modalità di ‘lettura continua’. Nonostante tutto ciò mi accorgo che rimane molto difficile rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi; risulta complicato l’approfondimento della fede nella sua dimensione razionale, che anche si risolva nella capacità di esprimere un contenuto conoscitivo comprensibile e non semplicemente esperienziale, perché sappiamo bene che l’esperienza, in quanto tale, non è comunicabile. Un contenuto conoscitivo comprensibile invoca la presenza di una fede intelletta, o di una intelligenza che arrivi alla comprensione della fede. Questo il punto di partenza del saggio.
La prefazione pone una domanda cruciale: esiste davvero un punto di contatto possibile tra cielo e terra? Come risponde a questo interrogativo attraverso la sua opera?
Il punto di contatto tra cielo e terra avviene nella Liturgia ̶ massimamente nella Celebrazione Eucaristica ̶ certificata dalla retta Professione di fede, dato che Cristo è Sommo Sacerdote della nostra professione di fede: «… Gesù, l’apostolo e sommo sacerdote della fede che noi professiamo …» (Lettera agli Ebrei 3). Dunque: «Cristo unisce a sé la Chiesa a partire dalla professione di fede». Si tratta perciò di Misteri che esigono la conoscenza e la professione di un Credo che ‘edifica’ il popolo di Dio raccogliendolo nell’unità. Ed è in questo modo che «la Chiesa, camminando nella fede, e guidata dallo Spirito Santo alla verità tutta intera, è resa partecipe dell’intelligenza sovrannaturale che il Cristo suo sposo possiede». La partecipazione personale ai Misteri celebrati, che è immersione nella conversatio tra Cristo e la Chiesa sua sposa, esige però che ciascuno sia totalmente presente a se stesso, in attenzione e conoscenza: «Nostra conversatio in caelis est …» (Lettera ai Filippesi 3,20).
La speranza cristiana viene spesso fraintesa come una consolazione immaginaria. Qual è, secondo lei, il ruolo autentico della speranza nella vita di fede?
La speranza cristiana non è quella umana (speriamo che me la cavo), essendo generata dalla fede sovrannaturale (conversatio tra Cristo e la Chiesa) la speranza cristiana è la ‘certezza’ del realizzarsi delle promesse: «Abramo credette, saldo nella speranza contro ogni speranza […]. Egli non vacillò nella fede […]. Di fronte alla promessa di Dio non esitò con incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento» (Lettera ai Romani 4).
In che modo la sua esperienza personale nella Comunità femminile dei Discepoli del Signore ha influenzato la visione e la struttura del libro?
La vita comune è una scuola che ci fa comprendere quanta strada ci stia davanti. Certamente il mio itinerario di studio è stato profondamente influenzato dal tenore della nostra vita. Penso che la risposta alla prima domanda ispiri la soluzione anche a questa quarta.
Quale messaggio principale spera che il lettore porti con sé dopo aver letto Ragione naturale e fede sovrannaturale?
Non offrendo alcuna soluzione, se non interlocutoria, spero che il lettore sia stimolato a procedere nella riflessione, e magari a rendermi partecipe dei suoi dubbi e delle sue luci in proposito. Trovare interlocutori è il mio grande desiderio.
Grazie, Marina Zunelli, per aver condiviso con noi la sua profonda riflessione e il percorso che l’ha condotta alla scrittura di questo libro. Ragione naturale e fede sovrannaturale rappresenta un invito a esplorare il mistero della conoscenza cristiana con occhi nuovi e a scoprire quel legame nascosto che unisce la dimensione terrena a quella divina. Vi invitiamo a leggere quest’opera e a lasciarvi ispirare dalle risposte che offre, ma anche dalle domande che suscita. Alla prossima intervista qui sul blog del Gruppo Albatros!
