Benvenuti nel blog del Gruppo Albatros! Oggi abbiamo il piacere di ospitare Fulvio Cesario, autore di L’Eco del Silenzio – Frammenti Sparsi, una raccolta poetica che unisce profondità di pensiero e maestria linguistica, conducendo i lettori attraverso un viaggio emozionante nel mondo delle emozioni universali. I suoi componimenti, scritti in italiano e in inglese, dimostrano che la poesia è un ponte tra le anime, capace di dare voce al silenzio e significato a ciò che spesso rimane inespresso. Attraverso questa intervista, scopriremo cosa si cela dietro questa opera straordinaria e quale è stata la scintilla creativa che l’ha ispirata.
Il titolo del tuo libro, L’Eco del Silenzio, è estremamente evocativo. Qual è il significato più profondo che volevi trasmettere ai tuoi lettori?
A volte il silenzio è più rumoroso di un grido, di un forte urlo. Qui si vuole proprio giocare con l’ossimoro tra una eco che può essere generata da un silenzio forte ed assordante! Un silenzio che grida passione, forza ed impeto per scuotere l’animo del lettore che troppo spesso, di questi tempi, sembra assopito…!
Le tue poesie sono scritte sia in italiano che in inglese. Come scegli la lingua per esprimere le tue emozioni e cosa cambia, se qualcosa cambia, nella loro resa poetica?
Le mie emozioni sicuramente sono espresse in lingua madre, cioè l’italiano ma l’esercizio di testare una nuova lingua spero non sia stato vano. Vorrei farmi conoscere anche da altri mondi più lontani tutto qui, vedremo se ho visto bene… avrei anche voluto esplorare il mondo arabo che, secondo me, apprezzerebbe la mia spirituale propensione ad un’esistenza priva di cattiveria e crudeltà!
La tua poesia riflette una profonda connessione con l’animo umano. Quanto della tua esperienza personale è confluito nei tuoi versi, e quanto invece deriva dall’osservazione del mondo che ti circonda?
Molto della mia vita è confluito in questi frammenti ma anche tanto dall’osservazione attenta della bellezza del mondo che mi circonda: a volte bisogna saper cogliere la bellezza e vorrei tanto farmi portavoce e paladino per quelli che non riescono a farlo.
Nel tuo libro emerge una riflessione sulle passioni e sull’individualismo estremo. Qual è il ruolo della poesia nel cercare di superare questi limiti?
La poesia serve a rallentare in primis la mente ma non per questo il cuore. I limiti ognuno se li pone ed ognuno può trovare la chiave giusta per aprire le porte chiuse della propria anima.
C’è una poesia in questo libro che ti rappresenta maggiormente? Perché?
Il custode del bello penso rappresenti l’apologia della bellezza. Mi reputo tale e farò di tutto affinché alle genti non sfugga nulla; mi auguro che anch’essi, come me, vaghino come viandanti desiderosi di “catturare” quei sublimi attimi che la vita ci dona e ci concede. Sarebbe un peccato non essere ricettivi verso cotanta beltà!
Grazie, Fulvio, per aver condiviso con noi il tuo universo poetico e per averci regalato uno sguardo più profondo sulla tua opera. L’Eco del Silenzio – Frammenti Sparsi è un invito a rallentare, ascoltare e riscoprire la bellezza nelle pieghe dell’animo umano. Speriamo che il tuo libro possa raggiungere tanti cuori e ispirare altrettante anime. Invitiamo tutti i nostri lettori a immergersi in questa raccolta, un vero e proprio viaggio tra emozioni autentiche e riflessioni profonde. Alla prossima intervista!
