GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Uno scherzo del destino – Tiziana Cinque

Benvenuta, Tiziana Cinque, e grazie per essere qui con noi oggi. “Uno scherzo del destino” è un romanzo che cattura con la sua intensità emotiva e la complessità dei personaggi. L’incontro improbabile tra una donna con una vita complicata e un famoso attore di drama coreani è il fulcro di una storia che unisce amore, conflitti e un destino apparentemente scritto. Siamo curiosi di conoscere il dietro le quinte di questa affascinante opera e di scoprire cosa l’ha ispirata nel raccontare una storia così intensa e unica.

Qual è stata l’ispirazione principale per la storia di “Uno scherzo del destino”?

Potrà sembrarle assurdo ma è successo realmente. Ero stremata a causa del lavoro e di problemi relativi alla salute di mio figlio, era un momento particolarmente difficile per me sembrava andare tutto storto come se qualunque cosa facessi fosse destinata a fallire e non vedevo una via d’uscita per quanto mi impegnassi. Ero agitata e non riuscivo a dormire bene ed una notte ho fatto un sogno… la trama del mio romanzo è nata da un sogno. Al mattino, appena sveglia, prima di dimenticarlo ho buttato giù una trama grezza. Nei quindici giorni successivi sembrava come se la mia mente fosse sovraccarica di idee, ricca di pensieri e qualunque cosa pensassi la scrivevo. Ho scritto di getto ogni sentimento che provavo in quei momenti.  Ho scritto il romanzo in soli quindici giorni. Molte sezioni tra cui quella iniziale l’ho scritta piangendo perché mi tornava in mente tutto il dolore, la preoccupazione, l’incertezza degli anni in cui mio figlio entrava e usciva dagli ospedali. Ancora adesso se lo rileggo non posso impedire alle lacrime di affacciarsi nei miei occhi. Il romanzo è nato con uno scopo, aiutare. Ha aiutato me che scrivendo ho come purificato la mia anima e la mia mente, è stato come rinascere ad una nuova vita abbandonando il dolore tra le righe del romanzo stesso. Vorrei aiutasse chi si trova in difficoltà, magari leggendo di come la resilienza ed il coraggio e la forza e la bontà di cuore aiutano a sostenere pesi indicibili altri possano superare le difficoltà del loro vivere. E spero con tutto il cuore che possa aiutare mio figlio in maniera molto pratica, avrebbe voluto una protesi per fare sport mi è stato detto che costa 25000 euro e che se la vuole devo pagarla io perché per l’INPS è considerata un bene di lusso. Spero di non aver rattristato nessuno perché in fin dei conti il romanzo racconta d’amore e di come l’amore possa essere una risorsa infinita di forza.

Come ha costruito i personaggi, in particolare il loro complesso rapporto e le loro differenze culturali?

il personaggio femminile nasce da me, sono io nel bene e nel male. Le ho dato il peso del mio sentire, il peso del mio vivere, ma anche il coraggio e la forza che ho imparato dalla vita, l’ottimismo che mi accompagna da sempre. Le ho dato concretezza, gentilezza più di quanta ne abbia io nella realtà. Ad un certo punto mi sembrava banale e le ho conferito poteri straordinari, l’ho resa una eroina. Lei è la luce guida dalla cui esperienza si sviluppa l’intera storia. Lui è un uomo troppo perfetto per poter esistere realmente, ammetto che è un parto della mia immaginazione. Volevo che fosse esattamente l’opposto di lei, che mettesse in risalto la contrapposizione tra l’essere di lei e l’apparire di lui. Lui è l’oscurità mentre lei è la luce. Sono opposti ma complementari, si completano alla perfezione creando l’uno perfetto. Sono il bianco ed il nero, la luce e l’ombra, il sole e la luna ma coesistono alla perfezione perché sono l’uno parte dell’altra e l’uno non può esistere senza l’altra. Ho cercato di renderli il più diversi possibile anche a livello sociale. Volevo creare un divario tale che solo l’amore potesse colmare. Perché credo che l’amore sia l’unica cosa al mondo in grado di farci compiere le cose più assurde e di annullare qualsiasi differenza.

Il tema delle coincidenze e del destino è centrale nel libro. Come si è avvicinata a questo concetto e come lo ha integrato nella narrazione?

il caso, nella mia esistenza ha giocato sempre un ruolo centrale. Ad osservare la mia vita con attenzione quegli eventi che in un primo momento sembravano fini a se stessi a distanza di anni, invece, si sono come correlati e spiegati e legati l’uno all’altro come se la mia vita fosse guidata da qualcuno perché io potessi arrivare dove sono e soprattutto perché io potessi diventare chi sono. Ecco ho voluto giocare con gli eventi e dare spazio ai personaggi costruendone il carattere come conseguenza delle loro esperienze. Credo che nella vita tutto sia possibile e che l’improbabile possa diventare reale se abbiamo abbastanza fede e a volte può accadere che succedano cose per caso che non riusciamo a spiegarci, per cui, perché non credere al destino? In fin dei conti anche il solo nascere in questo mondo è frutto del caso.

Ci sono elementi autobiografici o esperienze personali che ha trasposto nel romanzo?

Ho ancorato alla realtà il personaggio femminile dandole il mio carattere, i miei valori, le mie esperienze. Sono nata in un piccolo borgo e la mia famiglia ha sempre lavorato duramente insegnandomi la via corretta per realizzare i miei sogni attraverso Il lavoro, la fatica, la determinazione, la testardaggine di andare contro gli eventi, la generosità, l’empatia, la resilienza, la forza ed il coraggio. Mi è stato insegnato a non temere nulla se affronto la vita con cuore puro e sincero e che perseverare è il mezzo per raggiungere risultati. Mi è stato insegnato che, se fallisco e cado non sono un perdente finché trovo la forza di rialzarmi e ricominciare.  Mi è stato insegnato a non arrendermi mai ed ho trasferito tutto questo nel personaggio femminile dandole in più la potenza di una forza creatrice che si oppone alla forza distruttrice del personaggio maschile. Naturalmente avrete capito che i dieci anni trascorsi nelle pediatrie oncologiche sono veri e nello specifico Modena, Bologna, Pisa, Firenze, dove ho incontrato persone speciali, straordinarie con cui ho condiviso parte del mio percorso e che mi hanno insegnato molto sulla generosità e soprattutto sulla dignità

Quale messaggio o emozione spera che i lettori portino con sé dopo aver letto la sua opera?

Spero che leggendo il mio romanzo i lettori comprendano che, anche se la vita è complicata, anche se a volte sembra che tutto vada nel verso sbagliato, non bisogna arrendersi mai. Mai perdere la speranza, mai rimanere a terra, mai farsi schiacciare dal peso dell’esistenza. La vita che ci ritroviamo a vivere potrebbe non essere quella che avevamo sognato ma tutto contribuisce a renderci quello che siamo. Accogliamo ogni sofferenza ed ogni gioia con uguale spirito perché ogni cosa a suo modo ci trasforma e ci rende migliori. Ognuno di noi ha uno scopo nella vita, ognuno nasce per una ragione, vorrei che il mio scopo fosse far comprendere ai lettori che qualunque cosa la vita ci riservi vale sempre la pena vivere e cercare di fare del proprio meglio per aiutare chi ne ha bisogno anche solo con una parola gentile o un sorriso. In fondo non costa nulla ma può migliorare la giornata di chi ti sta accanto.

Grazie, Tiziana, per averci raccontato di più sul mondo di “Uno scherzo del destino” e sul viaggio che l’ha portata a scriverlo. Siamo certi che i lettori saranno affascinati dalla profondità dei personaggi e dalla forza narrativa che emerge dalla sua storia. Non vediamo l’ora di scoprire cosa ci riserverà in futuro. In bocca al lupo per i suoi prossimi progetti e ancora complimenti per questo emozionante romanzo!

Lascia un commento