Benvenuti al nostro spazio dedicato agli autori del Gruppo Albatros. Oggi abbiamo il piacere di incontrare Maurizio Bottoni, autore del libro Reminiscenze I. La sua opera è un viaggio attraverso i ricordi, un affresco di esperienze personali e riflessioni che si intrecciano con un ricco tessuto culturale e letterario. Con una carriera straordinaria nel campo della ricerca scientifica e dell’insegnamento internazionale, Bottoni riesce a trasmettere nella sua scrittura una profondità e una sensibilità rare. Parleremo con lui del potere della memoria, del rapporto con la letteratura e di come il passato possa illuminare il presente.
Maurizio, da dove nasce l’idea di scrivere “Reminiscenze I” e cosa rappresentano per lei i ricordi narrati nel libro?
L’idea di scrivere un libro sui miei ricordi è sorta fin dai tempi in cui frequentavo le classi del liceo-ginnasio Ludovico Ariosto a Ferrara. Il motivo fondamentale per elaborare e fissare questi ricordi è stato il desiderio di documentare i miei corsi scolastici, soprattutto durante il periodo liceale. In quegli anni, intorno al 1955 – 1960, abbiamo avuto, io e i miei compagni di classe, la grande fortuna di avere insegnanti veramente ottimi. Già allora, formulai l’idea che fosse opportuno fissare i ricordi delle lezioni dei nostri professori in modo che i loro insegnamenti non andassero del tutto perduti col tempo. Ho cercato di rievocare i ricordi, soprattutto dei professori di latino e di greco, perché molte delle traduzioni fatte allora e discusse in classe non andassero disperse. Un mio compagno di classe, Roberto Farini, che ricordo anche nel mio testo, poi diventato medico e poeta, scrisse che “a noi, inquieti cercatori, il tempo brucia l’esistenza“. Vale quindi la pena fissare i ricordi in modo che almeno qualche luminescenza, qualche bagliore, qualche lampo di questi nostri giorni rimanga sempre vivo, trascendendo i limiti del tempo. I racconti narrati nel libro rappresentano un legame ideale fra le esperienze attuali e quelle di allora, circa 60 anni fa, quando il modo di sentire e di agire erano non poco diversi da quelli di oggi. Ho sempre percepito che fosse importante mantenere questo legame per garantire una continuità nello stile di vita e di cultura. La stesura del mio testo è cominciata circa otto anni fa rielaborando gli appunti scritti a scuola in un processo meticoloso di interpretazione, direi quasi “storico – archeologico“, sempre cercando di rimanere il più possibile fedele ai testi originali. L’analisi degli scritti è continuata per anni alternandola con la preparazione di due testi di fisico – matematica, di cui uno pubblicato nel 2021 e il secondo ora in stampa.
Nella sua opera, i riferimenti letterari sono molteplici e affascinanti. Come hanno influito autori come Shakespeare, Ovidio e Leopardi sulla sua scrittura e sulla sua visione del mondo?
Autori come quelli citati hanno avuto un’influenza fondamentale sul mio modo di sentire e di agire. Un soffio di controllato pessimismo mi ha sempre accompagnato soprattutto durante la mia adolescenza, ma non solo. Questo velo di pessimismo mi ha reso idealmente solidale con autori come Ovidio (esiliato da Roma dall’imperatore Augusto e delicato autore delle Tristia e delle Epistulae ex Ponto), Lucrezio, Leopardi e molti altri, dalla cui percezione della realtà ho tratto la motivazione per cercare di superare gli ostacoli e le avversità della vita. Inoltre, mi ha sempre affascinato in questi poeti l’incisività del loro modo di esprimersi e di condensare in poche parole concetti e temi essenziali. Basti pensare, per fare un esempio, all’essenzialità con cui Shakespeare introduce, nella premessa della sua opera, il quadro della tragedia di Giulietta e Romeo in “fair Verona“, oppure alla incisività di versi lapidari come quello di Virgilio: “Tantae molis erat romanam condere gentem”.
La memoria è un tema centrale nel suo libro. Quanto crede che il passato plasmi il nostro presente e il nostro futuro?
Penso che il nostro passato abbia una influenza fondamentale nel plasmare il nostro presente e anche il nostro futuro. Attraverso la memoria e la cultura, ammesso che se ne sia fatta una solida base, si stabilisce una continuità tra passato e futuro, attraverso il presente. Questa continuità si manifesta in modo essenziale, nel presente, nel modo di sentire, di percepire la realtà e di prendere decisioni per il futuro. Tanto più profonde sono nelle radici che affondano nel passato, tanto più alto è il vertice rappresentato dal nostro futuro.
Lei ha avuto una carriera straordinaria nella ricerca scientifica e nell’insegnamento internazionale. Come ha conciliato questa esperienza professionale con la sua passione per la letteratura?
La ricerca scientifica e l’esperienza d’insegnamento vissute in altri paesi, dalla Germania agli Stati Uniti, dalla Cina al Giappone, mi hanno permesso di venire a contatto con le lingue di questi Paesi. Grazie a queste esperienze internazionali, non mi è stato difficile stabilire contatti con le rispettive lingue e culture. Mi riferisco soprattutto alla Cina e al Giappone. Ho sempre fatto l’esperienza che la conoscenza della lingua è la chiave essenziale per comunicare e approfondire le basi culturali, ampliandole nei campi dei rispettivi Paesi. Non è stato quindi difficile stabilire questo legame fa l’attività di ricerca scientifica e l’apprendimento delle lingue e delle rispettive culture. Direi anzi che le cose si siano motivate vicendevolmente e integrate l’una con l’altra.
Cosa spera che i lettori portino con sé dopo aver letto “Reminiscenze I”?
Come si evince dalla lettura delle mie “Reminiscenze“, la mia vita, soprattutto nella fase adolescenziale, non è stata semplice. Spero che, dopo aver letto i racconti narrati nel mio testo, i miei giovani lettori percepiscano che, anche nelle difficoltà, si debba sempre trovare la forza per reagire e per superarle, evitando di perdere di vista lo scopo finale che consiste nel miglioramento di se stessi e nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Ricordiamo il proverbio cinese che dice: 路逺知馬力 (Lu yuan zhi ma li, Da un lungo percorso si riconosce la forza di un cavallo).
Grazie, Maurizio, per aver condiviso con noi la sua visione e il suo percorso, così ricchi di umanità e cultura. Reminiscenze I è un’opera che invita alla riflessione e alla riscoperta delle nostre emozioni più profonde. Auguriamo a lei e al suo libro un viaggio ricco di successi, certi che il suo messaggio arriverà al cuore di molti lettori. Continuate a seguirci per altre interviste esclusive con gli autori del Gruppo Albatros!
