GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Catabasi – Carlotta Calabresi

Nel mondo di “Catabasi”, Carlotta Calabresi esplora la fragile condizione umana attraverso personaggi che si muovono tra vita e morte, luci e ombre, in un viaggio interiore che li conduce verso una destinazione comune. Questi protagonisti, lontani dagli ideali eroici della classicità, sono eroi moderni che combattono con le proprie debolezze e incertezze, spesso senza riuscire a risalire in superficie. Ogni storia in questo libro è un frammento di un’umanità complessa e vulnerabile, intrappolata in una danza eterna tra la transitorietà della vita e l’inevitabilità della morte. Parliamo oggi con l’autrice, Carlotta Calabresi, per scoprire più a fondo le ispirazioni e i temi che l’hanno condotta a scrivere questa toccante opera.

“Catabasi” è un titolo forte e simbolico: cosa rappresenta per te e come si lega ai personaggi che racconti?

In un mondo in cui il tempo conta più dell’amore, in cui ci sentiamo costantemente in ritardo a volte ci dimentichiamo di essere vivi. Viviamo avvolti nell’ansia della fine, nell’ansia di non arrivare preparati, di essere in ritardo, di non farcela e partendo da queste considerazioni io ho voluto raccontare vite. Vite semplici, comuni, non eroiche e non perfette. Vite vissute, bene o male non è nostro il compito di giudicare. Il titolo richiama la discesa delle anime nell’aldilà nel mondo greco. In una società come la nostra, sapere che c’è ancora tempo rincuora.  Invece il messaggio del libro è l’opposto: noi stiamo vivendo ora. Il nostro tempo è adesso, non importa se o cosa ci sarà dopo questa vita. Conta adesso. Catabasi è un inno alla vita. Un invito a prendersi cura del presente in ogni sua forma, nel dolore e nella gioia, un invito a non avere paura.

Ogni personaggio intraprende un viaggio personale verso il proprio lato oscuro. C’è stato un personaggio in particolare che ti ha colpito o che senti più vicino?

Ogni personaggio è una parte del mio cuore. Il percorso per sentirli vicini è stato complesso, ho cercato negli occhi delle persone che vivo in prima persona ogni lato più interessante e da questi sono nati i miei personaggi.  I personaggi da me raccontati sono di chiunque e potranno essere di tutti. A questo punto sarebbe più corretto chiamarli persone, non più personaggi. Più di tutti è Matilde ad avere il mio cuore, una giovane ragazza piena di vita, ma un mondo non pronto ad ospitarla. Matilde è tutta la mia generazione, ossessionata dal tempo, dalla paura, dal “fare bene le cose” al punto tale da perdere la propria anima senza ritrovarla mai più.

La trasformazione dei protagonisti è spesso irreversibile, un cammino che li allontana dalla luce. Quali sono le sfide più grandi nello scrivere storie dove la redenzione è rara o impossibile?

I protagonisti non si allontanano dalla luce, sono loro la luce. Le persone di cui parlo sono la rappresentazione del mondo che ci circonda. Ho immaginato profondamente le persone che racconto, ho visto i loro visi stanchi, affaticati, tristi oppure entusiasti. Hanno condotto le loro vite facendo le loro scelte, ogni lettore poi sarà libero di considerarle giuste o sbagliate, ma nel libro sono riportati i loro cammini, caotici ed autentici, per raccontarlo ho osservato il mondo.

La tua scrittura esplora una dualità profonda tra vita e morte. Quale pensi sia il messaggio che questa tensione lascia nei tuoi lettori?

Mi conceda qui una risposta breve: Il libro grida a piena voce che la vita conta più della paura e della morte e che ogni percorso conta.

Ogni personaggio di “Catabasi” ha una storia unica, ma tutti condividono una comune fragilità. Che ruolo gioca la società nel destino di queste anime “perdute”?

Nel libro nessuna, non parlo mai della società. Parlo di scelte, di circostanze faticose a cui l’uomo fatica a reagire e questo rischia di portare ad un dolore forte che disarma completamente. La società è parte integrante dell’uomo, è un motore fondamentale ma non è tutto quello che ha l’uomo, anzi. Forse in un mondo frenetico come il nostro siamo abituati a parlare costantemente di società, di impatto, di contorni, quando a volte sarebbe più consono essere leggermente più profondi, capire che l’uomo è mosso da motivi intimi che questa società non può capire. L’uomo è piccolo: questo ci spaventa e ci fa rimpicciolire ancora di più ma potremo sempre scegliere da che parte del mondo stare.

Grazie, Carlotta, per averci accompagnato in questo viaggio attraverso “Catabasi” e averci offerto uno sguardo intimo su temi così profondi. Il tuo libro è un richiamo potente a riflettere su ciò che spesso rimane nascosto, in noi stessi e negli altri. Lettori, lasciatevi trasportare da questa catabasi letteraria: scoprirete non solo le ombre dei protagonisti, ma anche parti di voi stessi che forse non avevate mai esplorato.

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