GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Pronti? Credo… Il primo anno del Governo Meloni tra gaffe e strafalcioni – Raffaele Guarino

Oggi abbiamo il piacere di intervistare Raffaele Guarino, autore del libro “Pronti? Credo… Il primo anno del Governo Meloni tra gaffe e strafalcioni”. In questo volume, Guarino offre uno spaccato ironico, ma allo stesso tempo critico, del primo anno di governo dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, puntando la lente su errori, momenti di imbarazzo e frasi infelici che hanno suscitato dibattito pubblico e spesso sorriso. Nato nel 1983, Raffaele ha una formazione diversificata che spazia dal settore tecnico alla musica e alla comunicazione. Durante il lockdown, ha iniziato a condividere contenuti politici, informativi e satirici sui social, guadagnandosi un pubblico sempre più ampio con uno stile accessibile e coinvolgente. Attraverso un approccio che punta a semplificare la complessità della politica, Guarino ci racconta in questa intervista il suo percorso e le motivazioni che lo hanno portato a scrivere “Pronti? Credo…”.

Come è nata l’idea di scrivere un libro su questo tema, e quali aspetti del Governo Meloni ti hanno spinto a intraprendere questa analisi?

È sempre stata la mia principale occupazione informarmi al fine di divulgare sui social il susseguirsi delle vicende politiche e non solo, ponendole sempre in chiave semplice e satirica, in modo da condividerle con la mia fanbase, perché che fossero sempre comprensibili ad ogni tipo di pubblico. Da quando si è insediato il Governo Meloni, i suoi membri, e la classe politica a loro annessa, sono stati protagonisti di un numero incredibile di gaffe una dietro l’altra, tanto che, nei miei progetti iniziali, non c’era un libro, bensì una rubrica social. La velocità però, con cui venivano esternate tali figuracce ha reso inevitabile per me allargare il progetto fino scriverne un libro che non fosse solo descrittivo, ma nello spirito originale del progetto, anche interattivo.

Il titolo “Pronti? Credo…” è un po’ provocatorio: cosa intendi comunicare con questa scelta?

Per le elezioni politiche 2022, Fratelli d’Italia e la Lega, avevano impostato tutta la campagna elettorale, su due concetti ben espressi da due parole chiare e semplici. FDI, concentrò tutto nella parola “Pronti!”. Per le strade torreggiavano manifesti con slogan come: “Pronti a risollevare l’Italia!”; “Pronti a contrastare l’immigrazione illegale di massa!” E altri slogan di questo tipo. La Lega invece, utilizzò la parola “Credo”. E come per gli alleati: “Credo negli italiani!”; “Credo che nessun italiano vada lasciato indietro!”; “Credo nello stop degli sbarchi!”; “Credo in te Capitano!”. Avendo assistito poi, all’inizio lastricato di brutte figure, mi sembrava iconico immortalare nel titolo tali altisonanti aspettative.

Il tuo stile è basato sull’ironia e sulla satira, ma c’è anche una componente di critica sociale. Come bilanci queste due dimensioni nei tuoi contenuti?

La critica stessa è il modo di narrare i fatti con approccio ironico. Partiamo da un presupposto, i fatti in genere, sono discutibili ma rimangono fattuali (visionabili, tra l’altro tramite i qr code presenti nel mio libro) quindi le gaffe di cui si è resa protagonista la nostra classe dirigente, rimarranno per sempre impresse nella carta stampata. Nel libro, racconto questi fatti contestualizzandoli ai periodi a loro annessi, ed è proprio il bilanciamento tra il racconto degli avvenimenti e la chiave satirica con la quale sono narrati, la critica stessa a tutti questi inciampi istituzionali.

Ritieni che la comunicazione politica odierna sia più vulnerabile agli errori rispetto al passato? Se sì, quali fattori lo rendono inevitabile?

Decisamente sì. La comunicazione politica oggi, si fa prevalentemente sui social alla ricerca spasmodica del consenso. Ed è proprio questa ricerca, secondo me, che banalizza la comunicazione con slogan diretti e alquanto populisti, ad essere la fonte di errori principale. Molti politici, per la foga di condividere una “notizia” che portasse acqua al loro mulino, hanno postato sui social fake news, notizie manipolate e distorte, o slogan populisti che proponevano soluzioni semplici a problemi altamente complessi, ricordiamo tutti il famoso “blocco navale” no? Un tempo la comunicazione politica avveniva prevalentemente sulla carta stampata o tribune politiche televisive, contesti in cui si stava ben attenti a non commettere errori. Oggi con il telefono in mano, ogni post diventa notizia e quando un politico fa 10 post al giorno sui social con il solo intento di ampliare il proprio consenso, prima o poi cadere in una gaffe, è inevitabile

Qual è il messaggio che speri arrivi ai lettori attraverso il tuo libro? Vorresti che suscitasse più riflessione o divertimento?

Partendo dalla seconda parte, vorrei suscitasse nel lettore una riflessione attraverso una risata. Ho sempre pensato che le cose che ci rimangono più impresse nella mente, sono quelle che riconducono a momenti dove siamo stati bene, dove abbiamo sorriso e spero che raccontare questi fatti in questa chiave ironica, possa essere un buon metodo per far sì che rimangano impressi al lettore. Per concludere direi che non c’è un vero e proprio messaggio che il libro pone a chi lo legge, credo che sia un ottimo strumento per la memoria. Quello che è avvenuto e che sta avvenendo, ovvero il declino della nostra classe dirigente, è ben immortalato nel mio libro attraverso tutte le figuracce da loro fatte e penso sia utile rileggerle negli anni e ricordarle, giustamente, anche a chi le ha fatte.

Grazie, Raffaele, per aver condiviso con noi i retroscena di “Pronti? Credo…” e la tua visione sull’attuale scenario politico italiano. Il tuo libro rappresenta un’occasione per riflettere su come l’immagine pubblica della politica sia cambiata e su quanto l’ironia possa essere uno strumento potente per affrontare anche i temi più seri.

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