GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Mara e il segreto della sala bilance – Germana Ciardi

Oggi abbiamo il piacere di parlare con Germana Ciardi, autrice di “Mara e il segreto della sala bilance”, un intrigante romanzo che ci porta tra i corridoi dell’Istituto Tecnico per Periti Chimici, conosciuto come “il Chimico”. Il libro racconta la storia di Mara, una giovane studentessa alle prese con un misterioso evento che avviene durante le ore di laboratorio. Germana Ciardi riesce a descrivere in modo vivido il peso delle responsabilità e delle sfide scolastiche, intrecciandolo con elementi di suspense che coinvolgono e appassionano. Scopriamo di più su come è nata questa storia e cosa ha ispirato l’autrice.

Com’è nata l’idea di scrivere “Mara e il segreto della sala bilance”? C’è stato un episodio particolare che ha ispirato la trama?

Partiamo da una decina di anni fa e di qualche corso di scrittura creativa che stimola a scrivere di tutto e di più, nell’ambito di un gruppo di persone “straordinario” dove l’individualismo e l’amicizia si andavano rafforzando. Furono anni felici, durante i quali scoprii il mondo creativo che albergava dentro di me. Come spesso accade il gruppo si sciolse e ognuno prese la sua strada. Avevo scritto e stampato su Lulu qualche diario di viaggi lontani, ma in quel momento si faceva avanti il desiderio di rivisitare un tema che mi stava cuore. Si trattava di un periodo vissuto con difficoltà, che mi condusse alla perdita di un anno scolastico, quando “studiare era fondamentale” per procedere bene nel futuro incombente. Ritornai a quegli anni e a tutto ciò che vi capitava. Mi resi subito conto delle difficoltà che si sarebbero presentate. Innanzitutto, diedi un nome alla protagonista. Che mi assomigliava. Ma non mi ci identificai troppo. Questo favoriva un certo distacco emozionale. Dovevo restare lucida e procedere. Intanto le immagini di quegli anni fluivano libere e incontaminate. Ricordai alcuni consigli degli editor che ci guidavano nei corsi di scrittura. Del tipo: tridimensionale. Far “uscire dai fogli” le persone e i luoghi. Aggiungo io. E procedetti. Per quanto riguarda il perché dell’aver inserito la sala bilance e le sue implicazioni, fu una improvvisazione. Mi aspettavo un percorso difficile e non avrei voluto annoiare l’eventuale unico lettore. Me stessa, per esempio. Scelsi uno strumento di precisione affascinante, che aveva il suo movimento autonomo. La bilancia a due piatti. Sensibile a misurare con gran precisione quantità di materia infinitesimale. Necessitava di gran rispetto da parte chi la stava utilizzando. Meritava un ruolo da protagonista. Perché ne aveva la forza. E se poi se si fosse illuminata…  chissà!!! Un po’ di fantasia ci voleva.

Mara sembra vivere un momento di crisi personale che si riflette anche nelle sue performance scolastiche. Come descriverebbe il percorso di crescita che compie durante la storia?

Per rispondere immediatamente alla domanda dovrei dire che le difficoltà di ogni genere che le si presentano e quelle che lei stessa alimenta… sono l’ostacolo maggiore da superare. Ma volendo dire qualcosa in più potremmo entrare in qualche dettaglio: Mara è un’adolescente che analizza tutto quanto le sta intorno. Il quartiere dove vive è popoloso e l’industria postbellica lo ha profondamente segnato. La qualità dell’aria lascia molto a desiderare ma il commercio prospera sull’onda degli anni Sessanta. Nell’ambito scolastico il confronto con gli altri studenti è perdente.  Non eccellere negli studi è mortificante per lei che negli anni passati era riconosciuta come ottima studentessa. La scuola è diventata un campo di battaglia. C’è comunque la famiglia che l’aspetta sempre a casa, ma i genitori hanno i loro problemi… Gli amici? Ognuno va per la sua strada… la folla è un ostacolo. Il vento un nemico. Il mare comunque un’attrazione. Finché un qualcosa di misterioso accade. Che la riporta nella sua infanzia. Soprattutto la costringe a darsi lei e solo lei le risposte che sta cercando. E sarà infine “una dolorosa esperienza” a darle una meritata consapevolezza… l’insperata soluzione… e il ritrovato equilibrio.

L’ambiente dell’Istituto Tecnico per Periti Chimici è descritto in modo molto realistico. Quanto è stato importante per lei ambientare la storia in un luogo così specifico e impegnativo?

La descrizione realistica è dovuta alla mia frequentazione dell’ITIS per Chimici. Per me è stato facile rivivere lo svolgimento delle “analisi chimiche” in laboratorio. A partire dai profumi che vi aleggiavano. Odori densi ed essenziali. L’uso di strumenti di precisione. La necessità di conservare la pulizia assoluta. Seguire le procedure con accuratezza…etc. Un mondo fuori dalla realtà quotidiana. Dove comunque cercare di coltivare le relazioni. Dove aspettarsi l’aiuto e la collaborazione. Dove potersi comunque muovere. Il tutto molto diverso dallo stare sei ore consecutive in classe. Aspettando l’intervallo per conoscersi e parlottare. In laboratorio si riusciva a vivere una realtà extra scolastica pur restando nell’Istituto. E questo non lo si può dimenticare. In ogni caso la scelta di dare un accurato spazio al laboratorio, nel corso di questa storia, può ritenersi un azzardo. Ho inizialmente dubitato che tale decisione finisse per scoraggiare o distrarre il lettore. Specie se fosse stato estraneo a tale esperienza di studio. Ma potevo forse rimediare con la semplificazione della descrizione che comunque restava accurata.? Accettai di correre il rischio. Alternativamente ho ritenuto che un “inizio” a base di chimica e laboratorio in un libro di narrativa in parte fantasiosa, … non fosse da tutti. Poteva sconcertare ma anche incuriosire alla lettura.

Il fenomeno che si verifica in sala bilance è affascinante e misterioso. Come mai ha scelto proprio un evento come questo per dare avvio alla trama?

L’aver scelto di inserire un fenomeno misterioso nel racconto, specie nelle fasi iniziali, lo proietta tra i protagonisti. È l’occulto a farsi strada all’interno della narrazione. Il fenomeno si svolge nella “delicata” sala bilance” ma proseguirà all’interno del libro in svariate situazioni. Ho dovuto pensarci un po’ se questa fosse una buona scelta. Ma non ci riflettei troppo e continuai a procedere su questo più arduo sentiero. Ecco le ragioni: l’occulto è carico di fascino. Proietta in una realtà non verificabile dai nostri sensi. Difficile da condividere, è un’esperienza da risolvere individualmente. Mara non ne parla con alcuno e quando pensa di poter avere un alleato… il destino interviene. L’irrisolto farà parte del suo futuro. La vita continuerà su “binari consueti”. Molto accadrà nel bene e nel male. Alla fine? Leggetemi… non ve ne pentirete – Mara.

Quale messaggio spera che i lettori, soprattutto i giovani, traggano dalla lettura del libro?

In generale penso che per lettori più che adulti si tratti di una rivisitazione del loro passato (anni ‘60/70 in gioventù). Ma se si pensa ad un eventuale messaggio collettivo: penso al riflettere sul valore dello studio, che in genere influenza positivamente il procedere nella vita. Non spaventarsi di fronte alle difficoltà che spesso comportano e ancora spero si colga il valore della famiglia. Intendo nei principi veri. L’educazione al rispetto degli altri è fondamentale e gli esempi in famiglia sono più significativi di tante parole dette e ridette. E poi leggere e ancora leggere. E pure scrivere per sentirsi liberi dagli schemi imposti. Liberi nel pensiero e nelle azioni.

Grazie, Germana, per averci accompagnato alla scoperta di “Mara e il segreto della sala bilance”. Questa storia, sospesa tra realtà e mistero, offre molto più di una semplice lettura: è un’occasione per riflettere su quanto sia importante ascoltare sé stessi, anche nei momenti di difficoltà. Siamo certi che i lettori rimarranno affascinati dal viaggio di Mara e che molti si riconosceranno nelle sue sfide e scoperte.

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