Benvenuti a un nuovo appuntamento con le interviste del blog del Gruppo Albatros. Oggi abbiamo il piacere di conversare con Domenico Di Maro, autore del libro “CHIARA”, un racconto intrigante che esplora l’avventura tra una donna di rara bellezza e un chirurgo affermato. Attraverso l’intensa storia di Chiara, una donna di trentasei anni, madre e moglie, e del dottore sessantunenne che entra nella sua vita, l’autore ci accompagna in una riflessione profonda sulle dinamiche tra uomo e donna. In meno di un mese, la relazione tra i due protagonisti diventa un’occasione per riflettere sulle differenze, i preconcetti e le dipendenze tra i sessi, oltre che sui sentimenti umani e le loro origini. Domenico Di Maro, benvenuto e grazie per essere qui con noi.
Domenico, da cosa nasce l’ispirazione per una storia così intensa e complessa come quella tra Chiara e il chirurgo?
Diciamo subito che non è un semplice e banale racconto erotico fine a sé stesso. Il racconto rappresenta solo l’impalcatura intorno alla quale si dipanano una serie di analisi profonde sull’origine e sul vero significato dei principali sentimenti umani. L’ispirazione nasce dalle numerose esperienze raccolte in base ai racconti di altri Colleghi ospedalieri, con l’aggiunta ovviamente di qualche nota personale, non necessariamente solo di natura sessuale. Come narro nel testo, storie come quella raccontata, sono molto più frequenti di quanto non si pensi, ma ci tengo a ribadire che la vicenda narrata è solo un pretesto dell’autore per indagare sulle origini biologiche e antropologiche dei principali sentimenti umani e il loro “utilizzo” che ne hanno fatto, soprattutto i maschi, nei vari periodi storici e nelle varie culture. Chiara è un personaggio che raccoglie le caratteristiche di tutte le donne che l’Autore ha avuto modo di conoscere e ammirare nella vita, non solo dal punto di vista sentimentale. Nel personaggio di Chiara c’è anche qualcosa dell’Autore, come anche alcune doti che l’Autore stesso avrebbe voluto possedere e le ha “inserite” nella protagonista.
Chiara è una donna di grande bellezza e grazia, ma anche una madre e una moglie. Come ha sviluppato il suo personaggio e cosa desiderava emergesse da lei?
In “Chiara” emerge tutta l’ammirazione che l’Autore ha sempre nutrito per il genere femminile, e da come è raffigurata, la protagonista ne rappresenta molte doti per Lui fondamentali, ma per qualcuno anche negative, come un’apparente superficialità e le poche attenzioni riservate allo svolgimento della vita reale. Tuttavia, ci tengo a precisare che la voce narrante si discosta, riguardo certi argomenti, dal pensiero dell’Autore; diciamo che quantomeno è un personaggio per certi versi più ingenuo: il classico medico con poche esperienze sentimentali e che ha avuto la fortuna di essere accolto nell’intimità di una donna di eccezionale bellezza, spontaneità e spigliatezza.
Nel libro, la relazione tra i due protagonisti diventa un’occasione per esplorare le differenze di genere e i preconcetti che esistono tra uomini e donne. Quali crede siano le questioni principali in gioco?
Le questioni che si cerca di esaminare sono da ricercare nella costrizione a un ruolo subalterno che gli uomini hanno da sempre riservato alle donne in tutte le culture. Costrizione che è stata imposta, come è narrato nel testo, a cagione dell’unico vantaggio che hanno gli uomini su di esse, ma per quello fondamentale: la forza fisica. Vantaggio che ai giorni nostri, almeno nelle culture più evolute, sta per scomparire, ma il retaggio è ancora forte, e difficile da estirpare.
Il racconto va oltre la semplice storia d’amore e tocca temi profondi come la dipendenza emotiva e la meta-analisi dei sentimenti umani. Quali riflessioni desidera portare al lettore su questi aspetti?
La dipendenza emotiva, ma direi piuttosto sessuale, è ben argomentata nel testo, e non è dissimile dagli altri tipi di dipendenze presenti nell’uomo. Nel testo si discute, a questo proposito, anche degli effetti delle varie tipologie di droga e le eventuali dipendenze che possono insorgere a seconda del carattere di base degli individui. La dipendenza sessuale invece, parte da una ragione fondamentale esistente in natura: la necessità di replicazione. Ovviamente questo vale per ogni forma animale, addirittura è ben documentata anche nel regno vegetale.
Il libro offre anche uno sguardo alle radici biologiche e antropologiche delle emozioni. Come ha integrato questi elementi nella narrazione, e cosa pensa possano aggiungere alla comprensione della storia?
Le emozioni sono alla base di tutti i sentimenti, e nel testo si cerca di indagarne le origini più ancestrali; riguardo quelle derivanti dalla percezione della bellezza esteriore, si arriva a postularne le origini addirittura nella conformazione del DNA. Temi come l’infedeltà, la verginità delle donne, l’invidia, la gelosia, il razzismo, vengono esaminati dal punto di vista scientifico-biologico, e si conclude che nascano da false narrazioni rinforzate nei secoli, soprattutto da parte dei maschi, che hanno cercato di magnificarli solo per tornaconti personali; e la vicenda, nelle sue sfaccettature emozionali, offre, a seconda dei contesti narrativi, dei “pretesti” per analizzarli. Anche il fascino, una caratteristica squisitamente umana, viene esaminato per cercare di individuarne le origini più recondite dell’attrazione che esercita, distinguendolo dal più semplice richiamo per la bellezza pura.
Grazie, Domenico, per averci accompagnato in questo viaggio all’interno del mondo di “CHIARA”. La sua storia offre davvero uno spunto di riflessione unico sulle dinamiche relazionali, permettendo ai lettori di esplorare le sfumature più profonde delle emozioni e dei legami tra uomo e donna. Siamo certi che questa lettura lascerà un segno indelebile nel cuore di chi si avventurerà tra le sue pagine. Auguriamo a “CHIARA” un meritato successo e a lei, Domenico, il meglio per i suoi futuri progetti letterari.
