GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: FINALMENTE A CASA – Gianluca Ferioli

Oggi abbiamo il piacere di incontrare Gianluca Ferioli, autore del libro “Finalmente a casa”. In questa opera, Ferioli ci invita a immergerci nel mondo di Luca, un giovane di Bologna che, in un momento cruciale della sua vita, si trova a fronteggiare non solo la scoperta di sé ma anche le sfide imposte da un contesto familiare e sociale complesso. Attraverso la sua narrazione fluida e coinvolgente, l’autore ci conduce in un viaggio tra emozioni, segreti e scelte decisive, esplorando la bellezza della libertà dei sentimenti e l’importanza dei legami umani. Siamo entusiasti di scoprire di più su questa storia e sul suo significato profondo. Ecco alcune domande per Gianluca Ferioli.

Cosa ti ha ispirato a scrivere “Finalmente a casa” e quale messaggio speri di trasmettere ai lettori attraverso la storia di Luca?

Partiamo dal presupposto che mi è sempre piaciuto imprimere sulla carta i miei pensieri, le mie sensazioni, e i fatti importanti della mia vita. Un pezzo di carta e una penna, hanno contribuito a creare il mio “cassetto dei ricordi” molto più delle fotografie. In questo “cassetto”, conservo scritti riguardanti fatti e persone che ho avuto il piacere di conoscere nel corso della vita. Ho sempre preferito le persone con un “passato da raccontare”, qualunque fosse, ed è per questo motivo che ho da sempre frequentato persone più grandi di me. Mi è sempre piaciuto ascoltare le persone che avevano qualcosa da dire. Trovo oggi gli stessi pregiudizi che c’erano durante la mia gioventù, e da allora poco è cambiato. A differenza di allora, i giovani di oggi fanno fatica ad accettare le sfide della vita. Oggi, anche grazie ai social, trovo una violenza verbale e a volte fisica che quarant’anni fa non era neppure immaginabile. Se per alcune cose la società si è evoluta, per altre è rimasta immobile o nella peggiore, ha fatto passi indietro. I giovani che allora venivano additati come “diversi”, combattendo le proprie battaglie, oggi sono uomini e donne forti, altri purtroppo che si sono fatti sopraffare dagli eventi, hanno cercato rifugio in realtà illusorie che li ha fatti volare via ancora giovani. Buona parte della società di oggi, crede che il problema del “diverso” sia una discriminazione superata, ma non è così. Ragazzi e ragazze che ancora oggi si spostano lontano dalla propria casa natale per poter essere sé stessi, lontano dal paese d’origine dove nessuno può vederli e giudicarli. Nel 2024 tutto questo è veramente ridicolo, i problemi dovrebbero essere altri. È da questo che mi è nata l’ispirazione di scrivere questo romanzo, per far capire a chi si ritrova nella stessa situazione di Adamo detto Luca, il personaggio principale di Finalmente a casa, che nella vita c’è sempre una seconda opportunità. Con questo romanzo, vorrei far capire che anche di fronte a problemi apparentemente insormontabili, esiste sempre la possibilità di scegliere. A volte, la via apparentemente più complicata e difficile, quando la si affronta si rivela più semplice di quello che ci si era immaginati e spesso riserva grandi soddisfazioni.

In che modo le esperienze personali hanno influenzato la creazione dei personaggi e delle situazioni narrate nel libro?

In qualunque libro, di qualunque genere, gli autori creano i personaggi attribuendogli tratti somatici, caratteristiche fisiche e comportamentali, attingendo dalle persone conosciute durante la loro vita. Anch’io non mi sono sottratto a questa regola. Il tratto caratteriale di un personaggio, il modo di parlare di un’altra, affondano le radici in persone che ho conosciuto. Anche i personaggi del mio libro non sfuggono a questa regola. Spunti li ho presi dalle persone che ho avuto il piacere di conoscere durante la mia vita, “prestando” al personaggio principale del romanzo l’abbreviativo del mio nome, il mio anno di nascita, e in alcuni passaggi anche il mio modo di esprimermi. Ho voluto dare al personaggio principale di Finalmente a casa tutta la libertà che si respirava in una città come Bologna negli anni Ottanta. Nel libro, l’unico personaggio fedele nel carattere com’era nella realtà, è nonna Lulù. La nonna, aveva un carattere forte, anzi fortissimo, anche se non si sarebbe mai comportata con un nipote come si è comportata nel libro. Non essendo mai stato negli Stati Uniti, tutte le ambientazioni svolte oltre oceano, sono frutto di minuziose ricerche. La discoteca esiste solo nella mia mente, come è frutto della mia fantasia l’idea di farsi scrivere i numeri di telefono sugli anfibi.  Finalmente a casa, il mio romanzo d’esordio, anche se scritto in prima persona, è un romanzo di fantasia che affonda le proprie radici e trae spunto dalla vita, da tantissime ricerche, e dal vissuto di un uomo di cinquantotto anni.

Luca si trova di fronte a due scelte di vita opposte: quali elementi hai considerato per rappresentare le sue emozioni e i suoi conflitti interiori?

È stata una parte molto difficile della narrazione. Ho cercato di mantenere il romanzo su un livello non banale, cercando di calarmi nei panni del mio personaggio per capire come avrei dovuto farlo ragionare. Per dovere di narrazione, era chiaro che quella sarebbe stata l’unica scelta possibile, in caso contrario non sarebbe esistito il romanzo. Ho fatto reagire Adamo, detto Luca, nel modo che più lo rispecchiava stando attento a non scadere nello “scontato” o nel “trash”. È capitato a tutti di dover prendere decisioni difficili nella vita, probabilmente non come quella di Luca, che ne determinerà e deciderà il futuro. Infatti, nel romanzo, la vera difficoltà è stata pensare a tutte le sfumature e le implicazioni che ne sarebbero derivate da quella scelta, e a non tralasciare particolari importanti durante il fluire della storia.

Qual è stata la sfida più grande nel raccontare la storia di un adolescente che affronta la scoperta della propria identità in un contesto complesso?

Questo è un merito che mi prendo. La chiave sta nelle capacità dell’autore, del romanziere, in grado di calarsi nelle parti dei personaggi del libro, come un attore in un film. Ho utilizzato un linguaggio volutamente molto “fotografico”, a iniziare dalle ambientazioni delle scene. La bravura di un attore (mestiere che mi sarebbe piaciuto fare, alla pari dello sceneggiatore) sta nel rendere credibile qualunque personaggio debba interpretare, per un autore è la stessa cosa, rendere reali, credibili e dare vita con le sole parole a personaggi e situazioni di pura invenzione che si possano “vedere”. Desideravo che i personaggi di Finalmente a casa non cessassero di esistere nella mente del lettore dopo aver letto l’ultima pagina del romanzo, e dalle recensioni che mi stanno inviando, direi di esserci riuscito.

Come pensi che il tema dell’amore e della libertà dei sentimenti possa risuonare con i lettori di oggi?

Purtroppo, lo slogan “Amore Libero” urlato negli anni Settanta è rimasto solo uno slogan, ad oggi, non si sono fatti molti passi avanti da quegli anni. Con l’avvento dei social, si vedono giovinetti “fluidi” che si truccano come “campionari” di make-up, e si attaccano unghie finte nella solitudine della loro cameretta, ma una volta usciti in strada, sono “omologati” come tutti i loro coetanei. Nella società di oggi, nessuno azzarda più. Della mia gioventù, hanno fatto parte personaggi trasgressivi come Elton John, Renato Zero, David Bowie, Boy George, persone non necessariamente gay, ma con una personalità forte. Dopo più di quarant’anni, riesce ancora a fare scandalo un cantante uomo che indossa una gonna, o che a San Remo bacia sulla bocca un uomo eterosessuale sposato e con due figli, non dimostra che si siano fatti molti passi avanti in questi anni! Ci ho pensato bene prima di scrivere Finalmente a casa, e dopo una prima stesura con scene dirette, crude, e a volte anche volgari, ne ho fatta una seconda molto “ammorbidita”.  La maggior parte delle persone sembra anestetizzata, non si scandalizza di fronte alla guerra, di fronte ai genocidi, di fronte alla povertà sempre più evidente anche nel nostro Paese, bensì ci si scandalizza ancora per due persone dello stesso sesso che si tengono per mano… Se qualcuno fosse interessato alla prima stesura, ne conservo ancora una copia!

Grazie a Gianluca Ferioli per aver condiviso con noi il suo mondo e per averci dato l’opportunità di esplorare i temi universali dell’amore, della crescita e della libertà attraverso la storia di Luca. “Finalmente a casa” non è solo un racconto di crescita personale, ma anche un invito a riflettere sui legami che ci uniscono e su come affrontiamo le sfide della vita. Non vediamo l’ora di leggere le vostre impressioni su questa toccante narrazione!

9 commenti

  1. Gianluca Ferioli

    Caro Luca,

    la prima cosa che suggerisco ai lettori che ti conoscono è di non pensare a te mentre leggono questo libro!

    È vero che il personaggio, come te, trasmette allegria, libertà e gioia di vivere, ma sullo sfondo va apprezzata quella latente denuncia a pregiudizi, pensiero politically correct e ipocrisia che ci circonda. E che nell’insieme rendono questo romanzo quasi un saggio di sociologia applicata…!

    Ho avuto la fortuna di poterlo leggere mentre attraversavo gli USA, e percepire un così forte senso di realtà ed attualità mi ha veramente stupito! Descrivi New York e la Bolognina con lo stesso senso di realismo e naturalezza, se non sapessi che non ci sei stato di persona (a New York…) francamente non avrei dubbio che tutti i luoghi descritti li hai visti, frequentati e vissuti! Forse è proprio questo che mi colpisce: ogni momento, ogni luogo e ogni personaggio li si percepiscono come “se li si fosse già conosciuti”.

    Vassily, la Patty, la nonna e tutti gli altri diventano vivi ed assomigliano a tante persone che ognuno di noi conosce e con cui ha avuto modo di trascorrere un tempo, anche brevissimo della propria vita. Ma detto tutto ciò, siccome ti conosco e conosco la tua storia, in fondo non mi meraviglio… Sei e sarai sempre più imprevedibile di ogni personaggio di cui racconterai! Grazie Luca!

    Ricevuto da Andrea B. via WhatsApp

    "Mi piace"

  2. Gianluca Ferioli

    Luca,

    sono bastate poche frasi, alcune parole, magistrali descrizioni, sagaci e divertenti definizioni per scivolare dentro una storia che mi ha rapita per ore. Difficile posare il libro e lasciare quelle pagine intense, complesse, coinvolgenti ed emotivamente forti. Un viaggio, una favola, una fotografia, un piatto, un quadro, un mondo di sapori e di umori. Personaggi che non finiscono “la loro vita” chiudendo l’ultima pagina del tuo libro. Onorata, felice e grata per aver condiviso questa parte di te e per questo regalo. Continua a scrivere!

    Ho terminato la lettura pochi minuti fa e il messaggio te l’ho scritto di getto, dal cuore

    Ricevuto il 17/07/24 da Licia via WhatsApp

    "Mi piace"

  3. Gianluca Ferioli

    Ho appena terminato di leggere “Finalmente a casa” il libro d’esordio di Gianluca Ferioli e già non vedo l’ora di leggere il prossimo. Ho iniziato a leggerlo perché scritto da un amico, ma fin dalla prime pagine la storia mi ha coinvolto e mi ha trascinato dentro. Le scene e i personaggi sono descritti con una tale chiarezza, che diventano sempre più vivi e reali nella tua mente, quasi tu stessi guardando un film e non leggendo un libro. La fluidità di scrittura non ti fa staccare dalle pagine, continui a leggere e, a mano a mano ti affezioni alle storie dei personaggi che ti sembra di conoscere da sempre. Il protagonista in particolare, all’inizio ti travolge con la sua freschezza e senso di libertà tipiche dell’adolescenza, ma ben presto queste si trasformano in forza, tanto da portarlo a scelte radicali per la sua vita, ed infine ti pervade con la sua sensibilità, grazie alla quale la parte sentimentale ha sempre il sopravvento su quella erotica.

    Ricevuto da Debora via WhatsApp

    "Mi piace"

  4. Gianluca Ferioli

    L’ho finito e ora sono orfana, devi scrivere un altro libro. Avevi ragione, la copertina lo rappresenta molto bene. La vista dei grattacieli ti sembra di vederla davvero. Finale all’altezza della storia, mi sono emozionata, è stato un bel viaggio in un mondo a me sconosciuto, un personaggio che risulta vero, ho empatizzato con le sue paure e goduto i riscatti. C’è tutto e tutto fila.

    Ricevuta il 4/07/24 via whatsapp da Denise

    "Mi piace"

  5. Gianluca Ferioli

    Complimenti!!!!

    Mi ha ricordato Tricks di Renaud Camus è uno scrittore che amo molto, Edmond White di cui ho letto credo quasi tutta la sua produzione. Grazie.

    Ricevuta il 11/07/24 via whatsapp da Giuseppe B.

    "Mi piace"

  6. Gianluca Ferioli

    Finito di leggere il tuo libro ieri. Immagino che aspetti un commento…

    Prima di tutto ho imparato un sacco di cose, secondo è una bella favola! Al protagonista, già bello di suo e con un bel carattere, piace tutto: la scuola, il cibo (mai che trovi un ristorante mediocre) i conoscenti, gli amici, le amiche, gli amanti e… il cubo! Davvero bello e divertente, una favola per tutti.

    Grazie e aspetto una dedica o magari una firma!

    Ti abbraccio

    Ricevuta il 12/07/24 via whatsapp dalla moglie di Giuseppe, Elena.

    "Mi piace"

  7. Gianluca Ferioli

    È bellissimo…scritto bene, dinamico e pieno di particolari tanto che ti porta ad andare sempre avanti… e ti mette nella scena…totalmente

    Ricevuta il 11/07/24 via whatsapp da Luana.

    "Mi piace"

  8. Gianluca Ferioli

    Ciao, ho finito ora di leggere il tuo libro e devo confessarti che mi sono emozionata, ho capito cose che potevo immaginare ma che ora so di te. Il libro che l’ho letto troppo in fretta, e sicuramente lo rileggerò per gustarmi tutte le sfumature e le emozioni che escono dalle pagine mentre leggi e vivi insieme ai personaggi le stesse emozioni, lo stesso amore e le paure come in una vita vera. Ma è davvero una vita vera. Bravo TVB.

    Ricevuta il 12/07/24 via whatsapp da Antonella.

    "Mi piace"

  9. Gianluca Ferioli

    Caro Luca,

    la prima cosa che suggerisco ai lettori che ti conoscono è di non pensare a te mentre leggono questo libro!

    È vero che il personaggio, come te, trasmette allegria, libertà e gioia di vivere, ma sullo sfondo va apprezzata quella latente denuncia a pregiudizi, pensiero politically correct e ipocrisia che ci circonda. E che nell’insieme rendono questo romanzo quasi un saggio di sociologia applicata…!

    Ho avuto la fortuna di poterlo leggere mentre attraversavo gli USA, e percepire un così forte senso di realtà ed attualità mi ha veramente stupito! Descrivi New York e la Bolognina con lo stesso senso di realismo e naturalezza, se non sapessi che non ci sei stato di persona (a New York…) francamente non avrei dubbio che tutti i luoghi descritti li hai visti, frequentati e vissuti! Forse è proprio questo che mi colpisce: ogni momento, ogni luogo e ogni personaggio li si percepiscono come “se li si fosse già conosciuti”.

    Vassily, la Patty, la nonna e tutti gli altri diventano vivi ed assomigliano a tante persone che ognuno di noi conosce e con cui ha avuto modo di trascorrere un tempo, anche brevissimo della propria vita. Ma detto tutto ciò, siccome ti conosco e conosco la tua storia, in fondo non mi meraviglio… Sei e sarai sempre più imprevedibile di ogni personaggio di cui racconterai! Grazie Luca!

    Ricevuto da Andrea B. via WhatsApp

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a Gianluca Ferioli Cancella risposta