Benvenuti al blog del Gruppo Albatros. Oggi abbiamo il piacere di intervistare Agata Bloom, autrice del libro “Non chiedetemi di amare mia madre”. Quest’opera prima si distingue per la sua intensità e schiettezza, portando il lettore attraverso il tormentato percorso emotivo di Agata. Attraversando il dolore del rifiuto materno, dell’abbandono, dell’umiliazione e della mancanza di amore, l’autrice ci mostra come sia possibile rinascere e riscoprirsi come una donna forte e consapevole. Con la sua scrittura appassionata e sincera, Agata ci invita a riflettere sulla complessità dei rapporti familiari e sul percorso di autodeterminazione personale. È con grande piacere che oggi approfondiamo con lei il viaggio che l’ha portata a scrivere questo libro.
Agata, nel tuo libro racconti di esperienze molto personali e dolorose. Cosa ti ha spinto a condividere questa parte così intima della tua vita con i lettori?
La cosa che più mi ha spinto a raccontare questa storia credo sia stata la rabbia nei confronti dei miei genitori in quanto a causa loro mi ritrovo ad essere una donna adulta senza mai aver vissuto una relazione sana ed ora che sarei pronta perché ho lavorato tanto su me stessa, non riesco a trovare un compagno con il quale condividere la mia vita. Sia chiaro: non voglio un uomo che mi renda felice perché la nostra felicità non va delegata e niente e nessuno, io sono già completa così come sono ma è ovvio che in due è tutto più bello! Purtroppo, quando si fanno certi percorsi di crescita personale e spirituale diventa davvero difficile rapportarsi con chiunque quindi spesso ci si isola e ci si ritrova ad essere soli. Per carità io sto benissimo con me stessa, amo stare con me, però non nego il fatto che mi piacerebbe vivere un amore profondo sincero e leale con un uomo che di innamori follemente di me. Vorrei avere tutto quello che non ho mai avuto a causa del pessimo esempio che ho avuto da parte di chi avrebbe dovuto invece insegnarmi l’amore sano. Ecco io direi che questo è il motivo principale per il quale ho scritto questo libro. Esorcizzare il tutto scrivendo nero su bianco è stato per me la chiusura di un ciclo che ha portato alla mia rinascita.

Il titolo “Non chiedetemi di amare mia madre” è molto forte e diretto. Come sei arrivata a questa scelta e cosa rappresenta per te?
La scelta del titolo del libro è arrivata come un flash! Sentivo sempre dirmi questa frase: è sempre tua madre! La devi amare perché nessuno ti ama quanto lei… Ogni volta che sentivo dire queste parole provavo un senso di fastidio, di ribrezzo, repulsione, rifiuto. insomma, qualcosa di distonico che mi dava irrequietezza e dentro di me pensavo: non potete chiedermi di amare qualcuno che io non stimo! Non si può chiedere ad un figlio di amare un genitore se questo gli ha provocato tanta sofferenza. Ci sono degli errori che non si possono nemmeno perdonare. Solo che la gente parla per dare aria alla bocca. La gente parla senza sapere le cose, le persone credono di conoscere la verità ma la verità la sa solo un figlio che vive determinare esperienze. Le persone sanno solo ciò che vedono che nella maggior parte dei casi non corrisponde alla realtà dei fatti. Quindi ecco da dove nasce la svelta del titolo di questo libro. Credo che non avrei potuto descrivere meglio tutto il dolore che ho vissuto. E parlo anche a nome di tutti quei figli che hanno vissuto e stanno vivendo situazioni peggiori della mia. Che Dio li aiuti se solo potessi fare qualcosa per loro…
Hai descritto una serie di scelte e circostanze che hanno influenzato il tuo percorso di vita. In che modo credi che queste esperienze abbiano plasmato la tua identità e il tuo modo di scrivere?
Io sono la somma di tutte le esperienze che ho fatto nella mia vita. La mia storia mi ha portato ad essere una donna forte e coraggiosa e soprattutto libera! La libertà mi porta ovunque anche a dire ciò che penso in modo schietto e diretto. Questo libro lo dimostra. Chi lo ha letto sostiene che nei miei racconti prevale la mia schiettezza e il mio modo di essere diretta nel dire le cose senza mezzi termini e senza vergogna. Ed è vero! Ho cercato di usare termini comuni in alcuni casi molto forti proprio per far capire bene ciò che volevo dire senza girarci troppo intorno. Spesso cerchiamo di essere diplomatici per dare un certa immagine di noi stessi oppure per non ferire o non offendere nessuno, ma ci sono casi in cui determinate cose vanno dette come vanno dette senza usare giri di parole e poi è un libro dedicato prevalentemente ai ragazzi che amano quel tipo di comunicazione diretta.
La tua passione per la scrittura emerge chiaramente dal tuo libro. Come ti ha aiutato la scrittura a elaborare i tuoi sentimenti e a trovare un senso di pace interiore?
Una delle prime che ti dicono quando si inizia un percorso di psicoterapia è proprio di scrivere per scaricare tutta tensione che si ha dentro. Scrivere è un ottimo esercizio per elaborare tutta una serie di emozioni negative che portano all’infelicità. Con la scrittura si può fare e andare ovunque per quanto mi riguarda è una forma di libertà perché, quando scrivi con la mente e il pensiero vai ovunque senza confini né limiti che spesso ti costringono a stare dove non vuoi. Con la scrittura puoi essere te stesso, oppure puoi immaginare di essere qualcun altro, puoi raccontare dei viaggi che hai fatto o non hai fatto, puoi raccontare il tuo dolore o il dolore di qualcun altro, insomma la scrittura ti fa sentire libero di dire quello che vuoi senza freni o condizionamenti. Ecco perché gli psicoterapeuti fanno fare questo tipo di esercizio. Dicono di scrivere delle lettere alle persone più significative per noi soprattutto quelle che ci hanno fatto soffrire per scaricare tutta la rabbia che ci tiene ancorati a loro. Non ci credevo ma funziona davvero! Certo fa molto male ma è attraverso il dolore che si torna a nuova vita. Il dolore va affrontato e superato e mai evitato o non considerato perché fino a quando non si lavora sulle nostre ferite non ci evolveremo mai. Quando io ho sentito la necessità di essere una nuova persona ho deciso di affrontare il mio malessere e così sono andata in psicoterapia e poi di conseguenza ho incontrato dei grandi maestri di vita che mi hanno insegnato ad avere una corretta visione della realtà. Io auguro a tutti di incontrare maestri come quelli che ho incontrato io perché a me hanno rivoluzionato totalmente il mio modo di pensare.
Quali sono i tuoi progetti futuri come autrice? Hai già in mente nuovi temi o storie che vorresti esplorare?
Ho iniziato a scrivere un altro libro che parla di figli. La società di oggi (osservando ciò che c’è in giro), ci fa capire che abbiamo un serio problema: i ragazzi sono soli, indifesi, disfunzionali, pieni di rabbia, incompresi e non educati all’amore. Ho due figli adolescenti che spesso portano a casa amici con i quali io spesso mi ci confronto e vi assicuro che emergono storie alquanto imbarazzanti e lì, mi rendo conto di quanto questi figli siano vittime di genitori emotivamente assenti. Da qui è nato anche il progetto che ho già presentato in alcuni istituti scolastici dove appunto propongo una serie di incontri con i ragazzi dove si parlerà di crescita personale. È un progetto a cui tengo moltissimo anche perché cambiare il modo di pensare dei ragazzi significa cambiare la società. Non sarebbe bello fare a scuola delle lezioni dove si parlerà di consapevolezza, accettazione, empatia, accoglienza e soprattutto rispetto e amore per sé stessi e per gli altri? E vi assicuro che nessuno di questi argomenti viene trattato né a scuola e tantomeno in famiglia. Quindi io mi auguro che qualche preside accolga la mia richiesta in modo tale da poter portare questo progetto in tutte le scuole d’Italia. In questo mio futuro libro quindi dichiaro che il problema dei ragazzi sono gli adulti!
Grazie, Agata, per aver condiviso con noi non solo la tua storia, ma anche la tua visione del mondo e la tua passione per la scrittura. La tua testimonianza è un potente esempio di come dalle esperienze più difficili possa nascere una grande forza interiore. Invitiamo i nostri lettori a scoprire “Non chiedetemi di amare mia madre”, un libro che promette di emozionare e far riflettere profondamente. Auguriamo ad Agata Bloom il meglio per i suoi progetti futuri e non vediamo l’ora di leggere le sue prossime opere. Grazie a tutti per averci seguito e alla prossima intervista sul blog del Gruppo Albatros.
