GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Clam Clam – Rosanna Antelmi

Benvenuti sul blog del Gruppo Albatros. Oggi abbiamo il piacere di ospitare Rosanna Antelmi, autrice del libro “Clam Clam”. In questa toccante autobiografia, Rosanna ci racconta come l’amore sia il sentimento fondamentale che dà forma e significato alle nostre vite. La sua comprensione della forza totalizzante dell’amore è avvenuta in un momento molto speciale: la nascita delle sue nipotine, Lavinia e Camilla. Questo evento le ha permesso di riscoprire una nuova vita, nonostante la presenza di una sfida devastante, la SLA (sclerosi laterale amiotrofica). Affrontare una malattia così impegnativa porta inevitabilmente a rivedere i fondamenti della propria quotidianità e a trovare la forza di dare un senso profondo ai propri giorni. Scopriamo insieme come Rosanna è riuscita a trasformare questa difficile esperienza in un’opportunità di rinascita e amore.

Rosanna, nel tuo libro parli della nascita delle tue nipotine come di un momento di riscoperta dell’amore. Puoi raccontarci cosa hai provato in quegli istanti e come hanno influenzato la tua vita?

Premessa. Amo il mondo, la Vita nel mondo in tutte le sue espressioni. Mi hanno sempre commosso anche semplici avvenimenti della quotidianità, ma quando sono nate Lavinia e Camilla ho sentito aprirsi una voragine calda dentro di me. Se questa è felicità, non so trovare le parole. Mi sentivo leggera, scollata dalla realtà, gli occhi incatenati al loro viso, estraniata dalla mia Vita, in uno stato di benessere indescrivibile, chiamiamolo amore. L’amore va insegnato per poter essere praticato. Ora è nato Ludovico. Ha solo pochi mesi, ha scatenato in me le stesse irrefrenabili emozioni, ma con una punta di sofferenza perché posso solo guardarlo. A causa dei miei limiti non posso abbracciarlo, cullarlo, cantargli la ninna nanna, ma mi dà gioia ugualmente. Mi sento, a tratti, come l’albatros di Baudelaire.

La SLA è una malattia che impone numerose limitazioni. Come hai trovato la forza di affrontarla e quali sono stati i momenti più difficili nel tuo percorso?

Per affrontare i momenti difficili entrano in gioco alcuni fattori, l’età, il carattere, la formazione, la gravità della malattia, l’assistenza medica, soprattutto la presenza, l’affetto e la dedizione dei familiari. Dico sempre che sono stata fortunata perché è grazie ai miei figli che mi sono fatta coraggio. Il momento più destabilizzante di sicuro è stato quello della diagnosi. Ognuno di noi ha reagito in modo differente e complementare all’altro. Mi sono scoperta “antifragile” quando, a ridosso della pensione, ho conosciuto improvvisamente – clam – il mio ospite indesiderato. Ho cercato di resistere agli urti e agli imprevisti della vita, provando allo stesso tempo e per quanto è possibile, a migliorare e a rafforzare me stessa e le mie relazioni con tanta determinazione e con l’immancabile aiuto dei miei cari. “Certi momenti traggono vantaggio dagli scossoni; prosperano e crescono quando sono esposti alla volatilità, al caso, al disordine e ai fattori di stress, e amano l’avventura, il rischio e l’incertezza”.

“Clam Clam” è un titolo molto particolare. Puoi spiegare ai nostri lettori il significato dietro questo nome e come rappresenta la tua esperienza?

L’espressione “Clam Clam” è nata di getto quando non pensavamo alla pubblicazione, ma l’avverbio rispondeva perfettamente all’idea/ che mi ero fatta dell’insorgere della malattia che, zitta zitta, quatta quatta, si era insinuata in me. L’avverbio latino Clam (da) mi è sempre piaciuto per il suo suono, perché non mi sembra appartenere all’antica lingua, perché mi fa venire in mente l’anafora napoletana “aumm aumm” e perché l’amica SLA si è intrufolata di nascosto nel mio corpo e ho dovuto accettarla. E poi mi fa pensare a quelli che definiamo impropriamente “clandestini” e invece sono solo dei migranti che vogliono diventare immigrati possibilmente nell’Europa centro-settentrionale.

Nel libro, l’amore per le tue nipotine emerge come una fonte inesauribile di energia. In che modo Lavinia e Camilla ti hanno aiutato a superare le sfide quotidiane?

“L’unica vera base su cui realizzare i propri sogni…” (Kafka) è l’amore, quel sentimento che provo costantemente in maniera inesauribile ogni giorno, di cui mi nutro pensando a Lavinia, a Camilla e a Ludovico. Sono loro che mi danno la forza per aspettare il domani: Lavinia con la sua effervescenza, il suo entusiasmo per tutto quello che fa, Camilla con la sua dolcezza e la sua capacità di leggere nell’animo, Ludovico con i suoi progressi quotidiani, con i suoi primi sorrisi che mi inteneriscono fino alle lacrime. Grazie a loro avviene la magia e l’osmosi tra di noi.

Che messaggio vorresti trasmettere ai lettori che stanno vivendo situazioni simili alla tua? Quali consigli ti senti di dare a chi si trova a fronteggiare una malattia debilitante?

I consigli sono spesso indigesti, a volte non vengono ascoltati. Provo in ogni caso a condividere i tre messaggi sottesi nel mio libro, rivolti in particolar modo a chi come me vive una condizione di sofferenza, ma estendibili a tutti:

  • Il primo è un invito forte e accorato a essere protagonisti del proprio tempo e della propria esistenza, senza lasciarsi trascinare dagli eventi, ma trovando, anche nella più dolorosa delle esperienze, la capacità di testimoniare che, al di sopra di ogni cosa, si erge il vessillo dell’amore;
  • Il secondo è l’esaltazione della Vita in ogni sua manifestazione e l’importanza di avere la consapevolezza di vivere ogni tappa come una fase diversa della vita, senza rammarico e rimpianti per il passato, anzi con spirito di curiosità, perché, come sostiene il mio caro Seneca, la vita è breve e quando meno te ne accorgi è troppo tardi e ti rammarichi di non averla saputa godere appieno con l’impegno e la dedizione dovuta. All’improvviso di nascosto, clam, ti sorprende con qualche imprevisto – come le malattie – e ti fa riflettere sul tempo sprecato.

E poi, per quanto difficile, c’è un’esortazione all’accettazione della malattia, senza subirla, ma provando con tanta determinazione ad accogliere le nuove diverse condizioni di vita che ho sperimentato nel tempo, provando a vivere ogni tappa come una scoperta.

Ringraziamo Rosanna Antelmi per aver condiviso con noi la sua intensa e commovente storia. “Clam Clam” è un libro che ci ricorda quanto l’amore possa essere una forza dirompente anche nei momenti più bui. Speriamo che le parole di Rosanna possano offrire conforto e ispirazione a tutti coloro che si trovano ad affrontare difficoltà simili. Non dimenticate di seguire il nostro blog per altre interviste e storie straordinarie. Grazie per essere stati con noi e alla prossima!

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