Benvenuti al blog del Gruppo Albatros, dove oggi abbiamo il piacere di ospitare Marco Solinas, autore del thriller mozzafiato “Bloody Birdie. Il Gioco del Diavolo”. Questo romanzo ci porta nelle viscere della città eterna, sconvolta da una serie di efferati delitti firmati dal misterioso assassino noto come “il Fabbro”. Tra le indagini intricate e personaggi dalle mille sfaccettature, Solinas ci regala una storia avvincente e piena di colpi di scena. Scopriamo insieme i segreti di questa avvincente narrazione attraverso le parole del suo creatore.
Marco, cosa ti ha ispirato a scrivere “Bloody Birdie. Il Gioco del Diavolo”?
Volevo scrivere una storia che non era mai stata scritta prima. Infatti “Bloody Birdie” è un thriller unico perché ambientato nel mondo del golf professionistico. Il golf è uno sport molto particolare. I golfisti sono degli sportivi ossessionati dalla ricerca dello swing perfetto e del volo di palla migliore. Dal primo giorno in cui si inizia a giocare a golf si trascorrono migliaia di ore in campo pratica cercando di migliorare il proprio livello di gioco perché questo sport, prima di essere una sfida con i compagni di circolo, è una battaglia con se stessi e con le proprie imperfezioni. Proprio per questo in tutto il mondo vengono venduti milioni di libri che trattano l’argomento di come riuscire a gestire le insicurezze dei giocatori in modo che queste non possano compromettere il risultato di una gara. Partendo da questo, ho voluto scrivere una storia in cui un buon giocatore di prima categoria è disposto a fare un vero e proprio patto col diavolo pur di riuscire a diventare uno dei primi golfisti del ranking mondiale.
Il personaggio del Commissario Michael Merisi è molto complesso e affascinante. Puoi raccontarci qualcosa di più sul suo sviluppo?
Michael Merisi rappresenta il lettore che si approccia al mio libro senza conoscere nulla del golf. Ho usato il suo personaggio per fargli fare tutte le domande che farebbe chi non è mai entrato in un campo da golf o ha solamente visto qualche volta le immagini di Tiger Woods in televisione e non conosce nulla di questo sport. Michael è allo stesso tempo il migliore amico di Lorenzo Borromini, il golfista protagonista del libro, ed il suo alter ego. I due sono uniti da un profondo legame di amicizia che li lega sin da quando erano bambini e nonostante le loro strade si siano separate si riuniscono all’inizio del libro, quando Michael ritrova Lorenzo ormai divenuto un uomo conosciuto a livello internazionale grazie ai suoi successi golfistici. Il Commissario Merisi incarna un uomo capace di vivere con soddisfazione del proprio lavoro di poliziotto, un uomo capace di vivere con leggerezza ogni aspetto della vita e questa sua semplicità si scontra con la mente di Lorenzo sempre troppo ossessionata dalla compulsiva ricerca della perfezione.
La dinamica tra Antonia Rossi e Michael Merisi è cruciale per l’indagine. Come hai lavorato sulla loro relazione professionale e personale nel libro?
Antonia Rossi è il Magistrato incaricato delle indagini dopo 3 anni di insuccessi degli investigatori che nonostante 15 delitti non sono riusciti a catturare il serial killer che terrorizza Roma. Michael capisce sin dal primo momento che Antonia è l’unica che con la sua determinazione tipicamente femminile può essere in grado di capire il profilo dell’assassino. Quindi nel libro si viene a creare uno scontro tra due coppie: Michael ed Antonia, gli investigatori e Lorenzo e Cassandra, i due assassini. Proprio le due donne rappresentano i personaggi più forti e determinati del libro, disposte a tutto pur di riuscire a conseguire i loro obiettivi.
Lorenzo Borromini e Cassandra Ferrari sono due personaggi molto particolari. Da dove nasce l’idea di due golfisti come protagonisti così controversi?
Cassandra Ferrari è il caddy di Lorenzo Borromini. I non golfisti non conoscono l’importanza del caddy, la persona che affianca il giocatore in campo portandogli la sacca. Il caddy ricopre molte figure professionali durante un giro di 18 buche perché può essere contemporaneamente l’allenatore, il tattico, lo psicologo, l’amico, il sergente di ferro, il confessore ed il motivatore di un giocatore. Molti forti golfisti non sono riusciti ad esprimere a pieno il loro talento fino a quando non hanno trovato il caddy giusto per le loro caratteristiche e così accade anche nel mio libro in cui Lorenzo Borromini non riuscirà ad esprimere tutto il proprio talento fino al giorno in cui incontra Cassandra Ferrari che inizia a portargli la sacca in giro per il mondo e lo accompagna in ogni suo successo internazionale. Sarà proprio lei a proporgli di stringere un patto con il male entrando nella parte oscura pur di riuscire a conseguire il suo sogno di diventare un campione di golf. Lo so che questo potrebbe sembrare un’iperbole per chi non ha mai giocato a golf, ma ti posso garantire che se domani ci trovassimo insieme nella club house di un qualsiasi circolo in Italia o nel mondo e ponessimo questa domanda provocatoria ai soci: “siete disposti a siglare un patto col diavolo con la garanzia che diventerete uno dei primi 10 golfisti professionisti, potrete girare il mondo guadagnando milioni di euro e ogni settimana alzerete prestigiosi trofei di fronte a decine di telecamere ?” Ti garantisco che saresti sorpresa dalla quantità di risposte affermative che riceveresti…
Il tuo libro esplora anche temi sociali molto attuali. Quanto è importante per te che un thriller vada oltre l’intrattenimento per affrontare questioni più profonde?
Sì, nel mio thriller ho voluto porre sin dall’inizio una domanda politicamente scorretta: fino a dove si può spingere il naturale desiderio di vendetta di un essere umano? Il mio non è un giallo dove sino all’ultimo capitolo non si conoscerà il nome dell’assassino. Il mio è un thriller in cui il lettore viene posto subito davanti al dilemma se condannare la coppia di serial killer o comprendere le ragioni che li hanno spinti a scatenare tutta la loro rabbia sugli esseri peggiori della nostra società. Lorenzo e Cassandra sono spinti da un’insaziabile sete di vendetta. Il bisogno di vendetta per loro rappresenta una sorta di doping mentale e viene analizzato in tutte le sue sfaccettature per far riflettere il lettore su quanto sia un sentimento primario capace di donare delle energie nascoste ed insospettabili anche all’uomo più mite del mondo. Anche se la società moderna ci ha insegnato che non è possibile farsi giustizia da soli possiamo biasimare un padre che accoglie con soddisfazione la notizia che uno sconosciuto ha ucciso per vendetta l’uomo che ha abusato di sua figlia? Nel mio libro voglio far riflettere proprio su quanto sia crescente il sentimento della vendetta nella società occidentale, in un mondo ricco ed opulento che non conosce una vera guerra da quasi 80 anni. Sembra quasi che l’uomo non possa fare a meno della violenza.
Grazie mille, Marco, per aver condiviso con noi il dietro le quinte del tuo incredibile romanzo. “Bloody Birdie. Il Gioco del Diavolo” è un viaggio avvincente e oscuro nella mente di un assassino e nelle strade di una Roma piena di segreti. Invitiamo tutti i nostri lettori a immergersi in questa lettura imperdibile. Non vediamo l’ora di scoprire cos’altro ci riserverai nel futuro. Buona fortuna e alla prossima avventura letteraria!
