GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Il sole del tramonto – Barbara Balesini

Il termine inglese “gambler” probabilmente dirà ben poco alla maggior parte delle persone, ma è sufficiente la sua traduzione in italiano, “giocatore d’azzardo”, per rendersi conto della grave patologia che affligge chi si trova a dover fare i conti con questa difficile dipendenza. Quello che forse viene meno considerato è invece l’impatto devastante che la ludopatia provoca non solo in colui che ne è colpito, ma anche nei familiari e, in generale, nelle persone più vicine: madri, mogli, figli, che finiscono inevitabilmente per diventare vittime degli effetti di un’esperienza tanto sconvolgente. Blanca, Marta e le altre protagoniste de “Il sole del tramonto” sperimentano sulla propria pelle la mancanza di libertà e la disperazione derivanti dagli eccessi di un padre che calpesta ogni giorno la propria e l’altrui dignità, in una quotidianità resa ancor più complicata dall’avanzare del morbo di Parkinson. Oggi, per il blog del Gruppo Albatros, abbiamo il piacere di intervistare l’autrice di questo toccante romanzo, Barbara Balesini. Scopriamo insieme cosa l’ha ispirata a scrivere questo libro e quali messaggi vuole trasmettere ai suoi lettori.

Cosa l’ha spinta a scrivere “Il sole del tramonto” e a trattare il tema della ludopatia?

L’opera è stata scritta 30 anni fa ed è il frutto di un’esperienza dolorosa vissuta in prima persona, “Il sole del tramonto” nasce con appunti scritti e sparsi qua e là, intrisi di riflessioni, suggestioni e pensieri liberi che poi pian piano hanno preso forma nel giro di 5 anni, trovando in seguito la loro collocazione prima tra i tasti di una macchina da scrivere, poi in un pc. È un’opera catartica e terapeutica che mi ha permesso di elaborare i contenuti del mio vissuto. La ludopatia viene trattata dalla parte dei caregiver, che sono vittime secondarie di questa dipendenza che solo ora è riconosciuta come malattia, negli anni in cui nasce l’opera la ludopatia è considerata solo un “vizio”, un’abitudine sottovalutata per i danni che provoca e quindi assolutamente trascurabile.

Le protagoniste del suo romanzo, Blanca e Marta, vivono situazioni estremamente difficili. Quanto c’è di autobiografico in queste storie e quanto invece è frutto di ricerca e immaginazione?

Mi piacerebbe poter affermare che c’è tanto di immaginazione o ricerca; invece, “Il sole del tramonto” è un’opera completamente autobiografica ed è proprio per questo che viene pubblicata molto più tardi rispetto alla sua nascita, era necessario trovare il coraggio necessario, la giusta preparazione emotiva per poterla liberare e per concederle la sua collocazione nel mondo.

Il morbo di Parkinson è un altro tema importante nel suo libro. Perché ha scelto di includere questa malattia nella storia?

Il morbo di Parkinson è stato il filo conduttore della storia, una malattia che hanno diagnosticato nella realtà al protagonista e che ha esasperato le condotte deviate del signor Balzi. Ogni malattia neurodegenerativa determina una condizione di mancanza di freni inibitori, il mix di farmaci poi non facilita lucidità e autocontrollo, ma determina stati depressivi importanti che possono degenerare in condotte ossessive e compulsive; questo però le giovani protagoniste non potevano saperlo, e il giudizio era l’unica risposta al dolore a loro nota.

Qual è il messaggio principale che desidera trasmettere ai lettori con “Il sole del tramonto”?

Il mio obiettivo è quello di condividere un dramma che in questo momento milioni di persone stanno vivendo, “Il sole del tramonto” vuole farsi promotore di un messaggio di speranza, l’opera è un monito nell’avere coraggio, di chiedere aiuto, di farsi sostenere. Oggi la ricerca e i tanti servizi territoriali offrono sostegno e appoggio psicologico e legale a queste famiglie; ancora oggi ricevo decine di messaggi di aiuto, di denuncia e di consapevolezza, quella che è mancata alle protagoniste del romanzo 30 anni fa.

Quali sono i suoi progetti futuri come scrittrice? Ha già in mente un nuovo libro?

In realtà ho già iniziato a scrivere e sono più o meno a metà, mi concederò l’estate e la giusta ispirazione necessaria per finire il romanzo. Scrivere mi consola, mi proietta in una dimensione di grande benessere. sarà un romanzo completamente diverso dal Sole del tramonto, con spunti presi in prestito dalla mia professione di psicopedagogista. Credo molto in quest’opera e nella storia, esattamente come ci ho creduto per “Il sole del tramonto”.

Ringraziamo Barbara Balesini per aver condiviso con noi il suo percorso e le sue riflessioni su temi così delicati e attuali. “Il sole del tramonto” è un’opera che non solo racconta una storia, ma invita alla riflessione e alla consapevolezza. Auguriamo a Barbara tutto il meglio per i suoi progetti futuri e invitiamo tutti i nostri lettori a leggere il suo libro per scoprire un racconto intenso e profondamente umano.

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