Benvenuti al blog del Gruppo Albatros! Oggi siamo lieti di accogliere un’autrice emergente che sta facendo parlare di sé con il suo romanzo “Cronache di Aclenia”. In questo libro avvincente, Kristel Jaupaj ci introduce in un mondo dove i confini tra realtà e immaginazione si fondono, e dove una giovane ragazza di nome Cleo affronta una serie di sfide tanto interiori quanto esteriori. Dopo la perdita del nonno, Cleo è stata segnata da una serie di eventi soprannaturali che hanno cambiato radicalmente la sua vita. Ma cosa si cela dietro questa misteriosa morte? E quali sono i demoni che Cleo deve affrontare, sia dentro di sé che nel mondo esterno? Scopriamo di più sul libro e sulla mente creativa che lo ha dato vita, accogliendo l’autrice, Kristel Jaupaj.
Il tuo romanzo, “Cronache di Aclenia”, introduce i lettori a un mondo ricco di elementi fantastici e psicologici. Da cosa hai tratto ispirazione per creare questo universo così intrigante e complesso?
Sono cresciuta con una profonda passione per la letteratura fantastica, da Tolkien alla Rowling, e fin da piccola ho sentito una profonda connessione con questo genere di letteratura. Quello che più mi affascinava era trovare analogie e somiglianze tra le storie degli eroi che leggevo e la mia vita e in quinta elementare iniziai seriamente a pensare di scrivere un libro tutto mio: mi ritrovai a realizzare di passare molto tempo a costruire realtà fantastiche nella mia testa e pensai che forse metterle per iscritto non era una cattiva idea. Aclenia è un mondo quasi perfetto: la natura regna incontrastata, i cieli sono blu, è quasi un locus amoenus. Ma, tuttavia, una gabbia: un po’ come l’immaginazione, ingabbiata nella mente. E allora ho pensato di liberare la mia immaginazione, anche se devo dire che non mi aspettavo che fosse così difficile costruire un romanzo: ho iniziato a scrivere molto giovane e mi sono trovata a mettere in stallo la mia opera molte volte.
Il personaggio di Cleo è profondamente segnato dagli eventi soprannaturali che seguono la morte del nonno. Qual è stata la sfida più grande nel dare vita a un protagonista così complesso e tormentato?
Indubbiamente, la sfida più difficile nel “costruire” Cleo è stata cercare di raccontare il suo dolore. Infatti, la mia protagonista subisce il lutto della perdita del nonno ed è stato molto difficile creare la personalità di una adolescente tormentata da molti fantasmi. Cleo ha all’incirca sedici anni: a quest’età la personalità è in via di sviluppo, è facile restare condizionati dagli altri o dagli avvenimenti che ci accadono. All’inizio della storia, Cleo si lega da subito agli aiutanti del nonno, mostra da subito una grande fiducia in loro per poi iniziare a perderla progressivamente, nel corso del romanzo: può sembrare una cosa infantile, ma trovo che rappresenti perfettamente ciò che accade a chi si fida troppo. In questo ci ho messo un po’ di me: anche io tendo a fidarmi subito delle persone e, inevitabilmente, restare delusa a volte. Un’altra difficoltà che ho riscontrato è stata quella di cercare di mantenere una sorta di coerenza nelle scelte di Cleo: seppur molto simile a me, è stato difficile immedesimarsi del tutto in lei e giustificare ogni sua scelta. Infine, Cleo è sottoposta a un forte stress da aspettativa: si ritrova, da un momento all’altro, ad essere la prescelta per liberare un mondo parallelo di cui non sapeva neppure l’esistenza, scoprire com’è morto veramente suo nonno e uccidere un Nemico, ipoteticamente l’assassino di questo. Sembra quasi che Cleo inizialmente risponda bene ai grandi cambiamenti della sua vita: ma, volendo esplorare tutte le dimensioni che un trauma arreca a una adolescente, nei suoi incubi capiamo come in realtà Cleo sia profondamente traumatizzata e tormentata dai suoi demoni. È stato molto difficile raccontare dei tipi di dolori molto lontani da me, come il lutto, cercando di non risultare banale; ho provato, in qualche modo, di sentire quel dolore e raccontarlo.
In “Cronache di Aclenia”, Cleo si trova a combattere contro i demoni della sua mente oltre che contro forze esterne. Come hai affrontato la narrazione di temi psicologici complessi all’interno di un contesto fantasy?
Con questa storia ho cercato di far capire che, oltre al Nemico, un altro grande antagonista di Cleo è Cleo stessa. Per fare questo ho cercato di creare metafore e simbolismi: le creature fantastiche che Cleo affronta sono riconducibili ai suoi traumi. In questo modo, ho cercato di permettere al lettore di percepire i problemi psicologici di Cleo in modo più tangibile e molto più viscerale, senza però distaccarsi dal mondo fantasy. Nel corso della storia, la sua sarà una crescita personale, una sorta di viaggio di guarigione. Poi, com’è comune nei fantasy, anche l’ambiente è collegato a Cleo, riflette le sue sensazioni: all’inizio della storia, quando Cleo arriva per la prima volta ad Aclenia, si trova davanti un ambiente strabiliante, piacevolmente misterioso: riflette la felicità che Cleo sta provando dopo aver letto una lettera dell’amato nonno, una lettera che le urla che la sua vita non è destinata alla sofferenza, ma a molto di più. Infine, nel romanzo si alternano sequenze introspettive a quelle di azione: non è solo una serie di avventure ma queste sono separate da lunghe riflessioni e dialoghi tra i vari personaggi della storia, che permettono di capire pian piano il carattere e la personalità di Cleo.
Il tuo libro esplora anche il tema della fiducia e dell’amicizia attraverso i nuovi legami di Cleo. Qual è il messaggio principale che desideri trasmettere ai lettori riguardo a questi temi?
La mia personale esperienza con l’amicizia è stata piuttosto complessa: ciò che ho imparato ma che ancora fatico a mettere in pratica è il fatto che non ci si può fidare di chiunque. Cleo fin da subito lega e si fida ciecamente dei suoi nuovi amici per poi iniziare a maturare un risentimento nei confronti di questi: inizia a realizzare che forse è stata accolta con così tanto affetto perché i suoi nuovi amici sapevano quanto lei fosse importante. Loro sapevano che senza di lei non avrebbero avuto alcuna chance di avere la libertà e scappare da Aclenia per tornare nel mondo reale e sfuggire alla morte così Cleo, dopo aver notato come i suoi amici si preoccupassero forse un po’ troppo della sua sicurezza, trattandola come se fosse una ragazza ingenua e perennemente in pericolo, si rende conto che forse la loro è un’amicizia effimera. Alla fine, però si comprende che James, Donna, Jennifer e Jacob in realtà vogliono solo il meglio per Cleo. La vera amicizia è molto rara da trovare ma Cleo ci riesce: avendo condiviso gioie, dolori e traumi i cinque amici, alla fine del loro viaggio, si troveranno più uniti che mai.
Senza rivelare troppo, cosa possiamo aspettarci per il futuro di Cleo e degli altri personaggi di Aclenia? Ci sono progetti per un seguito o altri romanzi ambientati nello stesso universo?
Sicuramente sono tante le sfide che Cleo dovrà affrontare prima di sconfiggere il Nemico. Nel seguito, che ho già iniziato a scrivere, i lettori scopriranno di più sul passato di alcuni personaggi misteriosi, come lo stesso nemico e il professor Chals, arrivando a scoprire l’origine di Aclenia e come il Nemico sia diventato tale. La mia protagonista si troverà a lottare ancora e ancora contro se stessa, arrivando a dover scegliere tra mente e cuore: non mancheranno i colpi di scena e le sorprese, personaggi nuovi e flashback. Cleo esplorerà i tumulti dell’amore, come già ha iniziato in questo primo volume e, alla fine della storia, ci troveremo al cospetto di una nuova Cleo, non più ragazza, ma donna, consapevole della propria interiorità. Fin dal primo momento in cui ho iniziato a scrivere “Cronache di Aclenia” ho capito che non sarebbe stato un unico volume: ho tantissimi progetti per Cleo e i suoi amici e per sviluppare l’arco narrativo di Cleo ci vorrà molto. Non so di preciso quanti libri scriverò ma ho intenzione di approfondire tutti i temi di cui ho trattato finora, introdurne di nuovi, e sviluppare ogni singolo personaggio. “Cronache di Aclenia” non è solo il mio esordio letterario ma la mia primissima esperienza lavorativa che mi ha permesso di crescere molto come persona e non mi sarà metterle la parola fine. Sono sicura che gli ipotetici seguiti di “Cronache di Aclenia” saranno piuttosto diversi l’uno dall’altro: mi accorgo di come la mia scrittura cambi e si evolva ogni volta che accendo il computer e mi metto al lavoro, indice di come io stia cambiando. Sono grata alla mia passione perché riesce a rendermi più forte ogni giorno che passa e ogni volta che vedo il mio libro sulla scrivania mi rendo conto di come ce l’abbia fatta: la me bambina sarebbe fiera di “Cronache di Aclenia” e anche io lo sono.
Con “Cronache di Aclenia”, Kristel Jaupaj ci ha portato in un viaggio emozionante attraverso mondi fantastici e oscuri della mente umana. Con una prosa avvincente e una narrazione che incatena i lettori fino all’ultima pagina, questo romanzo si distingue per la sua originalità e profondità. Non vediamo l’ora di scoprire cosa il futuro riserva per Kristel e i suoi affascinanti personaggi. Grazie mille per aver condiviso con noi la tua storia e la tua visione creativa.
