GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Anche io. La vita è una passeggiata – Andrea Splendore

Benvenuti al blog del Gruppo Albatros, dove cerchiamo di dare voce a storie autentiche e ispiratrici. Oggi siamo felici di avere con noi l’autore del libro “Anche io. La vita è una passeggiata”, Andrea Splendore. Nel suo libro, Andrea ci porta in un viaggio intimo attraverso le sfide della vita, affrontando con coraggio e sincerità temi come la depressione e i disturbi mentali. Le sue parole toccano le corde più profonde dell’anima, offrendo conforto e speranza a chiunque si trovi ad affrontare simili battaglie. Senza ulteriori indugi, diamo il benvenuto ad Andrea Splendore.

Andrea, nel suo libro parla apertamente di tematiche delicate come la depressione e i disturbi mentali. Cosa l’ha spinta a condividere la sua esperienza personale con il mondo?

Voglio essere sincero: ero in un periodo di quelli che penso tutti noi passiamo più o meno volte nel corso della nostra vita. Ero particolarmente triste, stressato, con il mondo che mi sembrava mi stesse cadendo sempre di più addosso e mi stesse progressivamente schiacciando. Avevo bisogno di capire se fossi il solo, non solo in quel particolare momento, ma in generale a sentirmi in quel modo. Così ho deciso di “buttare fuori” e di iniziare a scrivere principalmente le mie sensazioni, legate in primo luogo a quel momento preciso e successivamente alla mia vita più in generale. Diciamo che ho fatto uno di quegli esercizi che spesso assegnano gli psicoterapeuti ai propri pazienti, spronandoli a mettere nero su bianco le proprie sensazioni, redigendo una sorta di “diario di bordo”. Avevo sempre preso un po’ alla leggera questo tipo di approccio, ma ho dovuto ricredermi, perché è stato per me curativo. Ovviamente non è andato a sostituire l’analisi (quella vera e fatta da persone competenti), ma sicuramente è stato un ottimo trampolino di lancio per imparare a conoscere meglio me stesso.

Uno dei temi centrali del suo libro è la sensazione di solitudine e isolamento che spesso accompagna i momenti di sofferenza. Come ha affrontato questo senso di isolamento nella sua vita?

Personalmente ho vissuto la solitudine per una buona parte della mia vita, ma solitudine spesso non vuol dire essere soli. Credo che la solitudine dei momenti di tristezza e di depressione la andiamo a cercare noi stessi o almeno così è successo a me, perché siamo convinti che nessuno capirebbe come ci sentiamo, il nostro stato d’animo e le nostre sensazioni più intime, anche se spesso non è vero, perché a volte (per fortuna) siamo accerchiati da familiari e amici che ci conoscono quasi meglio di noi. Direi che, almeno nel mio caso specifico, la solitudine che scaturisce in momenti come questi sia più un rifugio ed una spasmodica ricerca di tranquillità interiore, perché c’è differenza tra sentirsi soli ed esserlo davvero.

Nel suo libro, si parla di come le esperienze condivise possano far sentire meno soli. Qual è stata la reazione dei lettori al suo libro e quali insegnamenti ha tratto dall’interazione con loro?

Devo dire la verità: sono veramente felice e soddisfatto della risonanza che ha avuto questo mio piccolo lavoro, perché quasi ogni giorno ricevo messaggi o commenti sui miei profili social di persone che non conosco che hanno letto il mio libro e si sono ritrovate in molti aspetti raccontati da me al suo interno. Indubbiamente fa piacere che qualcuno a te completamente estraneo decida di leggerti perché gli trasmetti “qualcosa”, pur non avendo mai parlato con te, ma allo stesso tempo fa riflettere. “Perché le persone dovrebbero leggere proprio questo tipo di libro?”, ho pensato. Ma soprattutto: perché è stato così tanto condiviso e ha suscitato emozioni, pur non essendo io uno scrittore professionista? Ho provato a rispondermi e a dare una mia personale interpretazione a questo fenomeno e la risposta che mi sono dato è semplicemente: perché la gente, esattamente come me, ha bisogno di essere compresa e sentirsi meno sola. “Abbracciata”. Sono davvero felice di aver suscitato in molte persone (più di quante mi aspettassi), questo tipo di sensazione, perché ce n’è davvero bisogno.

Molte persone si sentono incapaci di esprimere le proprie difficoltà mentali per paura di essere giudicate o fraintese. Quali consigli darebbe a chi si trova in questa situazione?

Non mi prendo la responsabilità di dare consigli o “dritte” su come affrontare i propri disagi, perché non sono un terapeuta e quindi non le competenze e gli strumenti necessari per poterlo fare, ma anche perché penso che ognuno debba gestire la propria vita come meglio crede ed eventualmente affidarsi a professionisti, nel caso in cui non ce la si faccia da soli. Purtroppo, spesso il mondo non è del tutto pronto ad affrontare alcuni aspetti che non riconosce come “normali”, per esempio le malattie mentali, ma anche più semplicemente dei disagi profondi e problematiche personali derivanti da traumi e/o dal nostro retaggio familiare e culturale. A volte si è ancora morbosamente attaccati a preconcetti e a cliché di un mondo che cerca “il perfetto” e non accetta chi non lo è o che non mostra di esserlo. “Anche io”, come ripetuto molte volte anche in sede di presentazioni non è un manuale antidepressione o una panacea. Mi piace molto l’idea di definirlo piuttosto un “amico” con cui confidarsi e in cui rifugiarsi quando non ci si sente abbastanza.

“Anche io. La vita è una passeggiata” offre un messaggio di speranza e resilienza. Qual è il messaggio principale che spera i lettori possano trarre dal suo libro?

Il messaggio che spero davvero di aver dato è proprio questo: non solo dare speranza, ma anche e soprattutto, far prendere coscienza e consapevolezza del fatto che a modo nostro siamo tutti uguali. Come si dice “sulla stessa barca”, anche se ognuno in modo diverso e personale. Tutti noi siamo stati quel bambino di cui si parla nel mio libro e tutti noi abbiamo provato quel senso di impotenza o di inferiorità messi di fronte ad alcune situazioni, periodi, persone. Il mio augurio è proprio quello di far sentire il lettore un po’ meno solo ed empaticamente compreso. Spero di essere riuscito anche solo in piccola parte nel mio intento.

Con queste parole che risuonano profonde e autentiche, ringraziamo Andrea Splendore per aver condiviso con noi la sua visione della vita e per averci ricordato che la condivisione delle esperienze può essere un potente strumento di guarigione e comprensione reciproca. Il suo libro, “Anche io. La vita è una passeggiata”, rappresenta una luce di speranza per coloro che si trovano ad affrontare momenti bui. Grazie ancora, Andrea, per averci ispirato con la tua storia e per averci ricordato che, a volte, è importante fermarsi e prendersi il tempo di respirare.

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