GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: La seduzione dell’oro – Patrizia Conforti

Benvenuti al blog del Gruppo Albatros, dove oggi abbiamo il piacere di intervistare Patrizia Conforti, l’autrice di “La Seduzione dell’Oro”. Un viaggio attraverso le epoche e le grandi migrazioni verso l’America, terra di promesse e di sogni, dove l’oro ha sedotto e ingannato molti. Ma cosa rende veramente prezioso questo tesoro del passato? Scopriamolo insieme, mentre esploriamo le profonde radici di questa storia avvincente che si snoda fino agli anni Sessanta del Novecento. Con grande emozione, diamo spazio alle parole di Patrizia Conforti mentre condivide con noi il cuore pulsante di “La Seduzione dell’Oro” e la sua visione del mondo che si cela dietro quest’opera avvincente e toccante.

La sua narrazione ci immerge in un’epoca affascinante e ricca di emozioni. Cosa l’ha ispirata a raccontare questa vicenda così avvincente di migrazioni e di tesori perduti?

Siamo figli del nostro passato, delle nostre radici. Dunque, è giusto non dimenticare da dove veniamo. In genere, ogni famiglia tramanda i propri ricordi, i propri valori, custodisce memorie, fotografie, testimonianze scritte, per raccontarle e farle rivivere. In questo modo, cioè, ascoltando quanto riferivano i parenti più grandi di me, ho scoperto la storia, avvenuta in un passato non tanto lontano, in quella seconda metà dell’Ottocento, affascinante epoca di cambiamenti economici, urbani e sociali, tutti di grande portata, che hanno aperto la strada alle trasformazioni del Novecento, il secolo che mi appartiene. In quel contesto, l’epoca della Rivoluzione Industriale, degli investimenti sui processi innovativi, l’epoca dell’invenzione della lampadina, delle prime automobili e delle navi a vapore, si innesta una storia fuori dal comune, straordinaria e sorprendente, quella di Giuseppe, l’antenato a suo modo innovativo e geniale, che non accetta la scontatezza, l’essere mediocre. Di questo antenato ho voluto sapere tutto quanto mi potesse essere raccontato, quasi avessi la voglia di riconoscermi in lui. 

Il ritrovamento inaspettato di un tesoro risalente a quelle epoche ha certamente un impatto profondo. Ci può raccontare cosa rappresenta per lei questo tesoro, oltre al suo valore materiale?

Quel tesoro è la testimonianza di un percorso di vita avvenuto con sacrificio, spesso sofferenze, mai rinuncia o abbandono. Giuseppe ha fortemente voluto raggiungere le sue mete perché sapeva che i risultati auspicati sarebbero serviti, ad ogni tappa del suo cammino, per produrre gioia, non solo a sé stesso ma anche alle persone che già facevano parte dei suoi affetti o a quelle che fossero entrate a dare altro valore alla sua esistenza. Nelle sue intenzioni e aspettative, la sua crescita costante avrebbe generato benessere e migliore qualità di vita per altri meritevoli. Dunque, quel tesoro materiale si connotava di un valore aggiunto, in quanto diventato mezzo per un fine più nobile, cioè, assecondare la sua inclinazione a fare del bene. 

“La Seduzione dell’Oro” va oltre la mera ricerca di ricchezza, affrontando temi più profondi legati alla natura umana. Che messaggi o insegnamenti spera che i lettori possano trarre dalla sua opera?

L’impegno e la determinazione nell’agire e nell’operare, la passione nel prendersi le proprie responsabilità, la promessa fatta in primo luogo a sé stessi di obbligarsi a costruire qualcosa di importante, per innalzarsi, per realizzarsi provando orgoglio, senza però mancare mai di rispetto a nessuno, sono stati il filo conduttore nella storia del nostro antenato. Chi lo comprende impara una lezione di vita che permette di affrontare con fermezza gli ostacoli che possono intralciare il proprio cammino, che aiuta ad apprezzare la sincerità e a non aver paura di rischiare, perché la vita non è sempre in discesa. Il messaggio che il lettore afferra è che ognuno di noi, nel momento in cui è artefice delle proprie azioni, deve essere spinto da una motivazione nobile, che consiste nel credere in sé stessi mentre si agisce rispettando la dignità della propria essenza e ricordando a sé stessi che il bene vince sempre sul male. 

In un’epoca segnata da un fervente desiderio di successo e di prosperità materiale, qual è, secondo lei, il valore più autentico che dovremmo cercare di coltivare nella nostra ricerca di felicità?

Durante una delle sue tappe, Giuseppe aveva detto ai suoi collaboratori “Keep calm and trust yourself “. Oggi, nell’era degli “influencer”, nell’era delle comodità, della velocità, dei messaggi ispirati dall’idea di non poter aspettare e di ottenere tutto con il minimo sforzo, continuamente sollecitati dall’ imperversare degli artifici legati alle innovazioni tecnologiche, nuova stregoneria del Terzo Millennio, si corre il rischio di dimenticare che è bello assecondare con pazienza, con gioia e intima gratificazione le potenzialità dei nostri talenti naturali, quelle prerogative che ci distinguono dalla massa, che ci fanno emergere e ci rendono fieri di avere un valore importante, cioè la nostra dignità.

Infine, ci racconti qualcosa riguardo alla sua personale connessione con questa storia. Qual è stato il suo percorso nell’incorporare i ricordi di famiglia e le esperienze personali nella creazione di questo romanzo coinvolgente?

Da tempo mi interrogavo sulla mia storia familiare, legata a quei predecessori che non ho potuto conoscere, ma che non riuscivo a sentire tanto distanti, sia perché vissuti appena pochi decenni prima di me, e quindi non lontani nemmeno cronologicamente, sia perché esistono molte tracce del loro passaggio ancora oggi, nel presente che io vivo. Nel caso della vicenda di Giuseppe, narrata ne ” La Seduzione dell’Oro”, il fatto di avere io potuto ascoltare la narrazione delle sue traversie e di quelle particolari esperienze di vita, scoprendole direttamente dalla viva voce dei familiari, ormai molto anziani, che lo conobbero, ha catturato. Innanzitutto il mio interesse e poi mi ha appassionato e coinvolta. Ho vissuto la narrazione come un viaggio nel mio passato, e ho desiderato non solo di esplorarlo ma anche di fissarlo e preservarlo nelle pagine di un libro, come se ciò mi aiutasse a definire le mie stesse radici, esattamente come qualsiasi essere umano che non vive solo di cibo materiale ma che sente il bisogno di conoscere di più, di ricordare che c’è stato un “prima”, come se ciò implicasse un desiderio struggente, molto intimo, di essere riconoscenti.

Con un sentimento di gratitudine e ammirazione, ringraziamo Patrizia Conforti per aver condiviso con noi le profonde radici e le emozioni intessute nel suo libro, “La Seduzione dell’Oro”. Attraverso le sue parole, abbiamo viaggiato attraverso le epoche, scoprendo non solo un tesoro materiale, ma anche un tesoro di saggezza e di compassione. Che il suo messaggio di nobiltà d’animo e di altruismo continui a ispirare e a illuminare i cuori dei lettori in tutto il mondo. Grazie ancora per questa conversazione che ci ha avvicinati alla bellezza intrinseca della vita e delle sue molteplici sfaccettature.

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