GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Custode della Luce – Laura Moretto

Benvenuti al blog del Gruppo Albatros! Oggi siamo entusiasti di presentarvi un’intervista con l’autrice del romanzo avvincente “Custode della Luce”, Laura Moretto. In questo libro avventuroso, Laura ci trasporta in un mondo misterioso e affascinante, dove la giovane protagonista Mey si trova ad affrontare paure e rivelazioni in un’ambientazione montana incantevole ma ricca di enigmi. Pronti a scoprire i segreti dietro questa storia avvincente? Allora continuate a leggere!

Laura, cosa ti ha ispirato a scrivere “Custode della Luce”? Qual è stata la tua fonte di ispirazione per questo mondo magico e misterioso che hai creato?

Innanzi tutto, vorrei premettere che il manoscritto non è recente, ovvero è stato steso circa 12 anni fa, e all’epoca avevo 26 anni; quindi, la mia visione del mondo e delle cose che mi circondavano era leggermente diversa da quella attuale. Tuttavia, i miei ideali e modi di vedere le cose non sono cambiati radicalmente, ma si sono solo evoluti e maturati con me. Tant’è vero che nel frattempo ho scritto un’altra breve storia completamente diversa da quella di Custode della luce. Ma per entrare nel vivo della sua domanda, Le posso dire che sono sempre stata attratta dalla fantasia, da mondi irreali ma soprattutto dalla natura. Il fatto di poter creare una realtà alternativa che esulasse dalle regole e dagli schemi del nostro mondo era un modo per scappare da ciò che mi circondava e non mi piaceva. A quell’età avevo iniziato a “soffrire” di attacchi di panico, e il mondo che mi accerchiava era stretto e soffocante. Forse la pressione degli esami all’università, o per motivi che ancora oggi non conosco, non riuscivo ad affrontare le giornate con serenità. La scrittura era uno sfogo, forse il desiderio di cambiare il mio stato d’animo, di cercare un mondo dove rifugiarmi per star bene con me stessa, e di conseguenza con la mia famiglia e chi mi voleva bene. Inventare situazioni, personaggi e ambientazioni fantastiche mi ha aiutata moltissimo a “scappare” dalla realtà e viverne una parallela dov’è le cose andavano come volevo io. Nel limite del possibile ovviamente. Scappare non è mai giusto, ma evadere, secondo me, serve molto. Ecco, la scrittura era il mio modo di staccare per un po’ dalla realtà che mi opprimeva. Una realtà, comunque, che non mi era stata imposta da nessuno, ma che questa mia “malattia” mi imponeva. Entravo nel mio mondo personale, dove potevo far accadere tutto ciò che la mia fantasia mi permetteva di creare. È una bellissima sensazione. Sedersi sul divano, accendere il pc, leggere le ultime pagine scritte il giorno prima e lasciare che la fantasia mi portasse in qualsiasi anfratto desiderasse.  Mi sono lasciata trasportare da qualsiasi immagine la mia mente creasse ed elaborasse. So che non si dovrebbe fare, e che sarebbe buona regola progettare una trama, delineare i personaggi ecc… ma la mia testa va da sola, crea immagini che poi le mani traducono in parole. Non posso controllarla. Ma devo essere ispirata. A volte mi basta una canzone, a volte uno spot pubblicitario, a volte semplicemente stare seduta all’aria aperta.

La protagonista Mey si trova ad affrontare paure e misteri in un ambiente montano suggestivo. Cosa ti ha spinto a scegliere questa cornice per la tua storia?

Premetto che a me il freddo non piace, preferisco i paesaggi colorati, caldi e solari, ma per far contrastare maggiormente il colore tetro dell’Ombra, i suoi occhi rossi e l’alone di mistero che volevo lo accerchiasse, ho preferito il candore e la pacatezza dei paesaggi innevati. Il suono ovattato della neve che cade, il pallore immacolato che mi suggerisce uno scenario innevato, creavano un bel contrasto nell’immaginario della mia mente, così ho cercato di trasmettere queste mie sensazioni a chi avrebbe letto il racconto. Certo non pensavo di pubblicarlo o farlo leggete a molti. Diciamo che mi piace scrivere più per svago e per me stessa che per gli altri. Detta così, forse, può suonare leggermente egoistico.

Nel libro, Mey si confronta con un’incredibile rivelazione che sconvolge la sua esistenza tranquilla. Senza spoilerare troppo, ci puoi dare un’anteprima di cosa aspettarci da questo momento cruciale?

Sono convinta che ognuno di noi possieda qualcosa di speciale da custodire. Nel caso di Mey è la forza stessa della Natura. Ho provato a mettermi nei suoi panni, sapendo di dover custodire qualcosa di inestimabile valore. Sicuramente mi sono sentita addossata di un peso che non ho chiesto ma che mi è stato imposto. Lei stessa inizialmente si sente sopraffatta. È caricata di un dovere che sente grande di lei, ma capendo che ne andava del futuro dei due mondi, ha accettato, con non poca difficoltà il suo destino. Destino che ha comunque scelto lei di perseguire. Non si troverà comunque da sola in questo arduo compito. Il coprotagonista sarà molto presente nella sua vita tanto da innamorarsi di lei, e non si sa mai che da un compito comune nasca qualcosa di più. Costretta ad affrontare sfide e lotte magiche, scoprirà un po’ alla volta il mondo fantastico della Natura e i suoi abitanti, non sempre molto accoglienti.

I lettori sono attratti dalle atmosfere avvincenti e dai personaggi ben definiti. Qual è stata la tua strategia per creare un mondo così coinvolgente e personaggi così vividi?

Come spiegato brevemente all’ inizio, non ho una strategia precisa. So che non si dovrebbe fare, ma il mio istinto mi porta a comportarmi così. Mi siedo davanti al Po, rileggo qualche pagina precedentemente scritta e la mia mente inizia a vagare da sola in posti lontani, con personaggi inventati e situazioni a volte impossibili. Certo a volte mi ispiro a qualche avvenimento quotidiano, o a caratteristiche di alcuni conoscenti per delineare il carattere e i comportamenti di alcuni personaggi, ma in linea di massima è la mia testa che crea tutto.

Infine, quali messaggi o emozioni speravi di trasmettere ai lettori attraverso “Custode della Luce”?

Scrivendo principalmente per me stessa, non ho mai pensato a che messaggio volevo dare a chi avrebbe letto le mie righe. Ma mi piacerebbe che chi legge, provasse a immaginare il mondo che ho disegnato nella mia testa, dove la natura non viene sfruttata, dove tutto esiste grazie ad un equilibrio, fragile ma forte allo stesso tempo. Un equilibrio che dobbiamo trovare dentro noi stessi per star bene con il nostro io ma anche con chi ci sta vicino. Quell’equilibrio che si crea grazie all’aiuto costante di chi ci vuole bene e ci supporta nella vita. Vita preziosa che va custodita e coltivata con grande cura.

Grazie mille, Laura Moretto, per aver condiviso con noi la tua esperienza e le tue ispirazioni dietro il romanzo “Custode della Luce”. Siamo rimasti incantati dalle tue parole e non vediamo l’ora di immergerci ancora di più nel mondo che hai creato. Ai nostri lettori, non perdete l’opportunità di scoprire questo avvincente viaggio narrativo che vi terrà con il fiato sospeso fino all’ultima pagina!

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