GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Aquilone – Chiara Scamardella

Benvenuti lettori del blog del Gruppo Albatros! Oggi siamo entusiasti di accogliere l’autrice del libro “Aquilone”, Chiara Scamardella. In questo affascinante viaggio tra pagine e riflessioni, Chiara ci guida attraverso il mondo dell’aquilone, svelando un universo di significati che va ben oltre due asticelle e un po’ di tela nel cielo. L’aquilone diventa così un simbolo potente di creatività, di incontri e di autoscoperta. Ma cosa si nasconde dietro questa metafora così evocativa? Scopriamolo insieme attraverso le parole di Chiara Scamardella.

Il titolo del tuo libro, “Aquilone”, è un richiamo forte e evocativo. Puoi condividere con noi l’ispirazione dietro questa scelta e come hai collegato l’aquilone alle tue esperienze durante l’infanzia?

“Aquilone” nasce a gennaio 2023, di ritorno da un’esperienza di scambio-lavoro in Belgio, terminata non al meglio. Era tempo di ricominciare, rialzarsi, come già fatto tante volte, ma la stanchezza era tanta. L’energia di ripartire la traggo visitando il mio posto del cuore, il mare del Litorale Domizio, luogo felice delle estati della mia infanzia. Qui, anche d’inverno, si fa kitesurf e gli aquiloni colorano il cielo. C’è chi cade, chi salta e vola, chi naviga veloce cercando di domare del vento ma resta in sua balia… In questo miscuglio tra ricordi del passato, presente ventilato e futuro incerto, si è condensata l’ispirazione emotiva per “Aquilone” ed il titolo è venuto da sé.

Parli di ostacoli che possono sembrare insormontabili durante l’infanzia, ma che crescendo perdono la loro imponenza. Come hai trasformato le sfide della tua giovinezza in fonte di ispirazione per il tuo lavoro creativo?

Da bambini, si pensa sempre a “quando sarò grande…”, credendo che tutto si risolva semplicemente crescendo. Invece cresci tu e cresce la complessità di ciò che dovrai affrontare e spesso arranchi. Del resto, la sordità non scompare, e senza il giusto supporto, tutto è faticoso. In quel momento capisci che le estati dell’infanzia, trascorse nella spensieratezza delle giornate al mare, erano molto più semplici, pur dovendo sopportare le odiose cure termali aerosoliche. E credo che questo, quando si è “piccoli”, non ce lo dica nessuno, ed invece è molto importante saper apprezzare quello che si ha e trarne energia per costruirsi un futuro migliore, anziché tirare avanti e basta, su strade battute che non sempre sono adatte a te. La mia creatività ha un valore personale catartico e sempre un fine sociale. 

“Aquilone” sembra trasmettere un messaggio potente sull’importanza di ascoltare sé stessi e dare valore alle emozioni. Puoi condividere con noi come questo tema è intrecciato nel tuo libro e come hai sperato che potesse influenzare i lettori?

Spesso l’infanzia è il regno del “Devi…”. La società intera sa cosa è meglio per te, cosa ci si aspetta da te, come farsi accettare da un determinato gruppo, cosa bisogna fare in una certa situazione, qual è la strada migliore per raggiungere il futuro migliore per te. E tu? Dove sei tu? Sei triste o sei felice? Fare una determinata cosa ti soddisfa, ti piace, o è un fastidio, un’imposizione? Non si è mai troppo piccoli per sognare ed iniziare a programmare quali azioni compiere per raggiungere i propri obiettivi e rendere i sogni realtà. Per quanti insegnamenti io possa avere dagli altri, nessuno potrà mai dirmi cos’è che mi fa star bene. Si accettano consigli, non imposizioni! È tempo di imparare ad ascoltare se stessi e le proprie emozioni! 

L’aquilone nel tuo libro diventa un mezzo per guardare più in alto. Cosa speravi che i lettori potessero imparare o scoprire guardando più in alto nelle proprie vite?

Ho scritto “Aquilone” sperando di trasmettere ciò che è mancato a me e che, credo, mi avrebbe aiutata tanto. A guardare oltre “l’ordinario” del “si fa così!”. Io osservo e ascolto, comprendo e scelgo di fare o essere così o colì. Ognuno ha diritto di scegliere liberamente e al rispetto di ciò che è e vuole essere, senza discriminazioni o imposizioni. È meraviglioso scoprire ed imparare cose nuove dagli altri e siamo tutti diversi: è un’esplorazione che non finirà mai! Il confronto è prezioso e nasce dall’ascolto. Se so ascoltare e rispettare me stessa, conosco le mie emozioni e chi sono io, allora saprò ascoltare e rispettare chiunque. Quindi, alziamo lo sguardo, e guardiamo più in alto! 

La creatività è un tema centrale in “Aquilone”. Come hai integrato la tua visione della creatività nel tessuto narrativo del libro, e come credi che possa ispirare chi legge?

“Aquilone” è un libro interattivo. L’ho scritto io ma non è mio: è di chi lo legge! È possibile scrivere il proprio nome sull’ultima pagina del libro, o quello della persona a cui voglio regalarlo. Sul sito web della casa editrice, sono pubblicate tante attività-gioco da poter fare in compagnia o in solitaria, in famiglia, in classe, in amicizia. Durante le presentazioni del libro, io e chi mi ascolta, realizziamo insieme il racconto e poi giochiamo. Le pagine bianche finali sono fogli per poter costruire la propria storia. Chiediti: quando ho provato l’emozione che vedo disegnata sul libro e per quale motivo? come ho affrontato quella situazione? Ecco creata la tua storia: ora, fai volare il tuo “Aquilone”, e, se ti fa piacere, taggami su Instagram, per condividere insieme questa emozione!

Ringraziamo Chiara Scamardella per averci accompagnato in questo viaggio intrigante attraverso le pagine di “Aquilone”. Le sue parole ci invitano a sollevare lo sguardo, a esplorare la creatività che risiede in ognuno di noi e a dare il giusto valore alle emozioni che plasmano le nostre storie. Che il nostro volo, come un aquilone, possa portarci sempre più in alto verso nuove scoperte e connessioni profonde con noi stessi. Buona lettura!

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