Benvenuti, lettori del Blog del Gruppo Albatros! Oggi siamo felici di accogliere l’autrice di un emozionante romanzo, “Polandia è scomparsa una bimba”. Adriana Brusa ci guida attraverso una trama avvincente che si sviluppa tra i ricordi della Seconda guerra mondiale e l’attualità di una misteriosa scomparsa. Senza ulteriori indugi, entriamo nel cuore della storia.
Cosa ha ispirato la creazione di “Polandia è scomparsa una bimba”? Qual è stata la fonte principale della tua ispirazione?
Il racconto di Polandia è nato dal viaggio del 1984. La vita avventurosa di mio padre è stato il fulcro del racconto. Sono cresciuta con la fiaba di un Reduce che racconta ai figli un’avventura di cui è protagonista. La fantasia di un bambino amplia i ricordi che si uniscono fra verità e fantasia. La vita del nostro Reduce è stata un’avventura dall’Africa alla Russia. Vittima del dolore, ha superato la sfida della natura invernale russa, che sopprime nell’uomo la volontà di vivere lasciandosi morire lentamente. Queste basi hanno ispirato la creazione di Polandia. Tutto il racconto della fiaba è raccontato da un Reduce italiano tornato dal fronte russo. Molto di ciò che avviene nel libro è fantasia. Mia madre è presente nella storia solo durante il passaggio alla dogana romena quando ha gettato il piccolo fornello ai piedi della gendarme Marianna e quando fa i commenti toscani su prodotti supermercato. Le mie nipotine hanno partecipato al viaggio, la maggiore 12 anni, la piccola 7 anni, una perfetta copia di Sila.
La trama del libro è avvolgente e ricca di suspense. Come hai sviluppato l’idea di una famiglia che, decenni dopo la guerra, si trova ad affrontare una nuova sfida in un territorio sconosciuto?
Il viaggio, per me è stato vissuto intensamente e mi ha lasciato un ricordo vivo. Il motivo: perché i personaggi vivevano in questi luoghi già nella mia mente. Oscar, soccorso dalla popolazione generosa, può nascere un personaggio secondario: la ragazza aiuta il militare a riprendere la voglia di vivere. Nasce una storia d’amore ma, non può durare a lungo, Oscar deve tornare in Italia, a casa. Cosa rimane della storia d’amore? una storia come tante. Il militare deve lasciare un pegno d’amore. Un bambino nascerà dopo la partenza di Oscar: maschio o femmina? Nascerà una femmina e nel tempo (tenendo conto delle date) nascerà da lei un maschio che sarà il mio personaggio, l’Ufficiale. Oscar tornerà in Romania a cercare la ragazza lasciata e troverà il nipote pieno di rancore verso il vecchio militare italiano. La storia d’amore di Oscar renderà credibile il desiderio di tornare in questi luoghi. Ho dovuto fare un passo indietro all’inizio della storia per creare un personaggio della famiglia che non avesse legami di sangue con Oscar. Ho creato la violenza subita dalla moglie che ha permesso la nascita di Lara, l’adolescente fragile piena di rancore per il suo stato di nascita. Lara conoscerà l’Ufficiale ligio e austero e fra i due giovani avremo l’amore che in un racconto fa sempre bene. Il rapimento della bambina porterà l’Ufficiale, Daniel, a conoscere la famiglia italiana. L’indagine metterà a nudo la piaga della malavita che dilaga nel mondo infantile.
Il viaggio della famiglia Mancini attraverso la Jugoslavia e l’Ungheria aggiunge un elemento di avventura al racconto. Come hai lavorato sulla ricerca storica per dare autenticità ai luoghi e alle situazioni vissute dai tuoi personaggi?
Il viaggio ideato si è presentato subito eccitante iniziando dai documenti per il rilascio dei permessi e passaporti. Il documento d’identità della piccola Sila, ad esempio, non è inserito nei documenti degli adulti della famiglia. Carte geografiche, nozioni interessanti dai paesi che avremo visitato, inizialmente Romania, poi ampliato Jugoslavia e completato con l’Ungheria. Durante il viaggio ci siamo avvicinati al confine bulgaro. Una breve sosta con l’idea di entrare in Bulgaria per raggiugere la Romania ma, l’abbiamo scartata subito. Un’allerta militare da una Torretta in legno germanico tipo lager, siamo stati circondati dai soldati con tanto di mitra. Un ufficiale ha osservato lentamente le macchine, il carico ed il gruppo familiare, ha sorriso e ci ha indicato di allontanarsi dal confine. Siamo arretrati verso il territorio slavo “di corsa”. La curiosità di conoscere il mondo sudorientale è grande. La Romania fra boschi della Transilvania, circondata dai monti Carpazi con la rete stradale è l’ideale per una fuga di criminali. L’Ungheria dagli altipiani, boschi ombrosi e pianure immense coltivate, hanno un’atmosfera romantica vissuta dalla Duchessa di Baviera Sissi, acclamata dal popolo in qualità di Regina d’Ungheria. Il Lago Balaton è il luogo ideale per iniziare il rapimento di Sila. I poliziotti e gendarmi delle dogane mi hanno ispirato il personaggio del giovane Daniel, arrogante ufficiale e ligio ma si può osservare la parte umana del gendarme.
La tematica della criminalità organizzata che agisce sullo sfondo è intrigante. Cosa ti ha spinto ad esplorare questo aspetto oscuro e attuale, collegando il passato bellico a una realtà criminale contemporanea?
La criminalità è un pozzo senza fondo. L’esperienza di molti casi conosciuti e vissuti dai bambini rimane nel cuore. Una ferita che non ha armi per essere d’aiuto. L’enorme rete stesa ovunque nel mondo, particolarmente nei luoghi dove il degrado impervia. Sono adulti che si inseriscono in luoghi dove l’infanzia è lasciata a sé stessa, abbandonata, Nazioni dove con pochi soldi si può operare senza timore a danno di piccoli e adolescenti. Siti Internet dove ragazze, bambini, offrono i loro corpi senza tenere conto dell’età e sesso. Adulti colpevoli senza coscienza con istinti animali, malati sessualmente, spinti deviazioni mentali. La violenza durante i conflitti come un pegno del vincitore, si contano migliaia di vittime non solo militari ma ingiusta, civili. L’aumento della criminalità è in aumento, in tutti i campi. Il benessere doveva essere un freno, uno stimolo a diminuire. La lunga lista di crimini può essere ottimo materiale per psicologi e psichiatrici senza tenere conto che anche nel campo citato ci sono spesso degli abusi. Abbiamo perso il buono senso, il pudore, “la persona per bene” è un’espressione obsoleta.
Senza rivelare troppo, possiamo anticipare che Sila, la nipotina scomparsa, si dimostra più coraggiosa e sveglia di quanto si possa immaginare. Qual è il messaggio principale che desideri trasmettere attraverso il personaggio di Sila e la sua storia?
La piccola Sila è il personaggio più simpatico della storia. Rispecchia perfettamente la realtà di una bambina fragile, piena di curiosità, attiva, intelligente con una buona parte di furbizia. L’espressione della piccola Sila “ha intitolato il racconto” quando ha realmente espresso la dizione Polandia della Nazione da cui alcune persone venivano dalla Polonia. Come diverso il personaggio di Marla, la piccola amica che Sila deve prendere per mano per farla scuotere dall’apatia del suo stato. Sono gli adulti che dovrebbero ritagliarsi uno spazio nel caos degli impegni pressati dalla fretta degli impegni quotidiani. Poniamo l’attenzione da un bambino che sia figlio, nipote o piccolo amico, l’adulto dovrebbe tenere presente che l’infanzia è temporanea. L’infanzia ha una scadenza temporale. Uno spreco non partecipare. Creare uno spazio per un bambino, ampliare il dialogo, una naturale confidenza utile a svegliare l’istinto protettivo innato nei bambini. Stimolare l’istinto protettivo è d’aiuto ad interpretare le azioni e riconoscere i luoghi a rischio che sono intorno a lui. Gli adulti non hanno tempo per costruire un dialogo per l’infanzia che corre via. Basterebbe poco per evitare il ripetersi di reati di cui sono stati coinvolti dei minori.
Chiudiamo questa intervista con Adriana Brusa, autrice di “Polandia è scomparsa una bimba”, ringraziandola per aver condiviso con noi gli intricati dettagli di questa avvincente trama. Invitiamo i nostri lettori a immergersi in questo viaggio narrativo che attraversa il tempo e gli affascinanti paesaggi dell’Europa orientale, unendo passato e presente in una storia indimenticabile. Grazie, Adriana, per il tuo tempo e per regalarci questa straordinaria esperienza letteraria.
