GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA: Sono rimasta sola con la mia immaginazione – Federico Lo Schiavo

“Sono rimasta sola con la mia immaginazione”* di Federico Lo Schiavo è una rara fusione tra il giallo avvolto da sfumature noir e i bagliori di luce che permeano la narrazione. Questo breve romanzo attinge dalle profondità dell’adolescenza, esplorando il labirinto dell’Io mentre affronta il dolore della perdita e dell’abbandono. È un viaggio interiore di Tara, catapultata in un dramma incomprensibile, che diventa la chiave della sua trasformazione. Il libro offre uno sguardo penetrante sulla fragilità umana, smascherando le apparenze e svelando l’assurdità delle convenzioni. Federico Lo Schiavo, autore di questo affascinante testo, si unisce a noi per condividere il suo viaggio nella creazione di questa storia coinvolgente.

Qual è stata la tua ispirazione principale per scrivere “Sono rimasta sola con la mia immaginazione”?

Devo dire che ho avuto molte fonti di ispirazione per scrivere “Sono rimasta sola con la mia immaginazione”, ma non avevo idea che poi ne sarebbe venuto fuori un romanzo, non ho iniziato con l’intenzione di scrivere un libro, semplicemente volevo creare qualcosa che potesse far stare bene gli altri, qualcosa in cui tutti si potessero ritrovare. Ho iniziato a scrivere anche con l’intento di passare i miei pomeriggi, perché scrivere ciò che penso mi fa stare bene, mi aiuta a rimettere in ordine le idee e sicuramente a creare dei ragionamenti più producenti. Mi piace riflettere sul valore della vita e sulle emozioni che ogni giorno proviamo, perché sono loro che mettono i colori nel disegno in bianco e nero che è la vita.

Come hai affrontato la sfida di narrare un tema così complesso come l’elaborazione del lutto attraverso la prospettiva di un adolescente?

La sfida di affrontare un tema così complesso come l’elaborazione del lutto è stata davvero complicata, ho cercato di essere il più realista possibile, ho scritto cercando di immedesimarmi in questa esperienza così traumatica. Sento molto la responsabilità di toccare un tema così complesso, perché ci sono persone che hanno perso i propri genitori in fase adolescenziale e penso che a questa giovane età il dolore venga amplificato, perché ti senti davvero come se fossi totalmente solo. Ho iniziato da questa “catastrofe” perché volevo creare un personaggio che in una situazione di estrema difficoltà, riuscisse comunque ad affrontare gli ostacoli che la vita ci pone davanti.

Che ruolo ha svolto la tua esperienza personale nel plasmare i personaggi e le loro emozioni?

Sicuramente in ogni personaggio c’è una parte di me, il loro comportamento non è causale, persino il nome è scelto secondo un criterio, molti cognomi sono in lingua straniera perché, se tradotti, hanno un significato ben specifico che si lega al personaggio. Le emozioni sono fondamentali per la riuscita dell’intero volume, si basa tutto su di esse, ho provato anche ad inserire più caratteri diversi così che ogni persona potesse avere la possibilità di pensare: “io sono come lui/lei”. Anche le esperienze fatte da me hanno avuto un’influenza sui personaggi e chi mi conosce ed ha letto il libro lo sa, infatti me l’hanno fatto notare, dicono che “c’è molto Federico in questo romanzo”

Qual è il messaggio chiave che desideri che i lettori portino con sé dopo aver letto il tuo libro?

Quello che il libro vuole trasmettere è certamente di avere coraggio e di non avere paura delle difficoltà che affrontiamo. È un invito ad accettare e comprendere le diversità, senza avere pregiudizi, comprendere che la fragilità non è un punto di debolezza ma che può diventare un punto di forza. Ascoltare noi stessi è necessario, è importante ragionare e non farci invadere dalle reazioni incontrollate alle situazioni, cercare di camminare per mano con le nostre emozioni, non dobbiamo combattere con esse, dobbiamo capirle e accettarle, accettare noi stessi. Il libro è un invito a non arrendersi a non vivere la vita passivamente e godersi ogni giorno, perché ogni minuto è prezioso, Tara ci invita a cercare la felicità nelle cose che abbiamo e non in quelle che non abbiamo, insomma è un inno alla vita.

Come è stato il tuo percorso creativo nella scrittura di questo romanzo, e cosa hai imparato da questa esperienza?

Avere la possibilità di arrivare alle persone attraverso la scrittura è un privilegio, mandare dei messaggi, toccare dei temi così importanti e dare la possibilità ai lettori di sentirsi capiti dalle pagine del libro. Sentire le opinioni di chi ha avuto l’opportunità di leggere il romanzo è ciò che più mi ha arricchito, sapere che sono riuscito a far star bene qualcuno, farlo sentire meno solo è qualcosa di estremamente gratificante. Il mio percorso è stato davvero bello, la cosa che più preferisco fare sono i firma copie e i meet and greet, incontrarvi e vedervi sorridere, fare le foto con voi è tutto un sogno per me. Come saprete però, non è finito qui, presto tante nuove sorprese, tanti nuovi progetti e tante avventure.

Con il suo libro, Federico Lo Schiavo ha dipinto un affresco profondo e toccante dell’esperienza umana, scavando nelle emozioni più intime e nelle sfumature della crescita. “Sono rimasta sola con la mia immaginazione” rappresenta un invito alla riflessione su temi universali, raccontato con maestria attraverso le pagine di un romanzo che lascia un’impronta indelebile nei cuori dei lettori. Grazie a Federico Lo Schiavo per aver condiviso la sua prospettiva e il suo lavoro con noi. Attendiamo con fervore il suo prossimo viaggio letterario, sicuri che continuerà a catturare e ispirare chiunque si avventuri tra le sue parole.

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